Passiamo la mattinata a lanciare come ossessi, raggiungiamo le aree che ci piacciono con il motore a scoppio, lo spegniamo ancora distanti e quindi remiamo per portarci in “zona di lancio” e sempre con i remi costeggiamo la riva che ci ispira. Lanciamo sia verso riva, sia verso il largo… Alterniamo esche di gomma pesanti per avvicinarci al fondo, ad esche di reazione come grossi minnow e jerk recuperati a galla. In particolare io insisto con “subwalk” della Rapala e grossi “shallow jerk” artigianali, detto come mangiamo: esche in legno che si muovono poco sotto la superficie.
Non prendiamo nulla, né vediamo pesci… piuttosto un paio di barche di altri pescatori super tecnici e agguerriti. Chissà a loro come sta andando…
Dopo pochi colpi di remo lungo un canneto e pochi lanci a destra e a manca, mi sembra di vedere due pesci nel sotto riva, in mezzo metro d’acqua… aguzzo la vista e riconosco le sagome di due luccetti sui cinquanta, forse sessanta, centimetri. Sono piccoli ma non resisto, lancio con la canna da spinning un long jerk argentato poco oltre i loro becchi… due jerkate col fiato sospeso, uno dei due esocidi si gira lento, si avvicina all’esca sullo stop… riparto, dovrebbe scagliarsi, avventarsi, afferrare, abboccare… nulla, si gira e se ne va.
Non molliamo.
La fiducia nella propria esca è fondamentale, apprezzarla e conoscerla bene, sapere come muoverla come farla vivere. Ci porta a pescare meglio e ad essere più concentrati.
Io nel mio jerk-one credo fermamente, è quello che era armato in salotto da settimane, quello che ho studiato per ben benino anche in Madagascar sui Giant Trevally… E anche la combo anna e mulinello è quella di quasi tutti i miei lucci degli ultimi due anni: Yasei 6’6” da 4 oz e Cardiff 301, tracciato power pro e fluocarbon da 1 mm.

Ready! Yasei 6’6″, cardiff 301, Subwalk Rapala
Lancio lungo, parallelo alla riva, su un fondale che credo essere di quattro o cinque metri. Inzio con una “pullata” lunga, ovvero con un tirone, poi mi fermo, due jerkatine side-to-side, due colpetti di cimino destra e sinistra. Stop.
Appena provo un altro colpetto sento una botta brutale sul polso e vedo un grande gorgo aprire le acque là dove c’è la mia esca! Ferratona lunga, canna in piega!
Abbasso velocemente il cimino verso l’acqua perché quel grande pescione dorato che vedo là in fondo è indemoniato ed è troppo vicino alla superficie per i miei gusti, ho paura di eventuali salti. Funziona. Corre verso il fondo… lascio che la frizione del mulinello faccia il suo lavoro. Poi si ferma e istantaneamente inizio a recuperare, lentamente, con calma. Assecondo con la canna le testate potenti che di tanto in tanto scuotono l’attrezzatura e le mie coronarie. Arriva vicino alla barca, è grosso. Scopriamo che il guadino si è arricchito di nuove decorazioni… il casino che regnava in barca ha fatto sì che la rete catturasse diverse esche… no comment. Il re sembrava arreso, sul fianco, ma in un attimo si raddrizza, scoda violentemente e parte verso il fondo… grazie al cielo ho la prontezza di assecondarlo abbassando di nuovo la canna e lasciandolo sbobinare per alcuni interminabili secondi… si ferma. Adesso è il momento. Recupero lento ma con decisione. Il guadino mi da poca sicurezza… la destra alza la canna al cielo, il luccio è accanto allo scafo d’alluminio, con la sinistra lo opercolo sotto la mandibola sinistra, la destra molla la canna e va sotto la pancia del pesce, alzo il piacevole e notevole peso. Preso!
Velocemente è liberato del jerk e messo nel guadino ora libero da altri ami, dentro l’acqua. Con due colpi di remo siamo a riva. Due o tre foto di rito con sorrisi a mille denti.
E’ un pesce maestoso e bellissimo. E’ massiccio, molto massiccio; si vedono i segni della recente frega, ma non è affatto patito…
Lo appoggio in acqua e appena sfiorata la superficie una codata favolosa lo fa allontanare fulmineamente da me.
Poi con un nuoto lento, quasi stupito e perplesso si allontana davanti ai nostri occhi. Grande apertura!

Riprendiamo la pesca a lancio fiduciosi ed entusiasti, ma nulla verrà a minacciare le nostre esche per le successive due ore.
Al tramonto, un po’ stanchini dopo mille milioni di lanci, decidiamo di fare una traina spiombata con dei crank.
Appena partiti, dopo aver chiuso il freno del mulinello da un minuto circa, una tuonata, uno strattone tremendo mi sorprenderà…
Rispondo ferrando lungo, ma un’altra testata violenta fletterà la canna, istintivamente, di reazione, con il pollice bloccherò la bobina e proverò a contro-ferrare… Eccessivo, un errore. L’unghia del pollice quasi si incastrerà sotto il ponte del mulinello, la canna si piegherà forte e… libero…
Basito e triste recupererò e scoprirò di aver aperto due ami delle due ancorette… assurdo! Ma quelle ancorette originali del crank, che credevo buone, a ben vedere sono gracili e sottili. Quest’ultima emozione, quest’ultimo amaro rimpianto, rovinerà un po’ la festa di una grande apertura luccio 2016. Perché si sa, i pesci persi sono sempre i più grossi, crescono nella nostra fantasia, ci ossessionano, diventano un luccio da un metro e mezzo o forse una trota lacustre gigante, magari un perca enorme, probabilmente un drago… non lo sapremo mai. Ma quel che è certo è che torneremo a cercare di prenderlo! Un eterno inseguire i propri sogni, con la canna da pesca in mano.
Bellissimo articolo, come sempre, e pescata da campione. Complimenti
Grazie mille del commento Paolo! Rock’n’Rod
Non posso che farti i complimenti:
La splendida cattura ?
E per il racconto come sempre emozionante a tratti esilarante
Bravi
Grazie grazie grazie Marco! Davvero felice che sia piaciuto ?? A presto!
Bella roba! Complimentissimi!
Invidia totale per il luccio, che da me non esiste.
Grazie Mimmus, hai ragione, è una gran fortuna poter pescare i lucci! Ti auguro prima o poi di averli a portata di canna 😉 Rock’n’Rod
F AN T A S T I C O !
un ciccione da mc donalds, bestia incredibile, e da quello che parrebbe aver mangiato predatore molto performante!
Orta?
Ciao, sì davvero un ciccionazzo 🙂 Molto in forma e combattivo! Il lago preferiamo non dirlo… Perdono! A presto, Rock’n’Rod
Tranquillo non mi offendo, non vado a lucci, ma sono della zona dei laghi, maggiore , orta , Mergozzo .
Ti capisco, io pesco in ossola e non vado di certo a scrivere su internet i posti migliori, perché altrimenti in poco tempo non sarebbero più tali, rispetto la tua scelta e credo sia senz’altro la più saggia, anche se un lago prealpino è grande è sempre meglio prevenire che curare .
Ciao ? e ancora complimenti ☺
P.S. Ma andate ancora a trote?
Un pochino meno, ma ci andiamo e ci andremo 😉
Complimenti, luccio bellissimo!!!
Ho iniziato l anno scorso a jerk, tecnica che in certe condizioni è micidiale.
Grazie mille!
Micidiale e soprattutto divertentissima… Una delle più emozionanti secondo me 😉
A presto,
Rock’n’Rod
Sai descrivere la pesca in un modo eccezionale, in questi racconti ci sono delle considerazioni che solo chi pesca può capire..
Complimenti per le straordinarie catture e rilasci!
Grazie infinite Marco! 😉 A presto e Rock’n’Rod
Grazie mille Marco! 😉 A presto e Rock’n’Rod