
Brilly Lures “Taildancer”
Il panettone è ancora lì che ci possiede e offusca i nostri pensieri in complicità con lo spumante, la crema mascarpone ci inchioda al divano e sembra difficile toglierci da questo incaglio. Ma non c’è bisogno di rompere il filo che ci lega alla nostra passione: due strattoni e siamo in piedi pronti per andare a fare due lanci, lasciandoci alle spalle i festeggiamenti, belli o brutti che siano stati! Se proprio di pescare non se ne parla, ci consoliamo con l’autocostruzione… le feste invernali (il falegname Giuseppe lo sapeva) sono il periodo d’oro di morsetto, carta vetrata e fantasia alieutica! Oggi per ispirarvi ed ispirarci, per l’ottava intervista della serie, presentiamo Brilly Lures, nome molto conosciuto e rispettato nell’ambiente dell’autocostruzione di minnow.
1. Da quanto peschi?
Pesco dall’età di 18 anni. Ho cominciato con il galleggiante sul lago di Garda, la mosca secca (era il 1975…!), la passata in fiume e infine lo spinning
2. Quando hai iniziato a costruire? Ti ricordi la tua prima creazione?
Ho iniziato a costruire nel 2007 e la mia prima creazione è stata un cranketto galleggiante in balsa da 5 cm ispirato al Brutto Anatroccolo
3. Perché hai iniziato ad autocostruire?
Di solito si arriva all’ autocostruzione perchè si cerca qualcosa che non si trova in commercio e che si adatti perfettamente al proprio stile di pesca. E’ stato così anche per me. Volevo un’ esca che lavorasse come il Brutto Anatroccolo ma molto più maneggevole. Ho unito la mia esperienza di modellista a quella maturata in tanti anni di pesca ed è partita l’avventura
4. Quando peschi che tecniche pratichi, dove e rivolte a che pesce?
Pratico solo spinning, prevalentemente in fiume a trote e cavedani, in questi ultimi tempi anche lucci sia in fiume che in lago, occasionalmente bass e persici
5. Qual’è il tuo più grande vizio?
Più che un vizio è un difetto: dico sempre la verità e questo a volte mi crea dei problemi
6. Qual’è il materiale che ami di più? E quale tecnica di costruzione?
Il materiale che amo di più è il legno
7. Nel corso degli anni produttori e tecnologie hanno migliorato molto le nostre attrezzature da pesca, per te qual’è stata la novità più utile e rilevante?
L’ introduzione del carbonio per le canne
8. Qual’è l’elemento che conta di più nel successo di un artificiale? Colore e realismo, equilibrio dei pesi e vibrazioni, forma e sua idrodinamica?
Tutto quanto, quello che vince è il mix, ma se vogliamo dare una precedenza, senz’ altro il movimento e la vibrazione. Quest’ ultima è praticamente una nota e perchè questa sia perfetta il minnow va accordato in tutte le sue parti come uno strumento musicale
9. Ci descrivi i principali processi/fasi della costruzione di un tuo artificiale?
Prima di costruire un nuovo minnow io lo immagino, soprattutto per quello che dovrà fare e come dovrà comportarsi. E’ praticamente una risposta ad un’2esigenza di pesca. Non ci faccio tanti ragionamenti, lascio che gli input arrivino e che si aggreghino, in un processo creativo spontaneo. E’ come lanciare una domanda e poi aspettare la risposta. Nel momento in cui “arriva”, mollo tutto, lo realizzo e di solito funziona al primo colpo, al massimo ha bisogno di una rifinitura sulla bilanciatura e rimane il prototipo di riferimento. In caso contrario non ci perdo tempo sopra, lo accantono e lo riprendo solo se e quando “ritorna”. Io questo lo chiamo il potere creativo della mente
Per quanto riguarda le tecniche di costruzione, uso quelle classiche descritte dal Cobra nei suoi video e che mi sono state molto utili, soprattutto per velocizzare i tempi. In alcune cose ripongo molta attenzione: nella scelta del legno in base a quello che voglio fare (samba o ajous più o meno pesanti, balsa), nella precisione e nella robustezza della realizzazione.
10. Quanto tempo dedichi all’autocostruzione e quanto alla pesca?
70% costruzione – 30% pesca
11. Cos’è per te la pesca e cosa significa per te costruire esche?
Ormai pesca e costruzione sono una cosa sola tra loro e con la mia vita. Se dovessi descrivermi in una parola rispetto a questa cosa, mi verrebbe da dire “immerso”
12. Qual’è la tua marca di esche artificiali presente sul mercato preferita?RAPALA, anche se purtroppo alcuni modelli difettano di robustezza
13. Qual’è il tuo sogno di costruttore di esche?
Produrre in serie e girare il mondo pescando. Ma non è un sogno, è un progetto!
14. Se potessi scegliere un altro costruttore a cui affiancarti, presente o passato, il più bravo, chi sarebbe?
Anch’io come molti di noi devo molto al Cobra. Secondo me è un pozzo di inventiva e conoscenza
15. Quali sono, nell’ordine, i primi materiali e attrezzi che consigli a chi vuole iniziare ad autocostruire? E con quale imitazione partire?
Un seghetto alternativo e un trapano in postazione fissa, un platorello, un Dremel, carta abrasiva, una morsa, pinze a becchi tondi e piatti, forbici da lattoniere, un tronchesino, olio di gomito
16. Che consigli daresti a chi si avvicina all’autocostruzione?
Si può partire studiando e replicando un qualunque classico, meglio se tipo Countdown o Real Winner e da lì partire con le proprie considerazioni ed esperimenti.
Lasciaci qui di seguito i recapiti per coloro che vorranno contattarti e vedere i tuoi lavori:
Per contattarmi potete usare la mia pag Facebook “Brilly Lures” o la mail battista.vito@libero.it
- Brilly Lures “Taildancer”
I taildancer fario sono davvero spaziali, complimenti!
Molto ben fatti. Ne ho uno fresco fresco che aspetta di essere battezzato…