E’ giovane, legge il nostro blog assiduamente, addirittura cita le nostre frasi, è molto motivato, è molto ben intenzionato, è venuto con noi a pescare un weekend ed è pure simpatico. Queste premesse forse non basterebbero a dedicare un’intervista della nostra “Stanza”, ma se aggiungiamo il fatto che le esche realizzate sono bellissime, nuotano benissimo e prendono anche i pesci, allora ecco, tutto è pronto per presentarvi il nostro diciannovesimo artista delle esche: Luca De Massari; Luca pesca da poco, può essere un bravo auto-costruttore? Leggete e scoprite la sua storia ed i suoi metodi, giudicherete voi stessi!
Prima di lasciare la parola a Luca però, ricordiamo che lui è discepolo di Brilly che noi intervistammo a Dicembre 2012… l’ispirazione si vede nei suoi legni e nelle sue livree. Inoltre tra i “maestri” a cui Luca ha giustamente e umilmente chiesto consiglio, c’è anche Federico … intervistato nel 2013 era un giovane studente che costruiva esche nel tempo libero, oggi è piccolo imprenditore con la sua ditta di esche artigianali, apprezzate e riconosciute da moltissimi! Perché ci piace dirlo? Perché è chiaro un certo senso di continuità, una crescita degli individui e del gruppo, una crescita di Anonima Cucchiaino e di chi la accompagna; scambio di idee, ispirazioni, risate, arrabbiature e saperi. Tutto questo è un valore, un valore che vive e trapela nella cronaca di questo blog che ormai ha ben più di 300 articoli e che speriamo racconti ancora mille storie di pesca e pescatori, di esche, costruttori di esche e pesci…
Mi chiamo Luca De Massari, ho 24 anni e vivo a Verona. Sono un socio dell’Associazione pescatori provincia di Verona (APPV) e membro di uno dei sottocomitati dell’associazione. Fino a poco tempo fa avevo una pagina Facebook, in arte (ero) “Artificiali fatti a mano”, ma ho deciso di togliermi dai social per far si che la costruzione rimanesse una cosa personale, intima, e che non si basasse solo sui mi piace o le visualizzazioni. L’internet per me è stata un arma a doppio taglio, da una parte utilissimo per apprendere le basi rapidamente dall’altra mi ha portato a un livello di astrazione eccessivo.
(Ci terrei a precisare una cosa, in molte delle foto gli artificiali sono armati con ancorette ma in realtà da poco tempo ho cambiato filosofia sostituendo tutte le ancorette con ami singoli senza ardiglione.)
Da quanto peschi?
Pesco da poco più di un anno, solo a spinning e da quando ho iniziato a spinning praticamente non ho mai pescato con nulla che non fosse costruito da me.
Quando hai iniziato a costruire? Ti ricordi la tua prima creazione?
Ho iniziato a costruire quando ho scoperto lo spinning. Nel dicembre del 2014 un mio amico mi ha portato in cava e per un paio di mesi mi è anche piaciuto. Poi però non mi è più bastato come tipo di pesca, troppo monotona, e ogni tanto, sempre in cava, incrociavo dei pescatori a spinning che si costruivano da soli gli artificiali. È stato amore a prima vista.
I miei primi minnow li ricordo ancora, 4 minnow da 7 cm, bruttissimi e costruiti senza alcun criterio, ma la loro foto la conservo con molto affetto.
Perché hai iniziato ad autocostruire?
I primi 4 minnow perché credevo di risparmiare, poi perché è diventata una vera e propria passione che non mi ha più abbandonato. Non sono mai completamente soddisfatto, voglio sempre migliorarmi e questo mi permette di considerare i risultati ottenuti punti di partenza piuttosto che di arrivo. Credo che tutti i miei artificiali, anche quelli che considero i miei cavalli di battaglia, possano essere sempre migliorati.
Questo mi ha permesso e mi permette di crescere e senza presunzione credo e spero di essere arrivato ad buon livello in poco tempo.
Quando peschi che tecniche pratichi, dove e rivolte a che pesce?
Pesco solo a spinning e la mia pesca è indirizzata solo alle trote del mio Adige (e affluenti) e credo che per ora continuerò così. Nonostante molti mi dicano (a ragion veduta) che praticare più tecniche e insidiare più pesci aiuti il pescatore a crescere pescare qualcosa di diverso mi sembrerebbe strano. Quasi un tradimento. Nutro un profondo rispetto per il mio fiume e le sue trote tanto che credo nel fatto che esso sia un’entità consapevole e mi piace l’idea di rimanergli fedele. Ovviamente la marmo è la preda dei miei sogni, grande o piccola che sia. Non so perché ma ad ogni lancio penso solo a lei.
Quello passato è stato il mio primo anno di pesca e all’inizio non è stato per niente facile. Macinare chilometri per una sfilza di cappotti è stato difficile da sopportare, ma sul finire della stagione grazie all’esperienza maturata e soprattutto ai preziosi consigli di Brilly Lures ho iniziato a pescare con un po’ più di criterio e con una buona dose di culo qualche soddisfazione sui 50 cm è arrivata.
Qual è il tuo più grande vizio?
L’impazienza. Ho buttato via o rovinato molti minnow per colpa dell’impazienza. Ma l’autocostruzione mi sta anche insegnando a migliorare questo aspetto.
Qual è il materiale che ami di più? E quale tecnica di costruzione?
Il legno. Dare vita a un listello di samba è una bella soddisfazione.
Nel corso degli anni produttori e tecnologie hanno migliorato molto le nostre attrezzature da pesca, per te qual è stata la novità più utile e rilevante?
Guarda se devo essere sincero non so cosa rispondere perché pescando da poco più di un anno e costruendo anche da meno a me sembra tutto normale.
Qual è l’elemento che conta di più nel successo di un artificiale? Colore e realismo, equilibrio dei pesi e vibrazioni, forma e sua idrodinamica?
Ovviamente la vibrazione e il movimento sono tutto. Ci sono alcuni video su youtube di costruttori che pescano con artificiali non colorati e prendono lo stesso. Questo a dimostrazione che per il pesce la livrea e i colori contano marginalmente. Ma secondo me molti sottovalutano l’effetto che questi ultimi possono avere sul pescatore.
Quando pesco con un minnow che esteticamente reputo perfetto mi sento sicuro e questo credo che influisca positivamente sul mio atteggiamento in pesca. Mentre ogni volta che pesco con un minnow colorato male sono convinto che la trota si accorgerà del difetto. A essere razionali è un ragionamento assolutamente insensato perché sfido chiunque a vedere i dettagli di un artificiale in movimento ma comunque credo che la sicurezza circa il proprio modo di pescare e le proprie esche sia fondamentale per avere la giusta cattiveria.
Descrivi i principali processi/fasi della costruzione di un tuo artificiale?
Realizzo una sagoma su un cartoncino, la copio sul legno e inizio a sagomarla con la lima. Correggo le imperfezioni con la carta vetrata, inserisco il piombo e l’armatura. Do una o due mani di impermeabilizzante, bombolette spray e resina.
Quanto tempo dedichi all’autocostruzione e quanto alla pesca?
Direi 80% costruzione 20% pesca. Il problema è che forse costruire mi piace anche di più che pescare quindi temo di essere ancora un pescatore mediocre nonostante le esche funzionino. E infatti quelli a cui le ho imprestate o regalate hanno ottenuto risultati di gran lunga migliori dei miei. Quando imparerò a leggere il fiume e ad affrontarlo come si deve sarà una bella soddisfazione, per ora cerco di imparare qualcosa da ogni uscita.
Cos’è per te la pesca e cosa significa per te costruire esche?
Per me pescare e costruire sono due cose inscindibili, pescare significa pescare solo con le mie esche.
Poi nello specifico costruire e pescare per me significano evadere, staccare la spina e calarmi in un mondo avulso dalla realtà e dalla quotidianità. Secondo me sono due di quelle poche attività che conservano ancora un qualcosa di primordiale, che ci fanno tornare predatori.
Costruire e pescare per me equivalgono al prepararsi alla caccia e a cacciare. Nel momento in cui scorgo una sagoma dietro le mie esche o sento il colpo in canna mi tremano ancora le gambe. È un misto di paura e eccitazione, di cattiveria (sportiva) e concentrazione. Quei due o tre secondi tra la mangiata, la ferrata e il momento in cui ti rendi conto di aver preso sono magnifici e impagabili. L’uomo è nato per cacciare e riuscire a catturare la propria preda è una enorme soddisfazione. Questo unito ad un modo di pescare consapevole crea il connubio perfetto, perché è stupendo prendere ma è ancora più bello rilasciare. Sempre.
Qual è la tua marca di esche artificiali presente sul mercato preferita?
Credo di aver comprato al massimo due o tre artificiali delle grandi case senza peraltro essere mai completamente soddisfatto. Devono soddisfare una gamma di pescatori enormi e peccano di personalità, tutto quello che so e che ho imparato lo devo agli artificiali del mio maestro, Brilly Lures.
Qual è il tuo sogno di costruttore di esche?
L’obbiettivo più immediato è quello di diventare un pescatore capace. Il sogno invece è quello di prendere una marmo maestosa come la grande marmo del Sesia di Invernizzi con un mio artificiale e poi restituirla al fiume.
Se potessi scegliere un altro costruttore a cui affiancarti, presente o passato, il più bravo, chi sarebbe?
Da questo punto di vista devo dire di essere stato molto molto fortunato, ho avuto e ho attualmente come mentore uno dei più bravi costruttori d’Italia, Brilly lures. Per me è stato un grande maestro senza il quale sicuramente non sarei qua a fare questa intervista. È stato un maestro paziente e intelligente e il suo pregio principale è stato quello di insegnarmi a ragionare, a pensare a come risolvere i problemi che incontravo. Mi ha insegnato ad approcciarmi alle difficoltà e a individuare le soluzioni in maniera tale che io potessi sviluppare e affinare il mio metodo. Veramente un grande costruttore e un amico prezioso.
Quali sono, nell’ordine, i primi materiali e attrezzi che consigli a chi vuole iniziare ad autocostruire? E con quale imitazione partire?
Per quello che riguarda i materiali consiglio di guardare i video su Youtube che danno un’infarinata generale. Invece per quello che riguarda la mia esperienza personale ho iniziato copiando artificiali di altri costruttori, e copiare mi è servito per capire i principi base e acquistare una buona manualità. Poi dopo un po’ l’esperienza accumulata permette di creare qualcosa partendo da zero e da questo punto non si torna più indietro. Vedere una propria idea prendere forma sul legno e poi funzionare in acqua è stupendo. Non c’è paragone tra copiare e creare in termine di appagamento personale. Ma io consiglio a chi approccia di iniziare copiando e poi di crearsi un proprio stile personale.
Che consigli daresti a chi si avvicina all’autocostruzione?
Il pregio maggiore dell’autocostruzione è che si crea un artificiale che non è uguale a nulla che è già presente sul mercato. E questo è fondamentale perché a mio parere il pesce non è abituato a quella vibrazione o a quel movimento e non lo collega ancora ad un pericolo. E pescando solo voi con quel minnow sul fiume non darete il tempo ai pesci di riconoscerlo.
Quindi il consiglio che darei a chi si avvicina all’autocostruzione non è di costruire per ragioni economiche, ma per pescare con pezzi unici che per quanto semplici nessuno al mondo avrà mai. Semplicemente perché alla fine sono artificiali fatti a mano.
Vorrei ringraziare quattro persone in particolare: prima di tutti ovviamente la mia fidanzata perché solo lei sa quanta pazienza bisogna avere per sopportare un fidanzato pescatore; poi vorrei ringraziare ancora Brilly lures, un magister alla vecchia maniera; voglio ringraziare anche Pietro per questa fantastica opportunità e per la disponibilità che ha sempre mostrato nei miei confronti nonostante non ci conoscessimo. Ricordo ancora la prima volta che ho scritto dopo aver letto quel report stupendo sulla magnifica e maestosa grande marmorata del Sesia. Per me fonte di ispirazione e un modello da seguire. E infine vorrei ringraziare un altro noto costruttore italiano che, quando fu, si prese la briga di spiegarmi la differenza tra un vero costruttore e un imitatore, dandomi un “no” che poi si è rivelato utilissimo, lui di sicuro leggerà questa frase e capirà.
Chiuderei con una citazione:
“…forse nemmeno vi rendete conto di quanto è importante nell’equilibrio della vostra vita, di quanto, quando andremo a saldare il conto dei nostri giorni sulla terra, quelli spesi pescando si riveleranno il migliore affare.”
- Una bella fario di Luca C&R con le sue esche
- i primi artificiali autocostruiti di Luca…
- Adige in valle
- La mia prima marmo, primo rilascio.
- marmorata C&R con esca Luca De Massari
- Sagome in legno
- Pietro e un trota dell’Adige presa con un crank di Luca!
Fantastica intervista !
Complimenti a Luca per le esche e per i risultati ottenuti in così poco tempo, MITICO.
Parole e racconti che attendo ogni giorno seguendovi su facebook, appena spunta un articolo giurato che in poche ore l’ho gia letto !
Continuate cosi e grazie del lavoro che fate 🙂
Tutti a pesca raga
Grazie mille Alessandro!
Commenti così ci danno la forza e la voglia di continuare a scrivere 😉
Di pescare invece la voglia non manca mai!
A presto, Rock’n’Rod
grazie!