10 cose che sto imparando sulla mosca (senza essere moschista)

L’ultimo sabato di settembre del 2014, per la prima volta ho lasciato a casa la canna da spinning. Destinazione: laghetti alpini, quota 2.700 metri, trote e salmerini. Una volta entrato in macchina, all’alba, ho realizzato di non avere nemmeno un rotante Mepp’s nello zaino. Mi sono sentito smarrito. Ho pensato: “Bravo, hai fatto una cazzata”.

Il primo lancio a mosca lo avevo fatto solo qualche giorno prima della partenza per i laghetti. Avevo lanciato su un marciapiedi a Milano, lontano dall’acqua. Alberto Notarbartolo, che lavorava al Gatto con gli stivali, per insegnarmi aveva steso una coda lungo la fila di auto posteggiate in via Bergognone. Un gesto elegante e fuori contesto, fra cagnolini e studenti di ritorno da scuola. Un gesto che ha cambiato (forse per sempre, ma è presto per dirlo) il mio rapporto con la pesca.

pesca a mosca anonima cucchiaino franco vanni

Il mio primo salmerino a mosca secca

Ai laghetti, pescando a secca, ho preso trote e salmerini. Altri (tantissimi) li ho sbagliati, slamati, persi. Ho ingarbugliato il finale. Ho distrutto mosche sulle rocce. Ho esagerato con i falsi lanci. Ho dovuto districare la coda, che fasciava la canna come un rampicante su un tronco. Mai, nemmeno per un momento, mi sono pentito di avere lasciato a casa la canna da spinning.  Nell’ultimo anno ho pescato meno di quanto avrei voluto. E quasi sempre con la coda di topo. Questo non fa  di me un moschista, lo so bene. Ma mi consente di raccontare la mia esperienza di neofita a te che come me, dopo anni di spinning, ti avvicini alla mosca per la prima volta.

#1 NELLA MOSCA NON TUTTO E’CARO Nella pesca a mosca tutto costa caro. Come molti luoghi comuni, è  vero. Ma si può cominciare con poco. Esistono kit composti da canna 9 piedi, mulinello e coda 5 galleggiante. Un’attrezzatura base che consente di prendere trote a secca, trote a ninfa (anche se sarebbe meglio una 10 piedi per coda 3), persici e boccaloni con piccoli streamer piombati. Il mio kit è della Scientific Angler e costa un centinaio di euro. Unico limite: in coda 5 non si possono lanciare grossi streamer. Per questo ho comprato anche una canna 9 piedi per coda 8 con due code, una galleggiante e una affondante. Per questa seconda combo ho speso 200 euro. So che prima o poi vorrò cambiare la mia attrezzatura con altra più costosa. Ma so anche che a questi miei primi arnesi vorrò bene per sempre.

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Popper e streamer per la pesca al boccalone

#2 VAI A PESCA (PIU’ DEL SOLITO) Nella mosca i tempi di apprendimento sono lunghi. Ho visto un amico completamente digiuno di pesca imparare a lanciare a casting in mezz’ora, in una stupenda trasferta irlandese. Lo stesso non succede con la coda di topo. Inutile farsi illusioni. Lanciare, gestire la coda (soprattutto in corrente) e animare l’esca (gli streamer, ma non solo) non sono azioni istintive. Il modo per progredire è uno solo: provare, riprovare e provare di nuovo. Se non hai un po’ di tempo da dedicare a tentativi ed errori, lascia stare.

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Boccalone preso con un grosso streamer da luccio

#3 TROVA UN MAESTRO Come in tutte le discipline, anche nella pesca a mosca quelli bravi sul serio (nella grande maggioranza dei casi) hanno il gusto di insegnare. L’esperienza altrui è il tesoro più grande per te che cominci. Un lancio ben eseguito, visto dal vivo sul fiume, vale cento dvd “fishing like a pro” e altrettanti tutorial su youtube. Quindi: trova un maestro, fatti portare a pesca, domandagli come miglirare la tua tecnica, chiedigli consigli e ascolta le sue risposte. Ai miei compagni di Anonima  Francis e Pietro, i primi lanci li ha insegnati Sandro Ghilardi, patron della storica bottega in via Alberto da Giussano 1. Io devo ringraziare Alberto Notarbartolo, Mario Gianninone  (il mitico Ruccio del Toce) e Alessandro Negri, anagraficamente più giovane di me, ma immensamente più esperto e maturo come pescatore. La nifa me la stanno insegnando Diego Riggi e Valerio Braghieri. Grazie ragazzi!

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Mario Gianninone, il grande Ruccio, sul suo Toce

4# PER LEGARE C’È TEMPO Ogni vero pescatore ti dirà che prendere un pesce con una mosca che ci si è costruiti da soli è un’emozione impagabile. Sono sicuro che sia vero. Ma non è ancora il mio momento. So di essere all’inizio e in questa fase ho bisogno di pescare e pescare ancora. Ho tutto da imparare e poco tempo libero. Se ho un’ora da dedicare alla pesca, voglio passarla sull’acqua, non seduto di fronte al morsetto o in un negozio a comprare piume e filo da legatura.

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Azione di pesca a streamer

5# PUNTA VERSO LO SPAZIO Se sei abituato a pescare a spinning, dovrai rinunciare a molte bitudini. Anzitutto, preparati ad abbandonare luoghi cari. La ragione è semplice: per lanciare, nella maggior parte dei casi, avrai bisogno di spazio dietro le spalle. La prismata in cui hai pescato per anni, lanciando dagli scogli, per la mosca è off limits. L’ansa del fiume che sei abituato ad “arare” con ondulanti e long jerk, ti è ora inaccessibile.  Tutta colpa di quel filare di alberelli che in tanti anni nemmeno avevi notato. Nei torrenti, se devi, entra in acqua. Nei grandi fiumi, ragiona come tua moglie quando si tratta di organizzare le ferie di agosto. Scegli un posto in cui ci sia una bella spiaggia.

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Pausa caffè durante un’uscita ad aspi sul Po

#6 LA BARCA E’ TUA AMICA L’handicap del bisogno di spazio (vedi punto #5) è superato nella pesca in barca. Una barchètta consente di lanciare con grande agio. E compensa il fatto che – per quanto tu sia bravo – non arriverai mai lontano come nello spinning. Le prime uscite falle da solo, di modo da prendere dimestichezza con il lancio in barca. Poi potrai riprendere tranquillamente a dividere la barca con il tuo abituale compagno di pesca. Anche se lui pesca a cucchiaino, non vi darete troppo fastidio, anzi.

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La barca è amica del moschista

#7 NON C’È PESCE FUORI DALLA TUA PORTATA Il pesce dei tuoi sogni con ogni probabilità può essere pescato con la coda di topo. Meglio se è un predatore, ovviamente. Ma non per forza. Nel mio caso, fin da bambino il pesce che più mi ha affascinato è il luccio. Mi ha esaltato prendere i primi luccetti a cucchiaino, alle scuole medie. Mi ha dato soddisfazione prendere pesci più importanti una volta diventato grandicello. È naturale che, una volta cominciato a pescare a mosca, il mio obiettivo sia presto diventato il luccio. Ci ho provato con insistenza negli ultimi due mesi. All’inizio, cercando i lucci, ho preso boccaloni, ancora boccaloni, sempre boccaloni. Poi, finalmente, i primi luccetti! Non ne ho ancora preso uno di taglia, ma ogni abboccata è stata un’emozione enorme.

p.s. Per fare il luccio, alla coda 8 affondante intermedia lego uno spezzone di filo 0.40 lungo un metro e mezzo, in fondo uno stramer (per lo più di coniglio) di 15/20 centimetri. Poi … strippo come non ci fosse un domani!

Luccetto a streamer

Luccetto a streamer

8# LE RISERVE COME PALESTRA Per chi come noi pesca a spinnng, le riserve sono da evitare come l’Ikea sabato pomeriggio o il lido di Ostia a Ferragosto. Per un pescatore il fascino del selvaggio deve prevalere sulla certezza della cattura. Per la mosca vale la stessa regola: meglio un cappotto ad aspi in Po che trenta iridee pollo che ti tirano fuori dal mulinello anche il backing. Ma. Per quanto riguarda la mosca, c’è un Ma. Le riserve di pesca a mosca sono spesso belle. E per imparare vale la pena frequentarle. Noi di Anonima Cucchiaino siamo affezionati al laghetto Mittagsee, dove da un paio di anni organizziamo la tradizionale pescata di Natale. E abbiamo pescato in riserve dignitose, o anche meglio, in Adda, sul Sesia, sul Trebbia. Per un principiante pescare dove si è sicuri che ci sia pesce è istruttivo. Insegna a capire cosa funziona e cosa no. Se non l’hai preso, chiediti dove hai sbagliato.

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Iridea a ninfa sul Trebbia “zona mosca”

9# VAI A CENA AL RATANA’ Questo post vale per i milanesi, o per chi ha voglia di fare una trasferta a Milano. Nella nostra città, pescare a mosca apre le porte ad almeno due luoghi speciali. Il primo è il Fly Angling Club – Mosca Club d’Italia, il cui presidente è l’amico Roberto Pecorelli, persona di grande cultura alieutica e non solo. Come dice Sua Santità, José Mourinho da Setubal, “chi sa solo di calcio, non sa niente di calcio”. Per la pesca è la stessa cosa, uomini come Roberto e Mario Narducci ne sono dimostrazione. Secondo luogo speciale: il ristorante Ratanà, in zona Garibaldi/Isola. Basta mostrare al gestore la licenza di pesca e qualificarsi come moschista (magari facendo scorrere sul cellulare qualche immagine di uscite di pesca eroiche) e si ottiene uno sconto consistente. Il cibo è ottimo, il servizio anche migliore.

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Eroismo alieutico sul Po

10# GODITI OGNI MOMENTO Come ogni tecnica di pesca, la mosca regala emozioni.  Ma, più di altre tecniche, richiede  studio del contesto, tempo e pazienza. Bastano pochi lanci per capire che la frenesia è nemica del risultato. Ma questo non te lo devo spiegare. Se leggi il nostro blog sei già un pescatore. Se non lo sei ancora, vedi di recuperare il tempo perduto.

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Momento di relax durante un’uscita a lucci

 

 

4 Comments

  • Diego Traversa ha detto:

    La cicca del Ratanà non la sapevo.. proverò appena possibile!

  • Diego Traversa ha detto:

    *chicca

  • Gabriele ha detto:

    Franco, grazie dell’articolo, semplice e ottimo (da vero moschista 🙂 sto andando a scuola, così sto facendo i primi lanci a mosca proprio in questi giorni ….
    Ciao

  • franco vanni ha detto:

    Diego: provare per credere! Il Ratanà è un vero covo di pescatori. Tira fuori la licenza e preparati ad ascoltare racconti di pesca, di quelli che ti migliorano la serata (e di conseguenza la settimana).
    Grazie Gabriele! Ci capiamo. Cominciare è sempre stupendo. Quando si comincia a fare qualcosa di così bello, lo è anche di più!

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