Qui di seguito, un articolo che ho scritto sul il giornale per cui lavoro, la Repubblica, pubblicato sulle pagine dell’edizione milanese domenica 7 ottobre 2012
L’obiettivo è salvare il fiume e restituirlo ai suoi pesci. La sfida è ripopolare le specie che lo hanno dominato per millenni, come la trota marmorata e il luccio, contenendo la presenza del siluro, introdotto da alcuni pescatori un ventennio fa con effetti disastrosi per l’ecosistema. Il malato è l’Adda, per curarlo Fondazione Cariplo e Parco Adda Nord hanno aperto un bando da 80mila euro ad hoc, da assegnare entro un mese. «Sradicare il siluro è impossibile — spiega Giuliana De Filippis, responsabile della salvaguardia delle specie del parco — ma serve uno studio della situazione, affiancato dalla pesca dei siluri di taglia maggiore». Oggi il siluro è presente in tutto l’Adda basso, dal lago di Como all’immissione nel Po.
Anche sopra Colico, a monte del lago, ne sono stati catturati, segno che la colonizzazione procede. Ed esemplari di oltre i 20 chili sono stati pescati a Spino e Rivolta, dove sopravvive la trota marmorata, al fianco del luccio e del persico reale. «Il siluro viene dal Volga e dal Danubio dove l’acqua è più fredda e cresce lentamente, convivendo con altri pesci predatori — spiega l’ittiologo Marco Mancini — da noi, con temperature maggiori, l’attività alimentare aumenta e raggiunge dimensioni che gli consentono di mangiare i pesci di tutte le taglie. Potrebbe arrivare a riprodursi più volte l’anno». Un danno mortale per l’ecosistema del fiume, già provato dalle troppe dighe (come la Taccani a Trezzo d’Adda), dalle estrazioni di sabbia e dai prelievi idrici per industria e agricoltura.
Quello che si teme nell’Adda è l’effetto “bomba atomica”: in alcuni tratti nel Mincio, oggi il 99 per cento della bio massa è composto da siluri, che hanno azzerato le altre specie e si mangiano fra loro. Il restante 1 per cento sono carpe troppo grosse per essere inghiottite. Morte quelle, il siluro sarà solo nel fiume. Un’infestazione simile (l’80 per cento di biomassa di siluro) si è avuta in alcuni tratti dell’Oglio dove il team di Mancini è intervenuto con la pesca subacquea: dopo la campagna di caccia selettiva, i risultati di ripresa delle altre specie sono più che incoraggianti. Sull’Adda la Provincia di Lecco ha organizzato giornate di contenimento dei siluri più grossi con arpioni a Brivio. Lo stesso si è fatto nel Lodigiano, con la collaborazione dell’ittiologo Simone Rossi, dove la presenza di siluro è massima: nella roggia Codogna a Montanaso Lombardo.
Quanto fatto finora sull’Adda non basta. Come non bastano le norme nazionali e regionali che obbligano i pescatori a sopprimere i siluri catturati: rilasciandone vivo uno da 20 kg si rischia una multa da 500 euro. Non danno frutti neanche i tentativi di promuovere il siluro come “pesce da tavola” per incentivarne la pesca. Ritenuto pregiato nell’Est europeo, in Italia fatica ad affermarsi. E vista la velocità della colonizzazione — in Po i primi esemplari furono immessi negli anni ‘60, oggi è dominante — potrebbe non esserci tempo per questa «battaglia culturale». Tanto più che ittiologi di fama come Marco Castellazzi sconsigliano di mangiare i grossi siluri, <perché, vivendo per decenni nei fiumi, assorbono inquinamento».
Nonostante il contenimento del siluro sia sostenuto anche dagli ambientalisti, ci sono pescatori che vi si oppongono: inebriati dall’emozione di catturare “mostri” da due metri e più, li rilasciano vivi senza curarsi dell’ecosistema. In Internet si trovano filmati di pescatori che baciano sul muso i siluri prima di restituirli al fiume. Un atteggiamento fuori legge*, contrastato dalle associazioni come Spinning Club Italia che, con il Wwf, si impegna nel ripopolamento del luccio e della trota. Il “progetto marmorata” in Adda è cominciato nel 1999 e consiste nell’immissione di avannotti e uova fra Lodi e Milano. «In Adda, a differenza che nel Ticino, il siluro non è ancora dominante — dice Mario Narducci, presidente del club — ma se non se ne contrasta la diffusione, il fiume morirà». E il danno economico per l’Italia potrebbe essere forte. La normativa quadro 2000/60 dell’Ue impone entro il 2015 il contrasto all’infestazione di specie ittiche alloctone nocive, che dia frutti entro il 2027, pena sanzioni milionarie. Per Damiano Di Simine, di Legambiente Lombardia, «che il siluro sia un problema è indubbio e va contenuto, di principio non siamo contrari a nessun tipo di soluzione».
* I pescatori del Gruppo Siluro Italia, in deroga alle norme, hanno ottenuto il permesso di rilasciare vivi i pesci siluro marchiandoli <per studiarne le abitudini da un punto di vista scientifico>. Una concessione che ha sollevato perplessità e proteste
IL FIUME ADDA
Lunghezza: 313 km
Portata media: 187 metri al secondo
Bacino idrografico: 7979 km quadrati
Altitudine sorgente: 2237 metri sul livello del mare
Attraversa le Province di: Sondrio, Como, Lecco, Bergamo, Milano, Monza e Brianza, Cremona, Lodi
Il corso:
– Val Alpisella (Sondrio): nasce il fiume
– Colico, (Lecco): già prima dell’immissione nel lago, si rileva presenza di pesci siluro
– Brivio, (Lecco): Provincia, ambientalisti e pescatori conducono campagne di contenimento del siluro
– Fara Gera D’Adda (Bergamo): il fiume perde la maggior parte dell’acqua nel canale Muzza (fortemente popolato da siluro)
– Trezzo D’Adda (Milano): la centrale Idroelettrica “Taccani” spezza l’ecostistema
– Spino D’Adda (Cremona): la pesca è vietata sotto la cascata, per proteggere la trota marmorata
– Montanaso Lombardo (Lodi): Provincia, ambientalisti e pescatori conducono campagne di contenimento del siluro e ripopolamento del luccio
– Montodine (Cremona): l’Adda acquista l’acqua dal fiume Serio
– Castiglione D’Adda (Lodi): l’Adda riacquista l’acqua dalla Muzza. Da qui all’arrivo in Po, la presenza di siluro è massima
– fra Castelnuovo Bocca d’Adda (Lodi) e Spinadesco (cremona): sfocia in Po
I Problemi:
Prelievi idrici consistenti: canali Muzza e Vacchelli
Punti di sbarramento lungo il corso: 14
Punti attivi di prelievo di sabbia: 9
Presenza del pesce siluro: consistente e in rapido aumento
Le specie a rischio:
Temolo: presente solo al di sopra del lago di Como e in diminuzione
Trota marmorata: il ripopolamento interessa le province di Milano, Cremona e Lodi
Luccio: nelle zone di fragilità per la specie (Spino d’Adda) la pesca è limitata
Storione cobice: il Wwf lo considera “gravemente minacciato” e in continuo regresso
PER MAGGIORI INFORMAZIONI:
SUL PROGETTO MARMORATA: spinningclubitalia.it
SULLA TUTELA DEL FIUME ADDA: wwf.it/fiumi
Il siluro nelle nostre acque è senz’altro un elemento problematico e bisogna far si che non proliferi anche in quegli ambienti nei quali non si è ancora inserito. Ma non bisogna dimenticare che altri distruttivi fattori hanno portato al decadimento qualitativo delle acque interne: inquinamento, captazioni idriche, dighe, lavori sui greti, bracconaggio, gestione sconsiderata e controlli pressochè inesistenti. Basti pensare al peso che ha avuto la costruzione della diga di Isola Serafini sulla riproduzione dello storione cobice…
ma siam sicuri che è sempre e solo il siluro il colpevole ?il luccio per esempio non è altrettanto (se non peggio) più vorace e i gamberi dove li mettiamo, aggiungo anche gli aironi . l’inquinamento eccc ecc ,, discorso troppo lungo da fare in 2 minuti , GRAZIE A TUTTI , BUONA GIORNATA
Proprio quello che dicevo poco fa, anche se non ho citato cormorani, aironi e gamberi della louisiana. Un discorso a parte farei per il luccio autoctono, vorace si ma sostenibile dall’ecosistema nativo.
il luccio non crea nessun danno, e storia vecchia basta consultare gli scritti di gd bocchi per rendersene conto una volta si diceva che esso mangiava quanto era il suo peso basta con le favole il luccio non e un mostro saluti lino sala
Si, certo il problema è di sicuro il siluro, non di certo l’inquinamento o gli ambienti devastati.
Infatti le fabbriche che scaricano tranquillamente nei fiumi e laghi le lasciamo stare, la pesca professionale o quella di frodo la lasciamo stare, dighe, estrazioni e devastazioni degli argini lasciamo tutto stare, tanto la colpa è del Siluro.
Poi che da altre parti (con i nostri stessi climi) il siluro conviva con le altre specie, è puramente un caso.
E intanto ce la prendiamo con chi non si può difendere.
Bon ci bon ci bo bo bon …
Tutto giusto, esattamente il mio punto. Però a me risulta che gli ecosistemi in cui è stato immesso in modo più o meno doloso adesso non se la passano bene. Parlavi di climi simili al nostro, ad esempio in Spagna, sull’Ebro, il siluro è diventato davvero dominante…
Caro Davide mi preme rispondere a te e a tutti quelli che, giustamente, sottolineano che i veri problemi delle nostre acque sono: 1)Prelievo Idrico sconsiderato 2)Inquinamento 3)Bracconaggio, pesca professionale, pesca sconsiderata 4)Altre specie alloctone, pesci ma anche gamberi e uccelli.
Tutto giustissimo! Dare tutta la colpa al siluro è sbagliato e ridicolo, ma altrettanto ridicolo è cercare di tutelare e proteggere questa specie. Mincio ed Oglio sono lì a ricordarcelo. E credo che nessun ittiologo possa auspicare la sua diffusione in Adda!
Gli ittiologi che ho sentito sono concordi nel dire che i problemi sono intersecati. Il siluro (che l’uomo ha introdotto per proprio diletto, allo stesso modo in cui ha costruito dighe e drenato sabbia) è più resistente all’inquinamento rispetto ad altre specie, ed è concausa della loro decimazione. Il siluro è il pesce ideale per l’ecosistema malato creato dall’uomo e aiuta, senza averne colpa, a devastare l’ecosistema.
Quanto al luccio: è il più selettivo dei predatori, è territoriale, ha un tasso di accrescimento contenuto e un metabolismo inferiore a parità di peso a quello di molti ciprinidi. Lo stesso discorso vale (più o meno) per il siluro in acque fredde come il Volga. Ma mettere un siluro in Po o in Ebro – con acque calde 8/9 mesi l’anno – è come iscrivere un sedicenne a un torneo di judo per bambini delle elementari. Vince, è vero, ma non perché è più bravo: non è il suo torneo.
Ultima considerazione: molti problemi dei fiumi, soprattutto l’inquinamento chimico delle acque, negli ultimi 30 anni hanno per fortuna avuto un progressivo miglioramento. Questo grazie a un lavoro faticoso, condotto anche grazie alle segnalazioni e alla vigilanza di noi pescatori. Molto c’è da fare, ma ci sono segnali di ripresa.
Gli “scarichi a fiume” nel bacino del Po sono stati ridotti quasi ovunque (di certo sull’Adda). Lo stesso vale per i prelievi di sabbia dai greti dei fiumi a scopo edilizio: in Adda si è passati da oltre 40 cave aperte (censimento Regione Lombardia 1989) a soli 9 punti di scavo, di cui 7 “compensativi” (fatti cioè per evitare esondazioni) e 2 di estrazione per consentire la navigazione (questi decisamente evitabili).
Le dighe nuove hanno rampe (o scale) di rimonta, quelle vecchie se possibile vanno adeguate. Resta il problema del prelievo idrico per l’agricoltura (costante o addirittura in aumento) e per il raffreddamento degli impianti (in diminuzione a causa della crisi del settore siderurgico). Anche la qualità di concimi e diserbanti va migliorando, con la riduzione del problema dell’eutrofizzazione (massimo negli anni Novanta). L’unico problema in continuo peggioramento è proprio l’infestazione da siluro. E se non si combatte anche quella, tutte le campagne ambientali per la salvaguardia delle specie ittiche serviranno a poco. La pensano così Wwf, Legambiente, Fipsas, la quasi totalità degli ittiologi (che partecipano alle campagne di contenimento), l’Unione Europea, le norme statali e regionali, le maggiori associazioni di pesca italiane. In pratica: tutte le fonti del mio articolo, in cui mi limito a riportare i pareri più autorevoli, senza aggiungere alcun mio commento.
ciao a tutti,il fatto è che comunque non lo potrai mai estirpare.Chi ha tentato ha solo rovinato le cose prelevando con sistemi assurdi come l’elettrostimolatore,che oltre al siluro ammazza tutto il resto,è come tentare di eliminare i topi dalle città,solo che i topi li puoi contenere con veleni e trappole varie;un pesce che vive in un fiume è un po più complicato visto che ci sono posti dove l’uomo non ci può arrivare.Sono anni che si continua a discutere su questa cosa e visto che sono circa una 50ina forse più di anni che il siluro è nelle nostre acque forse è il caso di pensare di più a cosa c’è sulle rive e non in acqua.La natura si sistema da sola è così da sempre Noi la roviniamo…nei posti che frequento non ci sono più pesci già da parecchi anni,già da prima che arrivassero i siluri fino a li.Bracconieri,e cormorani sono in primis il disastro dell’adda basso non un pesce che ha preso il posto del luccio visto che le fiocine e reti si facevano fischiare venti anni fa.
in Francia e spagna allora?la dite che è uguale ma la gestione è ben diversa e meglio organizzata di noi e non mi sembra che chi va la faccia fatica a pescare.Piantatela di far spendere soldi inutilmente su queste cose e usateli per contrastare ungheresi e rumeni sui nostri fiumi.Sicuramente più utile.
saluti a tutti
Ciao Stefano, a titolo personale, se con “contrastare ungheresi e rumeni” ti riferisci a contrastare il bracconaggio e aumentare i controlli (al di là del paese d’origine dei pescatori ; )) Siamo d’accordo: è una priorità! Siamo d’accordo anche quando dici che le acque sono gestite davvero male da una federazione che non ha minimamente a cuore l’ambiente e i pesci, ma solo garisti e pescatori da pesci-facili. Invece non siamo d’accordo sul fatto che l’uomo, che nel 99% dei casi fa danni, non possa anche risolverli e iniziare a prendersi cura dell’ambiente sulle rive e dentro l’acqua!
p.s. elettrostorditore
p.s. elettrostorditore….ahahahah….e già….
Il bracconaggio lo ritengo il principale disastro che c’è sui fiumi e come dici tu arriva proprio da casa nostra in principio,soprattutto in adda.
Il fatto è che le nostre acque ormai non sono più quelle di 20 anni fa e i pesci che ci vivono dentro sono completamente cambiati;il fatto è che non puoi tornare indietro,reimmettendo pesci autoctoni dove non riuscirebbero a viverci comunque fai solo danno…prima bisogna sistemare le cose sulla riva,e intendo fabbriche,cascine e che vive intorno al fiume e lo usa come discarica di comodo.Io adoro il siluro ma come tutti gli altri pesci non faccio distinzioni,sono un pescatore a cui piace la pesca sportiva in tutte le sue forme,e sicuramente dove non c’è il baffone non è sicuramente una bella cosa mettercelo solo che se si vuole contenere il danno della supremazia alloctona bisognerebbe eliminare tutti i pesci…
Le breme fanno più danni dei siluri come del resto i barbi iberici….ma siccome sono pesci che fanno comodo alle gare di fips non se ne parla….vi ricordate l’invasione dei carassi 20 anni fa e cosa si voleva fare per eliminarli?risultato:tinche ,scardole e alti pesci nostrani scomparsi ma i carassi no…poi si è rarefatto pure lui….ripeto la natura fa il suo corso e basta
le domande principali da farsi sono:
quanto si spende per questo progetto e chi prende gli appalti?
Domanda molto giusta, mi piacerebbe approfondire, magari invitiamo lo SCI a rispondere qui. Anche se so che a supporto del Progetto Marmorata ci sono per lo più volontari. Mi piacerebbe mooolto di più vedere come vengono usati i soldi dalla FIPSAS e da comuni, province e regioni… La Federazione “investe” in gare, nel pronta-pesca, nella pesca al colpo, etc. Lo stato predilige soldi per centrali idroelettriche, scarichi, spianate, lavori che snaturano il greto piuttosto che investire in salvaguardia ed informazione o nell’imporre regole severe, illuminate e semplici su tutto il territorio.
Ciao Luca. Ecco le informazioni che ho raccolto: il bando complessivo è di 80mila euro ed è ampio. Non riguarda solo la protezione dell’ittiofauna ma in generale delle specie animali del parco Adda Nord. I soldi li mette fondazione Cariplo, quindi non sono soldi pubblici nel senso proprio del termine. L’ente appaltante è il Parco Adda Nord, che dovrà decidere, nell’ordine: 1) quali sono gli interventi ritenuti più efficaci 2) a chi affidarli. Comunque, per quanto riguarda il siluro, si individuerà un ittiologo come “guida scientifica” del progetto che poi si servirà di collaboratori e strutture necessarie. Su questo blog faremo un aggiornamento sugli esiti del bando, promesso. La gara, indetta con evidenza pubblica, dovrebbe essere assegnata fra un mese circa. Buona serata!
Quello che ho detto vale per il progetto di contenimento del siluro. Per il progetto Marmorata ha ragione Pietro: se c’è qualcuno dello SCI che vuole rispondere …
Ci sono posizioni morbide, di comodo, intorno al siluro (che poveretto, non ha ovviamente responsabilita
Curioso di vedere i risultati del progetto. Credo che in situazioni circostritte il contenimento possa dare risultati, nelle porzioni basse dei bacini, ormai quasi del tutto “danubiane” non solo per il siluro, credo che ci sia poco da fare.
Casualmente il baffone spunta comunque in continuazione qua e la`… e ci sono siti in cui si dichiara la sua autoctonia.
Andrea, le pensiamo esattamente come te. Quanto alla presunta autoctonia del siluro … hai fatto bene a mettere i puntini di sospensione!
caro Pietro,,rispondo in parte ,(come già fatto su FB,)nell’evidenziare che ” il progetto marmorata ” (chiamato in causa ,,ha una dinamica ben più complessa di quanto possa essere ,il solo relegarla al contenimento siluro, sarebbe a dir poco riduttivo,,le tematiche che incombono sulla salvaguardia di questa specie endemica dell’Adda ,,sono molteplici ,, inquinamento btacconaggio aloctonia DMV ed ancor più devastante l’entropizzazione del territorio, aree vitali per il fiume ..un tema come detto, ben più complesso,, il riassumerlo qui in poche righe sarebbe impresa ardua .. detto questo ..l’articolo in questione poneva le basi non certo sul come dove e ”quanto” la nostra associazione ,svolge e si fa onere con pochi mezzi pochi soldi e la forza (questa si ben VIVA) di un semplice volontariato ,, ma a domanda si esige sempre una risposta ,,e lo SCI nella sua trasparenza non si tira certo indietro,e verrà data , ..ed aggiungo in quanto a soldi (visto come si pone la questione ) spesso oltre al tempo fatica ed impegno ..un impegno impagabile ci si rimette pure .,.una risposta ufficiale come ben immagini non rientra nei miei compiti istituzionali
un caro saluto Raimondo
Ciao Raimondo, mi permetto di risponderti io in quanto autore dell’articolo. Questo servizio non era focalizzato sul progetto Marmorata ma sul contenimento del siluro. Mi faceva comunque piacere citare il progetto Marmorata per l’altissimo valore dell’iniziativa e per il fatto che – essendo Repubblica un giornale “generalista” e non per soli pescatori – la maggior parte dei lettori nemmeno sa che simili progetti esistono! Come Anonima Cucchiaino ci farebbe molto piacere poterci occupare nello specifico del progetto, raccontandolo il tutta la sua complessità. Grazie mille, a presto, franco
l’unico inconveniente reale è che il siluro si riproduce 2 volte all’anno (almeno da quanto ne so) forse unico nel suo genere . Anche se uccidi gli esemplari di grossa taglia i novelli sono sempre pronti a superare i 20kg , è una battaglia persa in partenza e a mio parere inutile , non sono un amante del siluro , ma ci sono altre specie devastanti se vogliamo puntare il dito contro qualcuno , come l’aspio e il barbo europeo , l’aspio è voracissimo mentre il barbo mangia tutte le uova degli altri pesci .
In Italia ci sono fiumi che fanno schifo solo a guardarli, figuriamoci a pescarci sopra. È mi riferisco a fiumi come il Lambro per esempio, ma la colpa è ovviamente del siluro perché è grosso e cattivo, ma fatemi il piacere!
Qualcuno ha citato l’ebro, un fiume che ospita probabilmente alcuni dei più grossi siluri al mondo e convivono con gli altri pesci.
Perché invece di obbligare a uccidere un pesce non si comincia ad esempio a vietare l’uccisione di specie come il luccio e non si lavora attivamente per ripopolamento e ricreazione degli habitat?
Carissimi tutti,
sollecitato, intervengo come responsabile ultimo dello SCI per chiarire quanto richiesto in merito progetto Marmorata dell’Adda portato avanti ormai dal 1999 e che ha l’indiscusso merito di avere salvato -per il momento- dall’estinzione la specie in quelle acque. Mi corre l’obbligo in primo luogo di precisare che quando si parla di Progetto Marmorata dell’Adda non intende un intervento diretto dello SCI bensì dell’opera delle province di Cremona, Lodi e ora Milano consorziatesi per tutelare la specie nel tratto di Adda di loro competenza territoriale, con l’attiva collaborazione delle relative sezioni Fipsas, titolari dei diritti di pesca. In tutto ciò lo SCI ha il merito di aver segnalato attraverso i giusti canali istituzionali il problema, sollecitato gli enti pubblici a coinvolgersi in questa salvaguardia e infine di avere fornito un congruo numero di volontari che l’hanno resa praticabile a costi decisamente ridotti. Parliamo per chiarezza di circa 5.000 euro annui complessivi concessi ai volontari a compensazione delle spese “vive” sostenute a vario titolo nel corso dell’anno (materiale di consumo come badili, pompe, retini, stivali ecc., un’assicurazione RC obbligatoria, un piccolo rimborso spese per il carburante consumato nei corso dell’attività e così via), spese di cui esiste regolare documentazione disponibile a chiunque la voglia visionare. Naturalmente l’intervento viene coordinato dagli ittiologi provinciali i cui costi sono in carico alle province secondo contratti libero-professionali di cui non ho dati. La qualità e la concretezza di quanto si va a realizzare può essere percepita andando a vedere il seguente link del sito della provincia di Cremona: http://www.provincia.cremona.it/cacciapesca/?view=LivTre&id=835
Invece il progetto relativo al territorio del Parco Adda Nord non vede la partecipazione diretta dello SCI, anche se ci vede assolutamente favorevoli.
Circa l’annosa questione sulla dannosità del siluro, sono state scritte considerazioni di assoluto valore e ragionevolezza. Tuttavia ormai da tanto tempo sosteniamo che ponendo la questione in generici termini pro o contro il siluro non se ne possa uscire in nessun caso. Il problema va inquadrato in altro modo e cioè occorre analizzare non le singole specie -qualunque essa sia- nel loro complesso bensì i singoli ambienti di cui si va a osservarne gli effetti. L’Adda nel suo corso sublacuale presenta almeno fino a Lodi una buona presenza di popolazioni ittiche autoctone a vario titolo difese dall’Unione Europea (una quindicina circa), per la cui tutela occorre impegnarsi col fine di mantenere il più possibile inalterato l’intero ecosistema. In questo non sfugge il significato biologico di specie “ombrello” rivestito dalla marmorata e dal luccio di ceppo italiano, due specie cioè la cui tutela presuppone quella dell’intero ecosistema di riferimento. Per questo l’attività dello SCI in tale territorio non si limita alla marmorata ma si estende al luccio, alla difesa del DMV del fiume, al contrasto degli inquinamenti, al controllo della presenza del cormorano e così via.
Mi scuso per la lunghezza dello scritto, tuttavia necessaria per maggiore chiarezza..
Non posso infine esimermi dall’estendere a quanti leggeranno queste righe una proposta personale, su cui chiedo non una presa di posizione pubblica ma una decisione di fronte alla propria coscienza: chiunque abbia a cuore il mantenimento della qualità dell’esperienza di vita che fa andando a pesca e viva con rispetto il rapporto con l’ambiente naturale, valuti l’opportunità di prendere contatto con me e lo SCI. La sfida che poniamo è quella di trovare tanti amici con cui condividere la stessa passione e nel contempo di diventare parte attiva e non più passiva nella difesa di questa esperienza di vita per noi tanto significativa, contribuendo a dare corpo al ruolo di Sentinella Ambientale che solo il pescatore può essere a favore del bene proprio e in prospettiva dell’intera società.
Un caro saluto a tutti
Mario Narducci
Presidente nazionale SCI
Ciao Mario grazie per la chiarezza delle spiegazioni e soprattutto per l’impegno profuso nella salvaguardia di animali e ambienti a noi cari.
Condivido in pieno il discorso sulla necessità di preservare gli ambienti piuttosto che accanirsi con furia cieca contro una specie che in fondo in fondo non ha colpe se non quella di comportarsi secondo la sua natura. Come scrivevo ieri secondo me è assolutamente inutile trattenere un siluro preso sul Po, mentre sarebbe una sicura condanna a morte per tutto l’ecosistema rilasciarne uno preso in una piccola roggia.
A presto
Ringrazio tutti per il loro contributo alla discussione, in particolare qui mi unisco a Jacopo e agli altri Anonimi nel ringraziare di cuore Mario e lo SCI per l’eloquente risposta.
In questo luogo virtuale continuerà un impegno reale!
questa potrebbe essere la goccia che fara’ veramente traboccare il vaso…tanti siluristi sono sul piede di guerra…io sono uno di loro. Troppi massacri inutili di questo essere vivente che va’ ripettato come tutti gli altri!
Ciao Ale, grazie per il tuo intervento, che qui non sara’ cancellato come invece e’ successo al nostro articolo e a tutta la interessante discussione che ne era seguita su pagina FB di GSI. Capisco perfettamente che a chi ama il siluro dia fastidio sentire un invito a trattenere e contenere questo pesce che, certamente, e’ una creatura innocente di per se’. Tuttavia ti invito a mantenere la calma evitando toni di “guerra” e “vasi che traboccano”. Siamo tutti appassionati di pesca e abbiamo tutti a cuore la tutela dell’ambiente che e’ un tema assai complesso che genera pareri e posizioni in contrasto.
Non sono toni di guerra o minaccia, e’ semplicemente la rabbia di chi ama “il Gigante delle nostre acque”… prima di fare questi tipi di operazioni, tra l’altro molto costose e finanziate da societa’ come la fipsas, bisogna contrastare malattie molto piu’ gravi!! In primis il bracconaggio, che nel Grande Fiume e’ sotto gli occhi di tutti, ma le istituzioni stanno ferme a guardare! Per non parlare di Adda e Muzza dove ci sono chilometri e chilometri in balia di reti e arpioni! Dopo si vuole parlare di ripopolamento di trote marmorate…mi vien voglia di ridere! E’ colpa del siluro che se le mangia tutte, non delle reti di chi vende il pesce! E l’inquinamento?? dove lo lasciamo? Nel tratto finale del Fiume Adda il livello di reflui fognari e’ ancora molto elevato. Lo testimoniano i detriti artificiali lasciati dalla cascata di Maleo (tanto per citarne una e la piu’ visibile da tutti) e le belle scie di schiuma bianca che si trascinano per centinaia di metri. E allora prima di condannare a morte l’amico “Glano” (come lo chiamiamo noi siluristi), bisogna finanziare e risolvere questi problemi che minacciano pesantemente ogni tipo di speci! A mio malincuore dall’anno prossimo io, e altri pescatori, il tesserino fipsas non lo rinnoveremo piu’, perche’ riteniamo sbagliate le operazione condotte dalla societa’ stessa. Io mi auguro che il mio commento finisca sotto gli occhi di chi capisca veramente cosa voglio intendere e che qualcosa si muova nei confronti delle minacce pesanti…scrivo io, singolo individuo, ma come passaparola di molti altri. Spero che non finisca tutto nel vuoto. ASCOLTATECI!
Ringrazio qui in coda al thread Stefano ed Ale per questi ulteriori commenti molto condivisibili. Come ho detto anche altrove sul web, è bello vedere che anche tra pescatori diversi e con una visione diversa sulla questione Siluro o sul catch&release, siamo TUTTI D’ACCORDO sull’importanza di contrastare i veri problemi: 1)inquinamento 2) distruzione degli alvei 3) prelievo idrico sconsiderato 4)bracconaggio e assenza di controlli.
Non resta che battersi e sperare affinché i pescatori abbiano sempre più voce e autorità nella gestione e tutela delle acque.
Ben detto Pietro…l’ultima frase ha la mia piena approvaziove.
certo il siluro non è l’ unico problema delle acque italiane … ma dire che è un bene … porca miseria in laghi come Endine è lui il colpevole …Pusiano ed Annone … abbiamo / ancora? pesci che hanno una storia … ahhhhhhhh….e se il siluro colonizzasse il Lario?! vive sotto … anche ormai anche sopra … agoni persici lacustri lavarelli … il siluro è una piaga.
Pesco da anni sul lago di como e garlate, perlopiu di notte a fondo ad anguille e bottatrici, specie che ultimamente sembrano sparite.
Con il pesciolino morto HO CATTURATO 4 O 5 SILURETTI A PESCATE……ROBA SOTTO I 15 KG……..portati a casa,bolliti e dati alle galline.
Se la legge dovesse permettermelo, stessa fine la farebbe chi inquina, chi pesca di frodo, chi immette pesci alloctoni senza valutare le conseguenze etc.
Il pianeta ci ha messo milioni di anni per creare ecosistemi ben bilanciati………OGNI MOVIMENTO EFFETTUATO DALL’UOMO CREA SCOMPENSI, (queso vale anche per inquinamento,bracconaggio etc.)
Chi protegge I SILURI VADA A PESCARE IN RUSSIA E provi a chiedersi come mai fino agli anni 60 non e’ mai esistito un siluro in italia.
Forse non c’era abbastanza inquinamento o forse i camion delle pesche sportive non andavano ancora a caricare carpe e carassi nei paesi dell’est.
come non quotarti … oggi se ne vedono di tutti i colori … estremisti del NK … pescatori che danno contro ai cacciatori quando un tempo era molto più frequente praticare entrambe queste meravigliose passioni … e si vedono anche i protettori del siluro … amen. ma concordo: vadano a pescarlo in siberia!!! ropp de màtt tut i dì sa sent
Pensare di eliminare il siluro è pura follia..in qualsiasi sistema collegato al Po,fosse anche dal più piccolo dei canali irrigui,non è una cosa attuabile.
Gli ittiologi lo sanno ma il lavoro è lavoro,e non ci sputano sopra.
Erogare fondi è solo uno spreco di denaro..pensate se dovessimo eliminare tutti gli alloctoni cosa resterebbe nelle nostre acque?niente o quasi..
Ho letto di gente che parla del luccio,mia grande passione,forse senza sapere che si tratta anche in quel caso di pesce alloctono,e non del luccio italico che popolava le nostre acque.
Quelli li abbiamo fiocinati tutti,perché si pensava fossero dannosi..proprio come il siluro.
I problemi delle nostre acque sono altri e sono già stati citati.