La stanza dell’autocostruzione – 29 – Joe Fish

E’ il momento di dirlo: tra meno di un mese due fortunelli dell’Anonima partiranno per una settimana di pesca tropicale. Come pensate che abbiamo passato gli ultimi mesi? Ad aspettare pazientemente? Non credo. Gli ultimi mesi sono stati passati a scandagliare ogni negozio online, ogni blog, ogni sito alla ricerca di attrezzatura, esche, accessori essenziali per il viaggio.

Ed ecco che m’imbatto nel sito di Joe Fish – un costruttore italiano che propone delle esche davvero bellissime. Lo contatto subito su Facebook ed ecco la nostra chiacchierata.

P.s. Potete comprare le sue creazioni su: http://www.joefish.it/

1. Da quanto peschi?
Pesco da quando avevo sette anni . Ricordo ancora il mio primo giorno con una cannetta di poche lire, con un mulinello banalissimo , su uno scoglio insieme a mio padre ; presi il mio primo pesce ( uno scorfano rosso ) al secondo lancio, un emozione pazzesca!!

2. Quando hai iniziato a costruire? Ti ricordi la tua prima creazione?
Esattamente ho iniziato con le prime prototipazioni nel 2006 con i primi Lipless in legno ( attualmente chiamati da me Zipless ), un’ esca davvero unica che mi ha dato tanta soddisfazione ,non solo per la sua polivalenza di utilizzo , ma per le varie catture /emozioni regalatemi.

3. Perché hai iniziato ad auto costruire?
La passione per la pesca a Spinning spesso porta a domandarsi perché ci sono tante esche in commercio e perché tanta gente li costruisce, nonostante esista già un grande mercato .
La passione , dà a noi pescatori , emozioni che solo la natura può regalarci , soprattutto quando la cattura avviene con l’artificiale fatto e pensato da noi .
Spesso e volentieri , uno spot e le condizioni meteo, determinano la scelta di un’esca specifica da applicare e ,a volte, quello che abbiamo non basta o non soddisfa le nostre richieste.
L’idea di soddisfare le mie richieste, nelle varie situazioni, determina il nascere di una passione pura: l’autocostruzione di esche da Pesca.

4. Quando peschi che tecniche pratichi, dove e rivolte a che pesce?
Pratico diversi stili di pesca , ma prediligo sempre lo spinning; è un modo estremo di pesca che mi piace praticare da spot medio alti alla ricerca di Ricciole e Barracuda.

5. Qual è il tuo più grande vizio?
Non avere vizi .

6. Qual è il materiale che ami di più? E quale tecnica di costruzione?
Rimango fedele al legno per progetti , ma per modellazioni più dettagliate mi servo di prodotti b-componenti . Per una questione di tempo e velocità , attualmente prediligo la resina , materiale robusto e compatto.

7. Nel corso degli anni produttori e tecnologie hanno migliorato molto le nostre attrezzature da pesca, per te qual è stata la novità più utile e rilevante?

Sicuramente canne e attrezzature fatte in carbonio , per la loro leggerezza ,sensibilità e flessibilità .

8. Qual è l’elemento che conta di più nel successo di un artificiale? Colore e realismo, equilibrio dei pesi e vibrazioni, forma e sua idrodinamica?
La creazione di un’ esca è sempre varia e va diversificata in base alla specie che si vuole catturare.
Il movimento è l’attrazione principale di un’ esca che la fa sembrare viva e succulenta agli occhi dei pesci.
Paragono l’esca ad un piatto succulento e colorato che quando hai fami e lo vedi ti viene voglia di mangiarlo. La stessa cosa accade nel mare : un’esca colorata e con un buon movimento attrae il pesce affamato che non si accorge dell’inganno e si lancia a mangiarla.

9. Ci descrivi i principali processi/fasi della costruzione di un tuo artificiale?
Tra seghe a nastro e altri attrezzi del mestiere cerco sempre di soddisfare le idee strane di noi pescatori apportando modifiche e assetti, che difficilmente si trovano nei negozi.
Non lavoro soltanto il legno , ma ho creato stampi per resina cercando sempre più di avvicinarmi alla perfezione di un modello che risponda a pieno a tutte le caratteristiche da me desiderate.
Le varie tecniche usate le ho acquisite attraverso le varie esperienze di pesca e le varie ricerche dei prodotti da impiegare.
Inoltre, il confronto con altri costruttori, mi ha aiutato ad evitare errori e perdite di tempo.
Per costruire un’ esca, sicuramente, bisogna rispondere ad alcune domande:
1. A quale preda deve essere destinata la nostra esca ?
2. Che forma e colore deve avere?
3. Che movimento e azione deve avere ?
4. Paletta o no ,lipless o minnow ? Walking the dog o jig ?

Dopo aver risposto a queste domande si può passare allo step successivo : L’ Attrezzatura.
Pinze , tronchesi , lime , trapano , sega a nastro o seghetto alternativo , forbici e colle sono solo alcuni strumenti che servono alla realizzazione di un’ esca.
Muniti di guanti si può tagliare il legno secondo una forma e misura ben precisa, lavorandolo successivamente con cutter o coltellino da intaglio.
Dare la forma alla nostra esca è la fase più delicata : un buon intaglio iniziale determina una buona riuscita del modello di legno/resina.
Una volta completato il settaggio dell’esca, lo si assembla chiudendolo e incollandolo oppure stuccandolo con dello stucco da marmista o poliestere; si può,inoltre,ricoprire la livrea dell’esca con una pellicola argentata che nell’acqua darà riflessi argentei , aumentandone così il potere attrattivo per la preda. Successivamente si passa la prima mano di resina che conferirà robustezza e maggior compattezza ai vari materiali. Per far ciò ci si crea un resinatore ,volgarmente chiamato girarrosto per esche, che amalgamerà la resina al meglio. Finalmente, dopo aver fatto asciugare il tutto ,si può passare alla fase più creativa :la pittura.
Personalmente dedico molto tempo e attenzione ai colori usati ,dagli acrilici agli smalti , di varie marche esistenti in commercio.
Le livree vengono create con maschere di pittura idonee agli effetti voluti ,dalle reticelle delle patate ai collant da donna.


Seguendo una scaletta delle varie azioni , si ha il pieno controllo della gestione dei tempi e di ciò che si vuole realizzare.
Quello che consiglio sempre è di avere sempre una mascherina idonea per la pittura perché non fa bene respirare i pigmenti dei colori o solventi.
Nei modelli in resina si salta tutto il passaggio del trattamento del legno, ma resta invariata la pittura e la resinatura .


Dopo aver fatto passare almeno 7 ore dalla pittura si può passare alla resinatura finale ,che conferisce consistenza al modello ma anche resistenza alla corrosione dai denti dei pesci.

10. Quanto tempo dedichi all’autocostruzione? Quanto alla pesca?
Dedico molto tempo all’autocostruzione , ormai attuale lavoro di Joe Fish . Il laboratorio mi dà tanta soddisfazione , ma quando ho qualche ritaglio di tempo vado a pesca per collaudare e testare qualche prototipo nuovo .

11. Cos’è per te la pesca? Cosa significa per te costruire esche?
La pesca è stata ed è per me un modo per uscire dalla monotonia della vita di tutti i giorni.
Costruire un’ esca è stata la forma evolutiva e creativa del mio modo di pescare.

12. Qual è la tua marca di esche artificiali presente sul mercato preferita?
Decisamente Seaspin , team fantastico . Ringrazio ancora oggi Francesco Paolini per i vari test condotti in merito alle mie esche e per la tanta pazienza dedicata.

13. Qual è il tuo sogno di costruttore di esche?
Mi piacerebbe tantissimo rendere accessibile la pesca a chiunque , soprattutto alle persone disabili che sono impossibilitati nella pratica di alcune discipline come lo spinning ; pertanto ringrazio Freddy Bertelli , che è davvero un’ icona di spirito di sacrificio e di determinazione che ha avuto modo di testare alcune delle mie esche.


14. Se potessi scegliere un altro costruttore a cui affiancarti, presente o passato, il più bravo, chi sarebbe?
Chiederei di affiancare Antoni Conteddu (Antonicont Handmade Lures ),simbolo di perfezione e d’ispirazione per il mondo dell’autocostruzione ; una persona fantastica e precisa che stimo tantissimo.
Mi piacerebbe lavorare anche con Moreno Bartoli che, con il suo libro ed esperienza, mi ha aiutato a risolvere svariati problemi.

15. Quali sono, nell’ordine, i primi materiali e attrezzi che consigli a chi vuole iniziare ad autocostruire? E con quale imitazione partire?
Sicuramente in primo piano abbiamo il legno come materia prima e la resina come materiale composito . Entrambi i materiali hanno varie difficoltà di lavorazione e approcci diversi. Consiglio sempre di prendere precauzioni per la sicurezza (guanti , mascherina ecc. ) ,successivamente molti attrezzi possono fare la differenza nella lavorazione , ad esempio un cutter per rifinire i dettagli , una lima per eliminare i residui in eccesso e così via . Personalmente ho iniziato a imitare i lipless ,in quanto amante del genere e cercare di creare una tipologia differente che rispondesse a un mio bisogno a pesca.

16. Che consigli daresti a chi si avvicina all’autocostruzione?
A chi intraprenderà l’attività di autocostruzione, consiglio di condurre degli studi per realizzare in modo unico e particolare esche adeguate al loro utilizzo.

2 Comments

  • Salvatore ha detto:

    Articolo ben fatto, le risposte del costruttore intervistato JOE FISH, molto competenti e dettagliate. L’articolo è ben curato anche perché arricchito da foto bellissime e ben fatte, le risposte del costruttore intervistato traspare una passione e un sentimento per il proprio lavoro.
    Mi è piaciuto pure la sensibilità di JOE FISH nel voler far felici anche le persone disabili con la passione della pesca.

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