Squalo a popper!

Squalo a popper, Madagascar 2017
White Tip Reef Shark, Madagascar 2017
Shimano Ocea Plugger 150 gr in piega su squalo!

Shimano Ocea Plugger 150 gr in piega su squalo!

Una manciata di minuti di un giorno su sette in Madagascar. Questo è il primo piccolo racconto di una grande avventura di pesca. Una sorta di anticipazione. Un solo pesce vissuto in prima persona, una cattura speciale tra tante altre non  meno memorabili che nei prossimi giorni vi racconteremo, così che possiate essere stati lì con noi, tra amici pescatori, a condividere emozioni!

E’ il quarto giorno di pesca consecutivo nell’Oceano Indiano. Ormai ogni legame con il superfluo è rotto, i telefonini non prendono, la pelle è salata e scura e il nostro ritmo di vita asseconda i tempi del sole, dalla sveglia all’alba al sonno profondo poco dopo il tramonto. In barca siamo io, Francis, Savino e Stefano insieme al comandante, amico e guida, John Peluffo e ai mates esperti Thierry e Issà detto Baba.

E’ il quarto giorno di vita sull’acqua, sempre in barca, sempre circondati da paesaggi mozzafiato e da un mare ricco di promesse e pesci da sogno, nei giorni precedenti: pesci vela, GT (giant trevally), Blue Fin Trevally, tunnidi e carangidi vari, Tazaar (king mackarel), pesci colorati di ogni tipo… con attrezzature pesanti, medie e leggere; siamo molto soddisfatti, ma mai appagati del tutto: ogni momento cerchiamo di superare noi stessi, di scoprire quale nuova strabiliante cattura il mare possa offrirci! 

Madagascar, 2017

Madagascar, 2017

Non c’è limite alle aspettative in un contesto del genere, soprattutto se pensi di essere un buon pescatore ed hai attrezzatura top di gamma a disposizione. Per lo spinning pesante: canne Shimano Ocea, con mulinelli Stella, Twinpower e Saragosa, trecce Sufix 832 e Power Pro, split solid e ami per lo più VMC.

La barca scivola in avanti, lenta e silenziosa sul limite del reef, tra acqua scura e acqua più chiara; a sinistra, ad una cinquantina di metri da noi una lunga lingua di sassi neri affiora dall’acqua, si distende e più in là si fa piccola isola, alzandosi con scogli grigi e qualche baobab dalle lunghe radici; a destra il mare aperto, una distesa di barbagli di luce controsole, increspature d’oro e di nero nelle piccole onde, fino a dove vedono gli occhi, fino alla linea lontana dell’orizzonte. 

Francis, Savino, Stefano

Francis, Savino, Stefano

Savino e Stefano lanciano le loro stickbait (pesci di legno affondanti che nuotano a zig zag sotto la superficie) verso la riva e le acque basse del reef, Francis ed io abbiamo agganciato ai nostri terminali di fluorocarbon da cento libbre dei grossi popper (pesci di legno galleggianti con una forma tale da sollevare spruzzi d’acqua ad ogni movimento), mossi dal nostro istinto lanciamo verso il largo, verso le acque più profonde oltre i coralli. Lo sforzo ad ogni lancio si fa sentire, ogni giorno di pesca passato pesa nei muscoli delle braccia e della schiena, non è una pesca delicata, canne potenti come le nostre Ocea Plugger BG e Ocea BB da 150gr ad ogni lancio vengono fatte oscillare all’indietro e frustate in avanti con sforzo di entrambe le braccia per scagliare le pesanti esche il più lontano possibile, contro il vento e la forza di gravità. Quando l’esca tocca l’acqua l’archetto del mulinello è già chiuso, inizia il ritmo del recupero: rotazioni di busto, giri rapidi di manovella e la canna tirata a sé, questi i movimenti che fanno “spopperare” cioè balzare in avanti l’esca sulla superficie alzando scrosci d’acqua, con trionfo di spruzzi ed un rumore caratteristico che ricorda quando un oggetto si inabissa velocemente portando sott’acqua un carico d’aria intrappolata al suo interno. Bluoop! 

Madagascar, 2017

Il suo Dumbell  disegna una scia parallela a quella del mio Ap Lures, le spopperate si alternano una all’altra con quel suono ritmato, come tamburi tribali,  fanno accelerare il cuore del pescatore che in ogni momento  immagina un gorgo che inghiotta l’esca, il grande pesce predatore con cui è pronto a lottare. Lo scenario è maestoso e gli attori in scena sono calati nella parte.

Tutto è così perfetto che il nostro istinto alieutico è allertato al massimo, ce lo diciamo da prua a poppa con il tipico fraseggio degli uomini di cultura: <Che situa pazzesca!>, <Porco Zio, guarda come lavorano ‘sti popper… da pazzi in questa luce>,  <Storie da big fish!>

Quelle scie perfette disegnate sulla superficie, quel ritmo snervante di tonfi d’acqua, la luce del mare e quella nei nostri occhi, un climax grandioso che poteva avere una sola conclusione: un gorgo veloce e rabbioso inghiotte una delle due esche, la mia. 

Alzo la canna deciso e ferro con tutte le mie forze, la Ocea si piega fino al manico e la frizione del potente mulinello inizia il suo canto!

Shimano Ocea Plugger BG in azione! Stella 14000SW

Shimano Ocea Plugger BG in azione! Stella 14000SW

Nel gorgo dell’abboccata John, dall’alto del ponte di comando, ha visto una larga schiena grigia: <Belìn, questo è un GT molto grosso!>

Le sue parole confermano quello che il sibilo della frizione sta già sentenziando, l’adrenalina è pompata a litri per tutti, i miei compagni velocemente hanno recuperato le loro esche e fanno il tifo per me, in barca ogni cattura è un successo di squadra!

La lotta dura una sequenza interminabile di minuti, forse dieci, forse quindici, difficile dirlo, ogni metro recuperato è sudato, pompato cautamente dalla canna e dalla mia schiena dolorante, le fughe repentine e veloci sbobinano in pochi secondi la distanza guadagnata in lunghi minuti di fatica.

Il filo non deve rompersi, gli ami e gli anellini non si devono aprire, il pesce però deve essere costantemente forzato.

Finalmente una lunga figura chiara si mostra sotto la barca, per un attimo credo sia un enorme GT, ma presto la sagoma più famosa del mare diventa inconfondibile: squalo! 

Lo squalo.

Lo squalo.

L’eleganza spaventosa dello squalo è portata sottobarca, è un White Tip Reef Shark di oltre un metro e mezzo per almeno trenta chili di peso! Un bellissimo esemplare adulto per questa specie e la cosa strepitosa è che ha mangiato un popper a galla per poi combattere caparbiamente come il più fiero e forte dei pesci. Non so quanto sia raro, ma io non me l’aspettavo di certo.

Non c’è dubbio che debba essere rilasciato vivo, ma togliere gli ami dalla sua terrificante bocca non è uno scherzo… Thierry cerca di raffiare la mandibola inferiore per limitare al massimo i danni ma allo stesso tempo avvicinarlo in sicurezza al bordo della barca, purtroppo sbaglia  e raffia la parte superiore della bocca, più delicata e ricca di terminazioni nervose, ma in pochi secondi e non senza rischi, riesce a protendersi fuoribordo e con uno slamatore d’acciaio toglie gli ami dalla potente bocca dello squalo. Questo principe del mare, creatura meravigliosa, è di nuovo libero, purtroppo lo abbiamo leggermente ferito ma non sanguina e nuota veloce verso il fondo, vivrà e continuerà a dominare il suo habitat.

Ricorderemo sempre la maestosità di questo animale, inequivocabilmente predatore tra i predatori, si è avventato con violenza sull’esca in superficie per squarciare lo stallo di un pomeriggio di pesca al culmine dell’aspettativa!

 Ci congratuliamo, battiamo i cinque e siamo molto felici, poi si tira il fiato, si controlla il finale, si cambia l’ancoretta 4/0 di cui ha aperto un amo, e in  pochi minuti siamo di nuovo in pesca, il quarto giorno continua, epico e meraviglioso al largo del Madagascar.

Un giorno epico e meraviglioso come ogni giorno vissuto in queste acque… e noi molto presto ve li racconteremo tutti e 7 i nostri giorni di pesca e le loro emozioni, i moltissimi pesci, le esperienze, le persone e i luoghi!

Continuate a leggerci…

Rock’n’Rod

 

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