Pescare, per sempre la prima volta

Trota Fario in Sesia

Trota Fario in SesiaQualcuno la possiede tutti i giorni più volte al giorno, qualcun’altro la incontra ogni tanto ma pensa sempre a lei, in pochi sono sedotti e abbandonati, quasi tutti la ameranno per sempre. Paesaggio maestoso in ValsesiaSe state leggendo questo blog, con ogni probabilità anche voi amate la Pesca alla follia, forse nemmeno vi rendete conto di quanto è importante nell’equilibrio della vostra vita, di quanto, quando andremo a saldare il conto dei nostri giorni sulla terra, quelli spesi pescando si riveleranno il migliore affare.
Pescare così come Amare, ci accomuna tutti e tutti ci divide. Ognuno di noi pensa che il suo amore sia diverso unico e speciale, che il suo modo di vivere la pesca sia tutto suo, probabilmente è così. Eppure ci commuoviamo nel constatare che altri si emozionano come noi, che altri gioiscono e soffrono per Lei, la pesca. Siamo gelosi del nostro credo nella pesca, ma abbiamo bisogno di sapere che non siamo soli, ci consola e ci eccita il confronto con gli altri. Spesso diffidiamo di chi ci si presenta come pescatore, chissà come pesca o cosa crede di sapere della pesca… A volte nasce una solidarietà impagabile quando si capisce che l’altro vive come noi spirito ed intenzioni.Franco Crozzoletto pesca a ninfa
Come ogni amore è pericoloso. Qualcuno perde la testa per una tecnica della quale vuole diventare “Gran Maestro”, finisce per pensare solo al lancio, a diplomi, corsi, attrezzature e stile. Un altro subisce un’ossessione etica che lo porta ad atteggiamenti radicali e di odio verso chi agisce diversamente pur rispettando la legge. Altri ancora inseguono Moby Dick per una vita.
Questi amori estremi possono allontanarci un po’ da tutti i piaceri della vita che non sono Pescare, ma quel che è peggio è che possono persino allontanarci dal piacere stesso di Pescare!
No, non c’è contraddizione. Mi spiego.
Sono Pietro, ho 30 anni e da 12 sono dell’Anonima Cucchiaino, ho un problema: sono ossessionato dalla grossa trota marmorata nei “miei” fiumi. Quando pesco al mare, in lago, nei laghi alpini, in torrentelli, all’estero e ovunque non vi siano marmorate, pesco con fervente passione ma anche con spensieratezza e gusto per tutto quello che la pesca ha da offrirmi, spero in una bella cattura, ma sono felice di qualsiasi risultato. Quando sono sulle rive dei miei fiumi divento predatore ossessionato: l’attrezzatura è specifica, quindi piuttosto pesante; la ricerca è mirata, quindi solo certi punti del fiume. Risultato? Il 90% delle trote che prendo arrivano ai miei piedi in pochissimo tempo e la frizione quasi mai libera il suo celestiale canto…Fario a Spinning
Fino a qualche anno fa andare a trote voleva dire bobinare nylon più o meno dello 0,18, legare mepps 2 o 3 e, lanciando un po’ in tutto il corso del fiume o torrente, prendere tante trotelle. Quando una sui 30 abboccava era molto divertente combatterla e quando “La Bestia” sui 40 era incannata era un cinema di frizione e canna piegata. Oggi prendo mediamente molte più trote sui 40, quelle piccole cerco di non farle abboccare. Sono quasi sempre insoddisfatto dalla cattura, perché come minimo vorrei superare i miei record(1 e 2 ), se non addirittura lottare la mia Moby Dick dei sogni…
Non so perchè mi ossessiona questo pesce, la mia chimera. Va bene così. Voglio così. Scrivo solo per dire che in questo c’è qualcosa che non va, che non bisogna perdere di vista la meraviglia di riscoprirsi pescatori sul fiume come fosse la prima volta ogni volta. Non bisogna mai, lo sto dicendo in primo luogo a me stesso, diventare indifferenti alla cattura di nessun pesce. Soprattutto se sono pesci selvatici dobbiamo sempre accoglierli come un miracolo. Catture, foto, record e gloria possono essere una cornice, non l’obiettivo. Fario Rustica a Ninfa
Oggi penso tutto questo perché le mie ultime due uscite di pesca mi hanno fatto enormemente felice nonostante avessi “dimenticato” l’obiettivo della marmorata dei sogni! E pensare che ero sul mio fiume preferito. Una settimana fa ero a pesca con un amico e con la fidanzata, entrambi alle prime armi; mentre gli insegnavo dove e come lanciare i loro piccoli rotanti, mi rendevo conto di come nessuna nozione sia scontata, di come ogni passo della conoscenza alieutica arriva da un lungo cammino di insegnamenti ricevuti ed esperienze fatte. Condividevo con loro la grande emozione di ogni abboccata, anche di piccole trotelle, era bellissimo, era tutto nuovamente nuovo!
Domenica invece, dopo aver pescato per metà giornata con la mia “ferraglia”, ho avuto il grande onore di pescare a ninfa con l’amico Franco Crozzoletto, garista molto forte in questa tecnica. Per me era la terza volta
Franco mi ha guidato passo a passo, dai nodi della montatura fino al lancio e alla passata… Mi ha incoraggiato come farebbe un coach in gara, ha pazientemente aspettato quando restavo indietro a liberare le ninfe dal fondo del fiume o dalle cime dei rami, mi ha persino assistito mentre sbrogliavo prodigiosi ingarbugli! Da quanto non ingarbugliavo la lenza in questo modo? Mi sono ricordato le prime pescate a canna fissa e galleggiante da bambino… Non era meno divertente, non era meno magico, era già amore… Ogni età conosce il suo modo di amare e di pescare.La mia canna affronta il fiume
Quasi subito una trotella compassionevole si è appesa alla mia Phaesant Tail, brivido lungo la schiena di felicità! Una dopo l’altra tante diverse trote tra i 10 e i 30 centimetri, quasi tutte fario spettacolari… Finale 0,12, tecnica nuova per me… non pensavo al “Big Fish” a tutti i costi, forse non pensavo a niente o forse solo che era bello pescare! Pescare per pescare, non pescare per il record. Certo, se poi abbocca “quella bella”, tanto meglio…

Rock’n’Rod

9 Comments

  • Diego Thrillers ha detto:

    Grande Pietro, io ho riscoperto le mitiche prime volte, pescando appunto a ninfa o secca. Erano una decina di anni che avevo canna e mulinello da mosca, ma gli avevo usati pochissimo, perché mi ingarbugliavo troppo e soprattutto perché non avevo compagni di uscita che potessere insegnarmi. Così sono andato avanti a scucchiainare…. Ma quest’anno sono andato in tripo totale, così mi sono iscritto ad un club di mosca qui nella mia città, mi hanno fatto e sto facendo un po’ di corsi per il lancio, e ho gìà fatto un paio di uscite con alcuni ragazzi bravissimi che mi hanno insegnato un sacco di cose. Così ora ho riscoperto le mitiche prime volte, ieri sono stato in fiume tutto il giorno, da solo con la mia cannetta a catturare trotelle fino alle 21,00 e ad ogni ferratina, ero emozionato come le prime volte. Quando ti va di fare un uscita insieme, mandami un messaggio su fb che vengo volentieri. Mi piacerebbe fare una pescatina insieme a voi anonimi 🙂
    Ciao ragazzi 🙂

    • pietro invernizzi ha detto:

      Grande Diego! Grazie mille del commento! Anche per me la mosca, in tutte le sue diverse tecniche è una strada in cui tutto ancora mi sorprende ad ogni passo…
      Un’uscita insieme? Molto volentieri! Ci sentiamo via FB 😉
      A presto!

  • Paolo B. ha detto:

    Parole sante Pietro,
    dura cacciarsi fuori dalla testa l’ossessione della “grossa trota”, da quel punto di vista ti capisco e condivido al 100%
    Ora che hai fatto queste due pescate divertenti, in cui la compagnia era più importante dell’esito della pescata stessa, hai cambiato un po’ tecnica e ti sei distratto… ma tanto tutti sappiamo che quando tornerai sul fiume, a fianco di un socio dell’ anonima, con la ferraglia in tasca… penserai solo a Lei!

    • pietro invernizzi ha detto:

      L’hai detto… lo sappiamo tutti… ferro che martella nella testa e pensiero fisso a Lei 😉
      A presto!

  • Raimondo Sessi ha detto:

    Caro Pietro .leggerti è sempre un piacere . nonostante un salto generazionale ,,mi riporta ai tempi della filosofia alla ”Ottorino bossi” senza il verbo ”uccidere” il tuo pensiero mi riporta alla memoria di tante tante marmorate che nonostante il peso e la misura sopra di certo i 40 , quel ZFRIIIiiii..come canto della frizione rimaneva muto ,,è vero a volte la pesca diventa un ossessione ,,cosi come sono diventato moschista solo per il temolo ,,un ossessione ,,con la giusta misura ,,tornerei anche a pescar stricie ,,ma tantè ,,il piacere anche nel sentir parlare di pesca , con il cuore , pescare per pescare (hai mai provato con la lenza a mano, un amo , pastella di pane/formaggio ,a occhiate e saraghi) ?… semplicità estrema , ma è pescare anche questo .e credimi sembrerebbe assurdo in quest”epoca tecnologica ,,ma divertentissimo ..

    Ciao ci si sente ,,
    Ray

    • pietro invernizzi ha detto:

      Ciao Raimondo! Caspita Ottorino Bossi… un leggenda… peccato ai tempi il C&R non fosse contemplato e si avesse un’idea un po’ distorta della “grande marmorata cattiva”… pero’ che la sua ossesione per uccidere Moby Dick come ce l’ha raccontata Albertarelli e’ storia della pesca italiana! Comunque lenza a mano e mollica di pane o polpa d’uva mi ha regalato gioia immensa al mare, oppure da bambino andavo a nuoto sugli scogli con amo filo e un sasso… con il sasso staccavo conchiglie (le chiamavo “patelle”) che finivano sull’amo per disgrazia di piccoli coloratissimi pesci… Pescare e’ prodigioso! Bello condividerlo e crescere in consapevolezza con amici, conoscenti, esordienti e maestri incontrati nel cammino! A prestissimo! …grazie ancora del commento 😉 Pietro

      > Date: Fri, 17 May 2013 17:05:18 +0000 > To: pietroinvernizzi@hotmail.it >

  • francescoguffanti ha detto:

    Questo report cade a fagiuolo…
    Anch’io da alcuni mesi a questa parte ho quasi abbandonato la via dello spinning per dedicarmi alla mosca, alla ricerca dei luoghi, delle emozioni e delle sensazioni che solo la nostra passione sa regalarci…
    La ricerca della grossa trota era diventata un’ossessione, a volte catturavo ‘un paio di trote sui 40’ e tornavo a casa triste per ‘la 60 slamata’…
    Almeno per un pò di tempo ho deciso di andare a pesca non per le catture ma per il resto…momenti di relax e di amicizia, tra me e il fiume…
    La cosa più assurda è che, immerso in acqua fino alla cintola, le risposte alle domande che ti poni da una vita sembrano finalmente a portata di mano, a distanza di un lancio, nascoste tra i massi della buca successiva…
    P.S.
    devo dare un taglio agli spritz del lunedì sera 🙁

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