Mentre i miei compagni affrontavano l’apertura, io con grande giubilo mi trovavo in ufficio a lavorare. Un tranquillo week end di bestemmie. Quando poi Jacopo, Pietro e Francis sono partiti per l’eroica spedizione bosniaca, ero in California per fare surf e trovare un caro amico: un viaggio progettato da mesi, e non mi posso certo lamentare. In aeroporto, di rientro da Los Angeles, il mio primo pensiero è stato: <Ho lasciato Milano che era inverno, torno adesso che è quasi primavera>. Ma non avevo fatto i conti con il fatto che quest’anno la primavera non è ancora cominciata, e probabilmente non comincerà mai.
Attrezzatura. Dopo mesi di lontananza, il Trebbia mi attende. E’ da ottobre che mi preparo: nuovi waders, nuovi scarponcini, nuovo portacanna da moto fissato sul sedile posteriore della mia Honda Transalp 700. Nuovo trecciato 0.12 imbobinato su un mulo 2000, nuovo di zecca anche lui. La battuta di pesca è in programma per venerdì, ma già martedì l’attrezzatura è pronta su una sedia in cucina. L’attesa è insopportabile.
Sottovalutazione generale del nemico. Come gli americani sottovalutarono le capacità in battaglia del glorioso esercito nord vietnamita – finendo per restare impantanati a Est del sentiero di Ho CHi Minh – così io alla partenza non comprendo fino in fondo cosa mi attende in Val Trebbia. Lo scopro a mie spese appena superata Bobbio, in direzione Genova: jeans e guanti leggeri nono sono l’ideale quando il termometro sul manubrio della moto indica 2 gradi.
Accoglienza a Gorreto. Arrivo a Gorreto e mi fiondo al bar Torre, per fare il tesserino segnacatture della provincia di Genova 2013. Stefania, premurosa, mi prepara la colazione e mi consente di cambiarmi in veranda (grazie Stefania!). Incontro Edi, guardiapesca serio e gentile. Mi dice che le uniche trote in attività sono quelle in riserva, proprio a monte di Gorreto. Faccio il permesso per mezza giornata.
Acqua. Già avvicinandomi a Gorreto avevo potuto constatare come il Trebbia fosse gonfio d’acqua. Sceso al fiume, ne ho la conferma: livelli alti, acqua molto fredda. La neve che si scioglie, le temperature rigide e le piogge abbondanti dei giorni passati non fanno ben sperare sull’attività dei pesci. Vedremo …
Compagno di viaggio. Scendo al fiume e incontro Diego, con cui ci eravamo sentiti per telefono progettando la battuta di pesca insieme. E’ arrivato prima di me, lo trovo già intento a slamare un bellissimo salmerino. Ci presentiamo, scambiamo le prime impressioni sulla pescata che ci attende. Le sue parole sono benzina per il mio motore: <Mangiano, mangiano. Le trote sono in piena attività>. Molto bene!
Iridee antigelo. Abbiamo solo un paio d’ore per pescare insieme, poi Diego dovrà rientrare a Piacenza per un impegno importante. Decidiamo di battere bene il tratto subito sopra a Gorreto. La corrente è forte. Lanciamo leggermente a monte rotanti in colori naturali (argento e oro), nei tratti meno impetuosi del fiume, e recuperiamo lentamente. Nonostante l’acqua gelida, le belle trote iridee con cui Marco Imparato (il presidente della associazione di pesca Alta Valtrebbia) ha popolato la riserva si dimostrano sportive. Sono snelle e ben pinnate. Abboccano in buon numero, saltano, si esercitano in lunghe diagonali, che nemmeno Leo Messi con la palla al piede. Evidentemente sono trote con l’antigelo. Trote Paraflu, diciamo.
Esplorazione. Salutato Diego – grande compagno di pesca con cui spero di potere tornare presto al fiume – decido di spostarmi più a monte alla scoperta di un tratto di Trebbia che non conosco, alla ricerca di trote fario mediterranee. Tutti mi hanno messo in guardia sul fatto che le fario dell’alta valle non ne vogliono sapere di mangiare a causa del freddo (tanto che Marco ha posticipato di una settimana l’apertura del tratto No Kill) ma ormai il cappotto è scongiurato, quindi vale la pena rischiare. Mi metto in sella con waders e scarponcini, supero il Comune di Rovegno, percorro il bellissimo ponte in ferro e legno di Isola. Sono felice.
Antifurto della Val Trebbia. Lascio la moto alla testa del ponte di legno, pronto a scendere al fiume, quando incontro un signore gentile munito di carriola. Evidentemente sta andando a potare alberi. <Ragazzo, lasciala pure slegata la moto – mi dice – qui di gente che ruba non ce n’è. E anche se ce n’è, io sono in giro nel bosco e gli faccio subito cambiare idea>. La faccia da duro e la motosega rendono credibile quella dichiarazione. Lo diceva anche Robert De Niro ne Gli Intoccabili: <Si ottiene di più con una parola gentile e una motosega che solo con una parola gentile>. (Ok, era una pistola, ma il concetto resta quello). Scendo al fiume. Sono ancora più felice. Ma durerà poco.
Tragedia e conclusione. La mia ultima uscita in Aveto nel 2012 era finita prematuramente a causa degli stivali pieni di acqua. Questa volta, a rimandarmi a casa anzitempo è uno degli incidenti più stupidi della storia della pesca sportiva: mi si incaglia il cucchiano, sono costretto a rompere il filo, allento la frizione del mulinello per recuperare lenza, di modo da potere legare un altro terminale ma … la allento troppo. In pratica, LA FRIZIONE SI SVITA E MI CADE IN ACQUA in un gorgo. Pescare senza frizione ovviamente è impossibile. Mi rimbocco la manica e con la mano rovisto fra i sassi del fondo alla ricerca della frizione tuffatrice, ma invano. Rischio un congelamento al braccio, impreco che nemmeno Ceppaflex quando doppia Kelly. Non mi resta che tornare a Milano, cucinare la trota iridea che ho deciso di trattenere (ovviamente, si tratta di un pesce di immissione) e aspettare la mia ragazza, per cenare insieme.
Morale. Il Trebbia si è preso la mia frizione, ma in cambio mi ha dato emozioni bellissime. Alla fine, nello scambio l’affare lo ho fatto io.
- Attrezzatura da pesca nelle borse laterali
- curve meravigliose in val trebbia
- tanta, forse troppa, acqua nel trebbia
- edi, guardiapesca serio e simpatico
- diego con un bel salmerino
- diego in azione
- iridea a spinning
- con diego, foto ricordo di una bella pescata insieme
- con la mia honda transalp 700 percorro il meraviglioso ponte in ferro e legno di isola
- la motosega sulla cariola
- c’è della durezza
Congratulazioni !!!!!! l’articolo fa poi rivivere le emozioni della giornata ……grazie Renato ;-))
Grazie Renato! Effettivamente è stata una giornata davvero bella, come tutte quelle passate in Trebbia. Se ti va un giorno ci andiamo a pescare insieme!
Grazie Renato ….non ho fato altro che il dovere ….spero che torni presto a Gorreto
….pardoooonn….franco.
Molto spirito di avventura ma, con l’incidente del mulo, anche molto spirito di B…
Essere di B è molto bello, peccato che a volte tu debba spendere soldi per ricomprare il mulinello. E fa anche rima
Grande Franco! Ho apprezzato molto a scelta di abbandonare le iridee-paraflou e gli sfrizionamenti facili per andare in caccia di fario selvagge… peccato gli dei ti abbiano punito con l’incidente della frizione. Ma forse volevano ricordarti che sei di serie B (Chi ancora non l’ha fatto si vada a leggere il Manifesto dell’Anonima Cucchaino). E’ stato un vero piacere leggerti 😉 Rock’n’Rod
p.s. A breve il report del weekend di pesca della serie A in Sesia…
Bisogna al più presto fare un’uscita plenaria dell’Anonima in Sesia, poi vi porterò tutti in Trebbia. Per il resto: B-Pride!!
Grande Franco! Ci vediamo per la prossima sessione e mi porto un mulo in più per contrastare incidenti come il tuo 😀 E soprattutto speriamo la smetta di piovere, che sia io che le trote, non ne possiamo veramente più!
A presto e……Jacopo Pietro &C, venite a farvi un giretto anche voi che ci divertiamo 🙂
A presto, e un inchino all’anonima cucchiaino!
Grazie Diego per le belle ore passate insieme e complimenti per lo spirito con cui affronti la pesca, che è anche il nostro! Ci vediamo presto sul fiume
Bellissimo racconto! …sarò di parte, ma è davvero ben scritto e illustrato 😉
Grazie Marco, sono contento ti sia piaciuto. Spero un giorno di riuscire a venire in Trebbia nel week end di modo da conoscerci di persona. Buona serata, f
grazie Renato, ….anche tu 6 bravissimo in leteratura…complimenti .
portati sempre un mulo di ricambio 😉
Quanto hai ragione … Mi sa che dopo questa volta me ne porto anche un paio
Bel racconto di pesca motorizzata ! Uno spettacolo l’allestimento da pesca della moto.
Peccato solo per la frizione… Concordo per il mulo di ricambio. Io ne porto sempre uno, anche se capisco che magari andando il macchina ho qualche problema di spazio in meno.
Grazie Claudio! Per quanto riguarda l’allestimento della moto, il prossimo passo sarà fissare il portacanna in maniera più stabile (sto studiando un sistema di staffe e ganci per ancorarlo alle borse, vedremo). Quanto invece all’incidente della frizione: in moto si cerca sempre di risparmiare spazio, ma fidati che la prossima volta un angolino per un mulo in più lo