“Da pescatore di luccio, vi spiego perchè la trout area mi ha conquistato”. Intervista a Mauro Marzi

Le scelte recenti di Mauro Marzi destano preoccupazione nell’intera zona di Milano che gli agenti immobiliari definiscono “Bocconi-Ripamonti”. Sotto il vetro del banco del suo negozio di caccia e pesca – il Gatto e la Volpe, in viale Bligny 60 –  sono infatti comparsi minuscoli cucchiaini da trout area. Mauro è noto fra i pescatori milanesi per frasi come “per il luccio servono esche da almeno 30 centimetri! Ma almeno! Anche 40, ma fai pure 50! Guarda questo Replicant con dietro attaccati due spinner bait, un trenino di ancorette e un grub!”. Ora invece Mauro spaccia unghiette di metallo laccato da 0.50 grammi agli amanti della trota in laghetto. Da artigliere a gioielliere.

La febbre di Mauro Marzi per la trout area è ormai tale che non c’è cliente (nemmeno i cacciatori di beccacce) che riesca a uscire del negozio senza essere abbordato con proclami tipo “fidati di me, la trout area è una pesca divertentissima! Pescare ultra light è difficile, emozionante, devi provare!”. Noi di Anonima Cucchiaino, come migliaia di altri pescatori, siamo abbastanza convinti che la trout area sia invece una boiata pazzesca. Ma visto che siamo persone a modo, e aperte di vedute, abbiamo chiesto a Mauro di aiutarci a superare i nostri pregiudizi. E di spiegarci cosa trova di speciale in questa tecnica. A parte il fatto di potere vendere cucchiaini a otto euro l’uno, ovviamente.

Mauro, anzitutto, come si pronuncia “trout area”?

“Traut area. Anche se tanti dicono trut area. Adesso che ci penso, trut area lo dicono soprattutto a Bergamo”

Cos’hai contro Bergamo?

“Niente! Solo che la trout area è nata in in Giappone. E lì si pronuncia traut area”

Cosa ne sai tu di come pronunciano le parole inglesi in Giappone?

“Sono sicuro, ho sentito delle interviste su Youtube a dei pescatori Pro giapponesi. E comunque, mentre parlo con te al telefono, ho qua in negozio due esperti di trout area che confermano”.

Chi sono questi esperti?IMG_6143

“Il mio amico Luca, che ha 26 anni, e il mio amico Alessandro che ne ha 28”.

Quanto hai pelato ai tuoi amici Luca e Alessandro?

“Dici di cash?”

Sì, di soldi per attrezzatura e cucchiaini da trout area.

“Tra tutti e due, direi che mi hanno lasciato un paio di mille euro. Considera che all’inizio i cucchiai costavano otto euro l’uno. E comunque sono onesto con i prezzi (è vero, Mauro è più che onesto, anzi generoso Ndr.)”.

Sei sicuro che con i cucchiaini giapponesi da otto euro si prendano più trote che con l’ardito da cinque grammi?

“Ma certo. Molte di più. I cucchiai giapponesi ultra light hanno un ingresso in acqua meno invasivo, lavorano a velocità bassissime e hanno un movimento molto più catturante”.

Le trote pollo dei laghetti cresciute a mangime sono così raffinate nei gusti?

“Non sono trote pollo! Non chiamatele così. Non vedo la differenza fra le trote dei laghetti con molte fario che riempiono i fiumi”.

Spesso, ad esempio, le fario hanno le pinne.

“Anche le iridee che prendiamo a trout area hanno le pinne. La qualità media è molto elevata. Ci sono laghetti con pesci bellissimi”.

Qualche consiglio?

“Vicino a Milano c’è la Vallata a Castelletto di Cuggiono. La Sorgente a Vignate. Tre Sport a Seguro. Lago airone a Castelletto”.

I gestori fanno offerte per chi pesca a trout area e rilascia il pesce, o dovete pagare come i padellari?

“Purtroppo per ora solo al laghetto la Vallata fanno il permesso No Kill. Altrove sta alla tua coscienza. Trout area significa catch&release totale”.

In pratica, lasci 20 euro come se dovessi padellare le iridee e invece le rilasci?

“Spendi 15 euro per tre ore di pesca. Non è una cifra inaccettabile. Perchè allora spendere 23 euro di segnacatture per pescare in fiumi in cui non ci sono pesci? Ognuno fa le sue scelte”.

In quanti hanno fatto la tua scelta di convertirsi alla trout area?

“In Italia siamo moltissimi. I tre gruppi Facebook italiani dedicati ha questa tecnica hanno 1000 appassionati iscritti. E le aziende si adeguano. Lo stesso ha fatto Fipsas, che ha riconosciuto la trout area come disciplina. Quando c’è l’emozione, il mercato e le istituzioni poi seguono a ruota”.

Cosa ti emoziona della trout area?

“Pescare ultra light, sentire ogni movimento dell’esca. Usare fili leggerissimi, canne da 2.10 metri con azione ultra parabolica e cucchiai ultra small”.

Prendere trote con pinne ultra small …

“Ma quali pinne ultra small? Ma basta! Semmai è vero che in media a trout area si prendono pesci non enormi, sotto il chilo. Ma in fiume la media di taglia qual è? Le trote vissute dietro un sasso in fiume tirano forse di più di quelle in laghetto?”.

In fiume c’è la corrente, in laghetto le trote si muovono solo per correre dietro alle camole trainate dalle bombarde.

“È vero che c’è la corrente in fiume, ma è vero anche che peschi con attrezzatura da 10-20 grammi almeno. Tutto è relativo”.

Poi in fiume c’è il fiume. Vale a dire, un bel contesto naturale in cui passare la giornata.

“Anche il laghetto può essere bello. Non cammini lungo il torrente, ok, ma sei comunque in un bel posto. I laghetti sono sempre più curati, spesso sono circondati dalle montagne. E poi c’è il vantaggio di pescare in scarpe da ginnastica e jeans: arrivo senza sbattimenti, mi diverto per due ore e poi vado in trattoria come una lippa. Senza panini, scatole di esche, waders, perdite di tempo e disagio. Per questo sempre più giovani si avvicinano alla trout area. Basta vedere l’età media dei partecipanti alle gare”.

Ci sono pure le gare?IMG_6145

“Negli ultimi mesi, nel Nord e Centro Italia se ne sono organizzate cinque o sei. Certo, in generale le gare non sono il meglio della pesca. Ma permettono di conoscersi, di confrontarsi con altri appassionati”.

Permettono ai negozianti di appioppare cucchiaini ai ventenni che arrivano al laghetto “in jeans senza sbattimenti”, come dici tu.

“Certo, c’è anche quello. E non c’è niente di male (noi di Anonima Cucchiaino su questo siamo ovviamente d’accordo con Mauro: viva il libero mercato Ndr). Diciamo la verità: la trout area ha rilanciato il business per i negozi e per i gestori dei laghetti, in un periodo di crisi che ha colpito la pesca come tutti gli altri settori. In Italia gli indulanti da trout li produce solo Real Winner, ma c’è da scommettere che presto altri produttori entreranno nel mercato. È una tecnica che sta crescendo. E ha anche una funzione sociale”.

Una funzione sociale? Non stiamo un po’ esagerando?

“La trout area serve a promuovere il catch and release fra i giovanissimi, soprattutto i bambini. L’idea di rilasciare tutto è educativa”.

Jeans, scarpe da tennis, laghetto, trattoria, catch and release come se fosse un dogma  … non è una tecnica un po’ “da social network”, distante da quello che dovrebbe essere la pesca?

“Su questo sono d’accordo. Ma non è colpa della trout area. E’ il pescatore moderno, in generale, che è sempre più così: attrezzatura costosa, trecciatino, accessori di lusso ostentati. Ormai non si torna indietro purtroppo. E sai secondo me perché molti rilasciano i pesci?”

Perché gli fanno schifo?

“Esatto! Ci ho pensato tante volte. Per molti non c’è un ragionamento di rispetto per l’animale. È più un fatto di essere schizzinosi. E ci sono i talebani del catch and release da social network che sono insopportabili”.

Facebook è pieno.

“Una roba da matti. Se scrivi in un post ‘Oggi ho preso dieci fario e ne ho rilasciate nove. Una Puccini me la sono mangiata con mia moglie’ ti becchi gli insulti. È assurdo”.

Ok, ma la trout area non estremizza proprio questo tipo di visione radicale della pesca, lontana dalla natura?

“Il rischio c’è. Spesso il pescatore da laghetto si incazza se dopo sei lanci non ha preso niente. E non ha voglia di camminare. È proprio per questo che la trout area, che è una tecnica molto divertente, non va lasciata solo ai laghettari a tempo pieno. Può essere un modo per avvicinare i ragazzi allo spinning. E quindi, col tempo, anche al fiume”.

Come lo convinci uno cresciuto in laghetto ad andare al fiume?

“Qui il discorso è complesso. Oltre alla pigrizia, ad allontanare i pescatori dai fiumi sono le poche informazioni, i troppi permessi necessari, la mancanza di parcheggio. Il laghetto è una valida alternativa e una palestra. Comunque, fidati: se una volta venite in laghetto con me, vedrete che vi divertite”.

Dai ok, una volta ci veniamo. E proviamo a vedere se i tuoi cucchiaini giapponesi fanno prendere di più rispetto all’ardito da cinque grammi. Intanto, già che ci sei, consigliami un paio di esche da luccio …

“Più piccola di così, per il luccio non la prendo nemmeno in considerazione”, risponde Mauro. E mi manda la foto di una sberla di gomma lunga come una scarpa da tennis. Di quelle scarpe da tennis che usano i pescatori a trout area per andare al laghetto e poi in trattoria. “Guarda che non è troppo grossa! Sembra grossa ma è la misura ideale – insiste Mauro – a un’esca così può attaccarsi anche un luccetto da cinquanta centimetri”. Sempre che non sia l’esca a mangiarsi il luccio. Per fortuna, Mauro resta sempre Mauro.

10 Comments

  • Edoardo ha detto:

    Che figata…adesso potró tirare fuori i cucchiaini del nonno (vibrax 0, Mepps dell’1…) con cui faceva le fario sul Toce mezzo secolo fa e dire: “ma no mica è attrezzatura vecchia, mica è roba piccola…ma non lo sai che adesso la Trout Area si fa così?!?”…?
    Comunque scherzi a parte siete dei grandi, Mauro è un mito, e qualunque cosa porti attenzione e interesse per le acque (ferme o mobili che siano) è ben venuta!

  • Luca Raldiri ha detto:

    Qualche mese fa molti prendevano in giro noi che parlavamo di Trout Area qui al nord, ora se ne parla ovunque e molti di quelli che ci prendevano in giro dopo aver provato se ne sono innamorati 😀
    C’è poco da dire, è bello pescarci punto e stop. Il prezzo delle attrezzature spesso è dovuto anche ai costi di importazione e distribuzione, comuqneu l’aumento di materiali da Trout Area degli ultimi mesi ha fatto apparire veramente prodotti per tutte le tasche e tutte le necessità

    P.S. Anonimi ma se volete farvi una bella uscita ad area perchè non organiziamo una bella uscita di gruppo tra noi pescatori di Milano come dice Maurizio con pochi sbattimenti?
    Facciamo una sfida Il blog della pesca vs Anonima Cucchiaino 😛

  • mimmus ha detto:

    Ma che caXX’è la Trout Area??? Mai sentita!
    Al Nord, siete troppo avanti! Qua non hanno mai funzionato manco i laghetti old-style.

    Non abbiamo soldi 🙂

  • Andrea ha detto:

    Saró di parte, ma vuoi mettere camminare lungo il fiume, nel fiume, raggiungere i tuoi spot, cercare la trota del fiume con esche degne di tale nome e non quegli ondulanti simil pellet, mangiare un panino, birra e cicca guardando il paesaggio seduti su un sasso? Non c é proprio paragone, una é pesca, l’altra é passatempo..poi comunque quando é sera mi metto su lo stesso le scarpe da tennis e vado in trattoria, magari con una storia da raccontare!

  • Jimmy ha detto:

    Bella intervista, mi sono divertito a leggerla.
    Alla fine però continuo a mosca in torrente, sta roba non mi interessa.

  • Manolo ha detto:

    penso che sia solo una moda, solo fatto commerciale su tutti i fronti…..
    non è che la moda della trout area è solo un escamotage per allontanare i pescatori (visti come sentinelle ambientali alias rompicog… ) dai fiumi così da poter fare ogni scibile umano sui corsi d’acqua? illazioni? fantasticherie? vaneggio? spero di sì…ma dubito.
    io preferisco la pesca di ricerca, quella che te la devi sudare per godere…poi se ci metti un panorama da mozzafiato godi ancor di più…insomma come ci insegnano i racconti di anonima cucchiaino
    a presto,
    Manolo, apr Spinning Brugherio

  • Fabio ha detto:

    Io credo che semplicemente sia una disciplina come altre, non bisogna essere dei talebani. Ogni disciplina che avvicina la gente ad un approccio alla pesca non invasivo e che consenta a tutti di provarci penso sia comunque da rispettare.
    Imparare a Pescare “leggero” nei laghetti e trasferire le nozioni ad ambienti naturali e’ comunque una buona risorsa.
    Lascerei i complotti alla mk ultra….

  • ANDREA ha detto:

    Il bello e’ sperimentare i diversi tipi di pesca, in 6 mesi mi sono divertito sia sul fiume, che nei fossi.e canali.che nei laghi, sia a feeder, bilognese, canna fissa, spinning, casting e trout area. E spero di provare anche altre tecniche, sia in torrente, lago e fiume. Mi sembra un po.limitante dire.e piu bello il mio tipo di pesca che quell altro, forse perche sono cresciuto seguendo il cartone di sampei e la sua filosifia di sperimentare sempre cose nuove.mi e sempre piaciuta. Compresa quella di praticare il catch & release ma non a tutti i costi in modo ostinato come fanno alcuni, ma.rispettando le leggi, e il buon senso e i pesci. Un saluto di buone feste a tutti e auguri un 2017 di nuovs passione per la pesca sperimentando anche cose nuove. Ciaoo

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