Niente come lo scorrere del fiume racconta il passare del tempo. Da sempre metafora per l’uomo dell’ineluttabilità e della relatività del susseguirsi dei giorni. Niente come l’alternarsi della Stagione di Pesca alla Trota al suo periodo di chiusura e divieto spiega al mondo le dicotomie dell’universo, l’eterna lotta tra bene e male, come non ci sia giorno senza notte, gioia senza il pianto, cattura senza cappotto.
La stagione ha aperto quasi due mesi fa esatti ed io ho fatto esattamente due uscite, una e mezza per la verità. Poche, ma vale comunque la pena di raccontarle. Di sicuro, come sempre sul fiume, è tempo che è valso la pena di essere vissuto.
Un lungo inverno pescando aspi e pesci siluro sul grande fiume è stato il prologo a questa giornata tanto attesa sul torrente. Tra un giorno di pesca e l’altro stavo però preparando il ritorno alla trota, perché il pescatore di trote può allontanarsi dal torrente, cercare altre mille catture nel mondo, ma alla fine non può non tornare alla trota.
Grande Pietro, grazie per la citazione, è stato emozionante leggerla… E grazie ai tuoi report e al tuo modo di raccontare la pesca, che hanno stimolato la mia curiosità e creato quella sana ossessione che ti spinge a migliorare continuamente e a non mollare mai!
Superati i 50 e, con moglie e figlia a casa, non ho più la forza di avventurarmi da solo sul torrente 🙁 Penso che una caduta o una semplice slogatura potrebbero creare molti problemi, nel fono della valle, senza telefono.
Gli impicci della vita, poi, rendono difficile sincronizzare i momenti liberi col solito amico e si finisce con l’andare a trote due volta a stagione.
Ti capisco Mimmus, ma una vita senza pesca non può essere vissuta … cerchiamo di andare comunque a pescare più che possiamo 😉
A presto,
P.