Aspi o siluri… i migliori auguri!

aspio spinning po narducci grande
Grande Aspio a spinning per il presidente SCI Mario Narducci
aspio spinning po narducci grande

Grande Aspio a spinning per il presidente SCI Mario Narducci

Facciamo uno strappo alla regola e, per augurare a tutti i pescatori un 2014 Rock’n’Rod, pubblichiamo non un nostro articolo bensì la strepitosa lettera che ci ha inviato un caro amico, saluti ed auguri ma soprattutto un report con i fiocchi:

“Ieri le rive del Grande Fiume erano deserte, pressochè nessuna noiosa presenza che venisse a turbare l’incontro intimo che tornava a rinnovarsi ancora una volta. Il suo respiro era regolare e poco affannato sebbene cresciuto di una sessantina di centimetri. Non appena cessato l’eco fra i pioppeti il rumore scoppiettante del motore, la sottile bruma del mattino era tornata ad avvolgere tutto l’ambiente rendendo sfumato il paesaggio che non si sarebbe potuto dire a che luogo o addirittura epoca appartenesse: semplicemente atavico. C’eravamo solo io (noi, in realtà eravamo in tre) e loro (i pesci che tanto per cambiare non erano più gli stessi che avremmo desiderato ma ormai pressochè danubiani o giù di lì). <Fermati lì! Poco dopo l’albero sommerso. Il punto buono inizia proprio lì.> I primi lanci erano partiti incerti quasi timorosi: l’acqua pareva troppo velata per gli aspi abituati a cacciare usando anche la vista. E poi non si vedevano le classiche bollate che tradivano ad un tempo presenza e attività dei pesci (altro che bollate! si tratta di vere e proprie cacciate in superficie con tanto di gorgo e sguazzo!). Uno sguardo incerto al sottile trecciato dello 0.13… troppo sottile per i siluri che di certo con quella colorazione delle linfe e il movimento d’acqua si trovavano in caccia da qualche parte laggiù in fondo. Mah…

Il ‘solito’ minnow senza paletta, addestrato da anni di esperienza sapeva molto bene cosa dovesse fare: era affondato deciso poco oltre l’increspatura dell’acqua che denunciava la presenza di un salto di profondità e si era immerso fino a toccare il fondo con un vivace movimento ondeggiante. Una volta toccato la sabbia aveva compiuto un vivace salto verso l’alto come se si fosse improvvisamente svegliato e accorto di essere l’oggetto di attenti occhi cattivi e poi era partito allontanandosi ma con fatica talora spanciando e alternando parziali cadute verso il fondo… L’attacco era stato quasi immediato, sebbene molto delicato rispetto al solito e così il primo aspio aveva aperto la serie di 6 discreti esemplari dai 57 ai 70 centimetri (veramente avrebbero dovuto essere 8 ma due a metà cammino avevano preferito raggiungere altre mete…). Si erano aggiunti ai 4 (+2 sganciati) presi da Fabrizio che pescava per la prima volta in quelle acque mentre Matteo in coda nel punto in teoria più favorevole stentava a entrare nella logica di quello spinning così diverso dalle marmorate cui è abituato.

Uno degli Aspi a spinning di Fabrizio

Uno degli Aspi a spinning di Fabrizio

Qualche attacco seguito da uno spostamento verso valle dopo l’altro, il raschio si andava trasformando in fondale e una strana inquietudine aveva preso ad animare i lanci. I pesci diradavano gli attacchi ed era gioco andare giù a cercarli con recuperi sempre più in basso e sempre più lenti sfidando la sorte fino in fondo finchè l’inevitabile era accaduto. Prima un brutto affare nero se l’era preso col minnow sganciandosi dopo aver aperto due punte dell’ancoretta Gamakatsu di coda (<Ma che ancorette hai messo?> <No, guarda che deve essere stato agganciato sulla testa fuori dalla bocca. Hai presente com’è dura quella del siluro?>) poi era stata la volta del pesce davvero grosso, un tipo ben oltre il metro e mezzo e diverse decine di chili di peso che dopo una decina di minuti di fughe, rigiri, scodate non si era ancora fatto vedere in superficie. Alla fine se ne era andato dopo aver corroso coi denti il trecciato. Avevo preso la cosa con filosofia… sapevo bene che in quelle condizioni poteva accadere e che avrei dovuto utilizzare ben altra attrezzatura. Pazienza, il Grande Fiume si era dimostrato ancora una volta generoso molto oltre quanto sanno fare i suoi figliolini che da mille dove gli tributano le proprie acque facendolo forte e vigoroso come nessuno in Italia (poi uno esce dal Bel Paese e si ridemensiona ma come si dice, questa è un’altra storia…).

Perchè vi scrivo questo? E’ evidente, non lo capite? Vi sto parlando nella nostra lingua comune, quella che solo tipi pazzerelli come noi al punto di andare a prendere freddo e pioggia lungo un fiume vituperato magari vedendoci dentro qualcosa di bello in un giorno di festa dedicato a ben altro (che poi comunque ha trovato il suo posto nella giornata. <Ma che fai dormi?> <No, è che stamane mi sono alzato molto presto, sai…>). Vogliamo chiamarlo “anonimacucchiainese”? Io lo chiamavo “spinningclubese” ma prima per tutti era “giandomenicobocchese”. Ma in fondo il nome poco importa. Quello che conta è che insieme capiamo quella strana, pazza esperienza che ci fa balzare nel petto il cuore.  Insomma è solo per dirvi: BUON ANNO!”
Mario Narducci – Presidente Spinning Club Italia

Grazie Mario per averci regalato questo splendido racconto!
E’ straordinario quando dalle parole scritte trapela la condivisione di uno stesso mondo di valori, lo stesso modo di vivere una passione feroce!
Grazie infinite anche di averci affiancato al grandissimo Bocchi e allo Spinning Club Italia… è senz’altro un grande onore di cui cercheremo di essere degni!
Senza indugi: BUON ANNO A TE, ALLO SPINNING CLUB ITALIA E A TUTTI I PESCATORI!

Rock’n’Rod

Siluro Paullo Muzza Pietro Invernizzi Spinning

Siluro di fine 2013…

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