L’abboccata non è sempre uguale.
Dipende dalla stagione, dalla velocità dell’acqua in cui avviene, dipende da molti fattori, magari chi lo sa, dipende anche dall’umore del pesce. Forse la trota che si è svegliata con la luna storta è più furiosa, forse qualcuna è più pigra e qualcuna più sportiva, di sicuro alcuni pesci sono più muscolosi ed altri meno, alcuni sono più affamati ed altri meno…
Succede che il recupero dell’esca si blocchi, come fosse un incaglio sul fondo, quando questo accade tanto più è lungo l’istante tra l’arresto e la prima testata avvertita in canna, tanto più è grande e massiccia la trota che è abboccata, come un peso irremovibile che sta ancora cercando di capire cosa è successo, sta per lottare.
A volte invece, soprattutto d’estate e a fine stagione, la trota attacca l’esca in correnti veloci, anche sotto il pelo dell’acqua, esibendosi in vere e proprie rovesciate, capriole pinnate che si traducono in botte violentissime sul nostro filo.
Tendenzialmente più è lento il recupero dell’esca e più è lenta l’abboccata, più veloce il recupero più veloce l’abboccata.
Regola aurea: più lenta e timida è l’abboccata più veloce e decisa deve essere la ferrata, più veloce e violenta è l’abboccata meno servirà la ferrata.
Sabato scorso ero in riva al fiume, il solito amatissimo torrente di montagna, l’acqua aveva il suo colore migliore, quel verdone fondo di bottiglia che promette catture da ricordare; pescavo già da un paio d’ore e ancora non avevo visto una pinna, nulla. Ho deciso quindi di pescare più lento, un’esca in gomma manovrata piano vicino al fondo; un approccio che muove più facilmente i pesci di inizio stagione, quando l’acqua è ancora molto fredda.
Il lancio lungo verso la sponda opposta, leggermente a monte, oltre alla spina centrale di corrente e vicino ai grandi massi della prismata; la canna tenuta in alto per far affondare meglio la testa piombata dell’esca, senza che il filo sia dragato troppo dalla corrente; quindi, quando l’inganno di silicone ha raggiunto il fondo, ho iniziato il recupero, un lento balletto: alzando e abbassando la canna, con pochi giri di manovella nel mezzo. Scrutando nell’acqua, ho individuato il pesciolino di gomma là dove pensavo che fosse e ne ho controllato i movimenti tra un sasso e l’altro del fondale.
Una sagoma scura è comparsa dal nulla, seguendo il pesciolino a debita distanza; ho trattenuto il fiato e mosso in modo irregolare l’esca, aspettando l’attacco in qualsiasi momento. La sagoma scura, una signora trota, si è avvicinata all’esca ed è scomparsa nel nulla.
Finito il recupero ho ripetuto identico il lancio. Nessuna nuova emozione.
Ho tentato un’altra volta, ed eccola, si è fatta vedere ancora. Stava lì, a giocare a nascondino tra i sassi, seguendo l’esca a venti o trenta centimetri di distanza, ignara della mia presenza, uomo vestito di verde accucciato sui ciottoli della riva. L’esperienza mi ha suggerito la soluzione del rebus: ho fermato il recupero, il pesciolino di gomma si è accasciato inerme su di un sasso, la trota si è avvicinata piano all’esca e stava quasi certamente per morderla… ma sapevo sarebbe stato un morso timido, quindi all’ultimo istante con un colpo di cimino gliel’ho sfilato di bocca. D’istinto, con un guizzo fulmineo, si è scagliata in avanti e mi ha regalato un’abboccata violenta! Un combattimento breve ma spettacolare, con alcuni salti, cosa insolita per una trota marmorata, forse merito della sua parziale ibridazione con una fario. Foto e rilascio. Trota magra e lunga, un classico di stagione; però pesce in forma e anatomicamente perfetto, alcune leggere cicatrici sulla schiena fanno pensare ai segni lasciati dal filo trecciato di qualche altro pescatore nelle stagioni passate… pescatore che ringrazio per averla rilasciata comunque in salute!
Sono stato molto soddisfatto del modo in cui ho conquistato questa abboccata, ma forse per questo mi sono rilassato ed il fiume nel corso della giornata ha voluto ripassarmi la lezione. Meno di un’ora dopo la cattura, ho visto solo all’ultimo una grande trota che stava seguendo il mio crank, pesce finto di legno, ma questa volta ero in piedi su una sponda piatta, visibile come un faro in mezzo al mare, ho spaventato la trotona. Per una frazione di secondo ci siamo guardati e lei è sparita velocemente nell’acqua più profonda. Non c’è stata una seconda possibilità.
A sera invece, nascosto tra i rami di un cespuglio, muovevo piano in trattenuta contro corrente un altro pescetto di gomma, lo lasciavo salire e scendere nella corrente davanti a due grandi sassi, osservandone il nuoto e aspettando che apparisse la trota che di certo aveva dimora in quel punto del fiume.
La trota è apparsa, come dal nulla, una sagoma nera che piano piano si è avvicinata all’esca sospesa a mezz’acqua e, sorprendentemente, ha aperto lentamente la bocca ed ha assaggiato l’esca. La fulminea ferrata a vista è servita solo a girarle la testa e farla scappare. Quasi certamente, se all’ultimo istante avessi mosso l’esca di scatto, avrei provocato un’abboccata veloce d’istinto e l’abboccata veloce è più facile da ferrare…
Ricordo tutto questo e mi preparo nei pensieri, presto si torna a calpestare le rive, si torna ad imparare la musica della vita al ritmo dell’acqua, dove il fiume canta per la danza di meravigliose creature pinnate.
Rock’n’Rod
- La cattura protagonista del racconto. (18 Marzo 2017)
- I disegni dell’acqua. Bellezza del torrente.
- Lungo le sponde i primi avannotti. E’ Primavera!
- Una bella trota marmorata (ibrido) dell’alto fiume Sesia – C&R
- Una bella trota di inizio stagione (4 marzo 2017)
- Dettaglio di una trota di inizio stagione 4 marzo 2017)
- Una pollastra in forma presa ad inizio stagione (11 Marzo 2017)
- Un bell’ibrido preso ad inizio stagione (11 Marzo 2017)
- Primo piano marmorato
Tante volte anche se non prendi nulla rimani soddisfatto per tutto quello che ti circonda,che sia chiaro quando si parla di luoghi come: torrenti di montagna.mi riferisco a quello che ho potuto leggere ,cioè pesca alla trota su torrenti.
È proprio così, l’esperienza più bella che si possa fare a pesca è l’esperienza di immergersi nella Natura 😉
Rock’n’Rod
Buon pomeriggio Pietro,
Mi chiamo Mario e sono un appassionato di spinning alla trota.
Mi sono permesso di inserire un commento al tuo report che in realtà non è gli propriamente attinente.
Se ritieni filtralo pure senza problemi.
In realtà ho inserito la mia mail nel form perché vorrei chiederti delle informazioni generali sul Sesia e chiaramente sulla pesca. Se fossi così cortese da inviarmi un messaggio ti rispondo con qualche domanda.
Molte grazie in anticipo e complimenti per le catture, i magnifici report e il sito.
Saluti,
Mario.
Ciao!
Scrivimi pure un messaggio privato sul mio profilo di Facebook 😉
A presto, Rock’n’Rod
P.
Ciao Pietro,
ti ringrazio della risposta molto cortese, per quanto non dovuta 🙂
In realtà non ho dispongo di un account su Facebook, e me ne tengo da lungi, dunque non sono in grado di contattarti attraverso quel canale.
Ti spiego brevemente qui e ti chiedo cortesemente di non pubblicare la risposta, visto che non è di alcuna attinenza al tuo report e contiene dettagli personali.
Per darti un bit in più: ‘provengo’ dal bacino idrografico Po/Dora Baltea e, a leggere i tuoi report, in quell’ambito credo si abbia diverse conoscenze comuni.
Da anni però mi sono trasferito vicino Milano per lavoro e non ho più modo di pescare in quei fiumi le trote (a spinning) colla medesima costanza e applicazione che mi erano possibili in precedenza.
Ormai la pratica è saltuaria, ma la passione resta viva, e allora si cerca di puntare alla qualità.
Dunque, non so quando, ma mi piacerebbe provare (anche) in Sesia e chi meglio di un esperto come te per avere, se possibile, qualche dritta che mi possa evitare di andare completamente a zonzo, sprecando anche le poche preziosissime giornate che ho a disposizione per la pesca nel corso della stagione.
Poi si va a zonzo in ogni caso, perché senza battere come un martello e conoscere profondamente un posto i risultati non arrivano, ma sarebbe già qualcosa.
Tutto qua.
Se fossi così cortese da rispondere via mail te ne sarei molto grato, ma comprendo che si possa essere restii a entrare in contatto con una persona che non si conosce, col rischio collaterale di ritrovarsi un frantuma-maroni attaccato come una zecca nel tentativo di estorcere informazioni.
Non saperebbe questo il caso, ma comprenderei l’eventuale diffidenza.
Grazie comunque e buone cose.
Mario.