PARTE 1 – LA PAURA E L’ANGELO CUSTODE
(di Franco Vanni)
Questa volta è stato diverso. Che fare 1.500 metri di dislivello con quindici chili di zaino e poco allenamento fosse dura, lo sapevamo. Che dormire a fine settembre a quota 2700 in tende da campeggio “quattro stagioni” potesse essere durissima, lo abbiamo imparato a nostre spese. Ma questa volta è stato diverso, perchè per la prima volta abbiamo avuto paura. Ne abbiamo avuta quando, all’imbrunire, il vento gelido ha spazzato il campo annunciando una notte di tempesta. Ne abbiamo avuta tanta trovandoci a saltellare precari su pietroni bagnati, con la pioggia che ci sferzava la faccia. E abbiamo temuto di non farcela quando, al momento di scendere, uno di noi si è bloccato per un dolore lancinante a un ginocchio. A quelle altezze i telefoni non funzionano. E con quel tempo gli elicotteri di soccorso non volano. Ma a ogni altezza, e con ogni tempo, a sconfiggere la paura sono il coraggio e la generosità.
SEGUE PARTE 1 – LA PAURA E L’ANGELO CUSTODE
(di Franco Vanni)
Quando domenica sera siamo finalmente arrivati a valle scivolando sul fango, con ore di ritardo sul programma, non avevamo i sorrisi euforici con cui siamo tornati alle auto gli anni scorsi tornando dai Laghetti. Avevamo sorrisi nuovi, più deboli e più forti. Più deboli, perché eravamo provati. Chi perché ha portato nello zaino anche l’attrezzatura del compagno che non ce la faceva più. Chi perché ha ceduto le bacchette all’amico infortunato. Chi perché fino all’ultimo metro ha dovuto lottare con un dolore che in città ti costringe a letto, ma che in montagna devi sopportare, passo dopo passo. Ma allo stesso tempo più forti, perché in ciascuno di noi era forte la consapevolezza che nessuno era stato solo nell’avventura, nemmeno per un attimo.
Me ne avevano parlato gli amici amanti della montagna, e non capivo. Ora so cosa vuol dire: è in quota, sopra e dentro alle nuvole, che ognuno può incontrare il proprio angelo custode.
Il tuo angelo può avere le sembianze di tuo fratello, del tuo migliore amico o dell’occasionale compagno di avventura, che hai conosciuto il giorno prima ma a cui sarai legato per sempre. Perché con coraggio e generosità si è tolto del suo per dare a te, e non ti ha abbandonato fino all’ultimo. Perché si è preso il tuo peso per farti arrivare fino in fondo. E ti ha spronato ad andare avanti quando tu eri sicuro che per te era troppo, che basta, che non ne avevi più. Quest’anno è andata così. E’ stata una prova dura, per alcuni durissima. Ma siamo tutti qui a raccontarlo con un sorriso speciale.
Quindi, viva l’Anonima Cucchiaino e grazie agli amici che ogni anno si aggiungono a noi in questa piccola impresa. Ora basta seghe: gustatevi il racconto di cosa è successo in un week-end memorabile, dall’arrivo a Varallo Sesia fino al ritorno in macchina a Milano.
La salita si divide in 3 checkpoint– Rifugio Pestilenza ( circa 2 ore di camminata )– Lago Immacolato ( 40 minuti dal rifugio )– Lago Oscuro ( 1 ora circa dall’Immacolato )
PARTE 3 – NOTE TECNICHE, OVVERO “COME CIAPA’ I PES!”
(di Pietro Invernizzi)
Se non sei un pescatore, salta questa parte., è la più noiosa… non racconto come ho vissuto la mia esperienza ai laghi alpini quest’anno! La gioia dei paesaggi incontaminati, della condivisione con gli amici, degli incontri con camosci e stambecchi; l’orrore di una notte insonne con sacco a pelo accidentalmente bagnato e conseguente gelo atroce, gli insulti che ho rivolto all’amico Francis per avergli dovuto portare chili di zavorra per poi vederlo “spagliare” flaccido con sizza in bocca… Qui parlerò solo di come abbiamo preso i pesci, anche quest’anno seppur meno degli anni passati.
I pesci che popolano acque ad altitudini elevate, in questo caso ben oltre i duemila metri sul livello del mare, hanno ben poche occasioni di sfamarsi… per un lungo periodo dell’anno sono praticamente in letargo, con temperature dell’acqua proibitive, il loro metabolismo è rallentato al massimo, il tempo deve sembrare loro infinito nei lunghi mesi sotto la coltre di ghiaccio e neve che li sovrasta. Gli insetti compaiono solo a primavera quando neve e ghiaccio si ritirano… ma oltre i duemila metri di altitudine anche i grassi lombrichi e le succulente cavallette, che riempiono i prati poco più a valle, diventano rari o inesistenti… Quindi la pausa estiva è l’occasione per divorare tutti quegli insetti ed insettiniche capitano a tiro ed in effetti capita di vedere grandi schiuse di “cosi alati” neri, beige o rossicci (perdonate l’infinita ignoranza in materia di entomologia dell’autore…N.d.R.). Certamente i pesci più grandi approfittano dell’estate anche per assalire gli avannotti di propri simili, i nuovi nati, che di certo sono il pasto più calorico…
Da questa premessa si capisce una cosa: i pesci d’alta quota, siano essi salmerini, trote fario o iridee, in estate sono pesci voraci, relativamente facili da ingannare e non troppo sospettosi!
Tuttavia fare un buon risultato non è sempre scontato… le condizioni meteo, la frequentazione del lago da parte di altri pescatori, lo spirito sadico degli dei della pesca, questi ed altri fattori possono rendere sporadiche se non assenti le catture…
Il vantaggio di frequentare questi laghi da qualche anno, di aver ascoltato il parere di molti altri esperti pescatori e di essersi sempre presentati con più canne in pesca (quest’anno eravamo ben 7 a pescare simultaneamente! N.d.R), ci permette di fare statistica!
Ecco le conclusioni per la Pesca a Spinning: come canna basta una canna leggera e abbastanza corta, massimo casting weight suggerito 21 grammi, mulinello taglia massima 3000 se in lega leggera, altrimenti anche meno, in bobina trecciatino o,12 e fluorocarbon 0,18 o 0,20 oppure direttamente un nylon 0,18 o 0,20. Si potrebbe fare anche più sottile… dipende però dal peso delle esche che intendete lanciare.
Generalmente un piccolo ondulante recuperato lentamente, con qualche colpo di cimino, è l’esca killer! Più i pesci sono apatici, più aiuta scendere di taglia fino ad usare piccolissimi ondulanti argento o arancioni… Il rotante sembra funzionare bene solo su pesci già attivi, ma è assolutamente da avere se si vuole pescare le piccole buche dei torrentelli “scolo” dei laghi. Tra i minnow hard bait i jerk, anche di 7 o 8 cm hanno dato ottimi risultati, mentre i minnow tradizionali erano completamente ignorati soprattutto se di taglia superiore ai 3/5cm… Ottimi risultati anche per piccoli lipless: lanci lunghi, recuperi lineari lenti con qualche pausa e qualche jerkatina. Le gomme, viste con sdegno e snobismo dall’Anonima Cucchiaino, pare siano l’una esca in grado di fare davvero la differenza in caso di totale apatia… ma noi fortunatamente non ci siamo trovati in questa situazione!
Tuttavia va notato che quest’anno le catture sono state molto più sudate degli altri anni!
Ecco le conclusioni circa la Pesca a Mosca: sufficiente una classica 9 piedi per coda 5, anche se nulla vieta scelte ben più leggere. Curiosamente quest’anno la pesca a mosca si è dimostrata da subito molto ma molto più redditizia dello spininng! Con un rapporto di quasi 10 catture a 1!!! In particolare l’uso di mosche secche, anche da caccia, nere o rossicce, montate parachute, palmer o come vi pare… Le malizie di finali sottilissimi e lunghi non si sono neppure rivelate necessarie; Franco e Francis quest’anno pescavano con uno 0,18 su un finale di 3 metri scarsi e anche quando i lanci non erano particolarmente aggraziati, spesso era sufficiente aspettare qualche secondo in più con la mosca in acqua per vedere una saetta scura lanciarsi in bollata! A volte piccole iridee o salmerini venivano persino a bollare sul filo disteso sul pelo dell’acqua…
L’unico aspetto “negativo” della mosca secca sul cucchiaino è l’impossibilità di fare selezione sulla taglia delle prede, inoltre, come è ovvio, se puntate al “big” del lago, è più probabile che scelga un piccolo pesce come pasto piuttosto che una formichina volante…
Infine: molto poco redditizie le ore dell’alba, meglio i momenti caldi della giornata!
Quali sono i punti migliori del lago?
Soprattutto le trote iridee in questi laghi sono pelagiche, cioè vanno in giro a zonzo, le troviamo sia sotto riva sia in centro lago… spesso in superficie talvolta a mezz’acqua; se c’è vento tendono a raggrupparsi in fondo al lago dove il vento probabilmente accumula depositi superficiali. In assenza di vento ogni eventulae refolo superficiale vale la pena di essere sondato con un lancio.
Per i salmerini vale la pena insistere nelle adiacenze di dove si è effettuata una cattura, infatti i piccoli anche se non si possono definire “in branco”, sembrano popolare numerosi le stesse zone.
Se si cerca il Big Fish invece, soprattutto trota fario o grande salmerino, meglio concentrarsi “là dove l’acqua è più nera”, ovvero dove c’è maggiore profondità e possibilmente grandi sassi o fratture nella roccia. Se questa situazione è presente sotto riva, allora dovremo concentrarci sotto riva e magari vicini al fondo.
PARTE 4 – LA DISCESA E’ UNA SALITA AL CONTRARIO!
(di Jacopo Savoia)
Se la salita è stata epica oltre il dovuto a causa di “qualcuno” fuori forma e con lo zaino pieno di orrore e mistero, la discesa non si presentava con le migliori premesse…
Ormai è tutto in discesa! può diventare una minaccia più che un auspicio!
La sera di sabato, fieri di aver vinto la salita ed aver pescato molti simpatici pesci, felici di essere tutti insieme e con le tende montate in un posto strepitoso, al calar del sole iniziavamo a preparare la cena. Calare del sole è sinonimo di picchiata verticale delle temperature! Mentre le ottime 18 porzioni per 8 persone di risotto giallo si stavano finalmente cuocendo, una nuvola nera avvolgeva il campo, un feroce vento tagliante increspava il lago Oscuro e raggiungeva le nostre facce, attraversava come fantasma i nostri molti vestiti e si insinuava avido di morte nelle nostre ossa! Raffiche sottili e affilate di pioggia e nevischio condivano il dramma meglio di quanto il parmigiano reggiano stagionato 30 mesi condisse il risotto giallo, destinato a raffreddarsi in 72 secondi una volta servito nei piatti… La cena è stato il momento del panico, i pensieri di tutti suonavano questa cantilena: “quest’anno abbiamo pisciato fuori dal vaso”, “se continua così dobbiamo prepararci a scendere”, “se trovo chi diavolo fa le previsioni meteo lo ammazzo”, “freddo sì, ma questo è pericolo…”
Ma gli dei della montagna volevano solo darci un avvertimento, dopo 20 minuti di panico la nuvola nera era svanita, il vento quasi cessato e noi ritornammo a veder le stelle! Giubilo, saltelli, cori da stadio e vino rosso! Tutti in branda in mezz’ora. Qualcuno ha dormito beato, qualcuno ha bestemmiato bagnato, qualcun altro ha sofferto felice comunque di avercela fatta! Per tutti l’alba è stata un sollievo, niente pioggia, niente tormenta, solo molto freddo e la promessa di un sole più caldo in tarda mattinata!
Abbiamo pescato ancora e ci siamo rifocillati gaudenti con polenta ed affettati, ci siamo sparati un sacco di pose e smontato il campo. Intanto il giovane romano, lamentando un dolore al ginocchio dalla sera prima, aveva la brillante idea di essere l’unico a farsi due giri del lago pescando posseduto da un fervore olimpico. Risultato? Appena abbiamo iniziato la discesa mortacci sua gli si è bloccato il ginocchio! Emergenza! Dall’Oscuro all’Immacolato si è consumato il dramma: le racchette di Francesco sono passate da Francis a Federico, il giovane zoppicava, arrancava, sopravviveva stoico… Franco, Francesco ed io lo abbiamo assistito in un’ora e mezza di discesa… gli altri da un’ora aspettavano pescando al Lago Immacolato. Si è deciso l’inevitabile: lo zaino di Federico è stato ridistribuito tra tutti, “la compagnia si divide” come nella Valle di Mordor (Signore degli Anelli N.d.R), Franco ed io abbiamo deciso di accompagnare lo zoppo ed ogni passo è stata una conquista mentre il tramonto si faceva minacciosamente vicino; Pietro ha fatto da lepre, andando velocemente a valle con Francesco e Matteo che rientravano a Milano, mentre lui dopo aver avvisato fidanzate e famiglie del ritardo, restava in allerta con il cellulare acceso, pronto a chiamare aiuti o più semplicemente a risalire in auto lo sterrato dell’ultimo pezzo di strada risparmiando così al terzetto dello zoppo 40 minuti buoni di fatica… Francis e Luigi nel mezzo lentamente raggiungevano Pietro e aspettavano la telefonata…
Alle 7.15 di sera, stanchi ma colmi di gloria abbiamo telefonato a Pietro, l’auto è arrivata ed il resto sono pacche sulle spalle, goliardia, una cena da leoni in trattoria, foto bellissime per indelebili ricordi, gambe indolenzite al rientro in ufficio. Ma il lunedì mattina, nella banalità del male della vita d’ufficio in città, quello che abbiamo vissuto ci fa sentire forti e speciali!
L’Anonima Cucchiaino, la passione per la pesca, ancora una volta ci hanno portato in alto, in alto tra nuvole e stambecchi, in alto nei valori più belli dell’amicizia e della fratellanza! Lo rifaremmo? Sì! Subito! (Ehm Ehm…Magari non a fine Settembre… magari un po’ più in basso... N.d.R.)
N.B. I nomi dei luoghi e dei laghi sono stati cambiati di proposito nell’intento di preservare un po’ quest’angolo di paradiso… Chi ha riconosciuto la località sarà felice di ritrovarsi nelle foto e nel racconto, a chi invece ignora dove si trovino questi laghi e questi paesaggi, suggeriamo di trovare la montagna più vicina, indagare con il CAI o con le associazioni di pesca locali dove sono i laghi alpini, quando e come sono accessibili ed infine, raccolte tutte le informazioni necessarie e prese le dovute cautele, provare l’avventura ed il fascino della scoperta!
SEE YOU SPOON
IN ROD WE TRUST
ROCK’N’ROD
- Salmerino Fontinalis
- Iridea e Real Deal
- Iridea selvaggia!
- Anonima Cucchiaino Rocks!
- Il lago dall’alto…
- La salita al secondo lago…
- Carichi? Carichissimo!
- Salvelinus Fontinalis, dettagli
- Il Lago Oscuro
- Salvelinus Fontinalis, dettagli
- Salvelinus Fontinalis, dettagli
- Salvelinus Fontinalis, dettagli
- Salvelinus Fontinalis, dettagli
- Lo scolo, torrente, di un lago alpino
- Lo scolo, torrente, di un lago alpino
- Lo scolo, torrente, di un lago alpino
- On the Rocks!
- Luigi prova a pescare per la prima volta!
- Selfie di qualità! Serie B
- Lago e montagne… spettacolo!
- due arcobaleni! no photoshop!
- Pietro e un salmerino
- Brindisi in alta quota
- Tramonto in vetta…
- Francis e una cattura a mosca
- Tende in alta quota
- Iridea di alta quota!
- Un quadro fosco, un radioso ricordo
- Francis provato…
- Jacopo rocks!
- Stretching nelle pause!
- Lungo il percorso…
- Federico prima dei dolori…
- Lauto pranzo al rifugio chiuso
- La valle da cui si parte…
- Zaini in posa
- Pietro, Matteo e Francesco
- Francis in pesca!
- La valle e le montagne
- On the rocks!
- Matteo e l’euforia demoniaca della discesa!
- La compagnia al completo
- Incontri ungulati
- Incontri ungulati
- Incontri ungulati
- Alba sul lago alpino
- Finalmente il sole prima della discesa… con nuova pioggia!
- fede e una trota fario
- pit stop. pronti a ripartire
- Pietro e un salmerino
- Nebbia sul lago
- Jaco e Francis in salita
- Franco e una cattura a mosca!
- Spettacolare salmerino fontinalis
- Spettacolare salmerino fontinalis
- Francesco si suda la sua fetta di gloria
- Federico si suda la sua fetta di gloria
- Paesaggio con cascata
- Luigi si suda la sua fetta di gloria
- Partiti!
- trota iridea d’alta quota
- Jacopo e il salmerino
- Tra le nuvole…
- Jacopo e il salmerino
- Franco e il salmerino
- Federico e il salmerino
- Paesaggio d’alta quota, il campo.
- Pronti a partire!
- Franco, Fede e Jacopo
- franco e il salmerino
- fratelli invernizzi
- Uscire dalla tenda nel gelo…
- Attrezzatura da pesca!
- Luigi sopravvive?
- Francis prima dell abranda…
- Franco e jacopo
- Franco, Francesco, Francis
- La grande salita…
- Pietro e Franco
- Francesco e Franco
- keep walking
- Stretching nella pausa…
- Francesco e la valle…
- franco ed un gran selfie
- cartolina di montagna
- salmerino e ondulantino!
- Matte in versione Nosferatu
Anonimi siete dei grandi….Esperienza EPICA!!
Grazie
Grazie Matte! E’ stata una figata andare su insieme, l’anno prossimo si replica. Intanto ci vediamo sul Sesia per il week end di chiusura. Un abbraccio
2 ore di salita e subito fuori uso??? Milanesi!!!!
Ah ah ah! Mimmus c’hai ragione, comunque la salita complessivamente è stimata (CAI) 4 ore e mezza 😉
Poi in effetti c’è “qualcuno” tra noi che era fuori uso dopo 5 minuti! eh eh eh!
L’alibi degli zaini con le tende è debole.. lo so…
Rock’n’Rod
Ragazzi lo sapete che siete la mia lettura serale prima di andare a dormire o nei fugaci momenti tra una mail e l’altra? grazie, grazie per il blog che avete fatto, grazie per l’impegno che ci mettete, grazie per farmi vivere o rivivere momenti bellissimi. Dalle mie parti frequento un laghetto alpino a 2000 metri circa con delle trote cattivissime, ti spaccano tutto in una sola abboccata. Bada bene (0,20 di lenza madre), ma di rado si concedono. Fai tanti buchi nell’acqua quanti i passi per salire.Quando le porti a riva però…………………….quelle pinne che sembra un’aeroplano…sapete cosa intendo.
vi sto leggendo da Shanghai al momento, avrei tante altre cose da dirvi, ma ci sarà tempo.
Viva l’anonima (e dai che cercandovi dalla Cina vi do un’aiutino con l’indicizzazione!) a presto, ciao!
Grazie a te per il bellissimo commento e la tenacia di seguirci anche dalla Cina! Raccontate così, le trote del lago che frequenti stimolano appetiti alieutici…
Rock ‘n’ Rod!
Complimenti veramente uno spettacolo unico
un saluto Liuis
Uno spettacolo unico le livree dei salmerini, uno spettacolo unico l’alba a quell’altitudine, uno spettacolo unico anche la fatica…