Ode al pescatore poeta

Trota_pescatore_poeta

Trota_pescatore_poetaLiberamente tratto da “Come Si Pesca La Trota” di R. Biancossi; 1959, CEM

Un vecchio ed esperto pescatore, una tarda sera, nella sua baita di montagna accanto al fuoco che crepitava nel grande silenzio mentre gli astri viaggiavano silenziosi nell’Infinito, mi disse questa frase: <Non si può essere cattivi se si è pescatori>.
Dapprima non compresi in tutto il suo significato la profondità di questa frase, oggi dò ragione al vecchio pescatore. Infatti non mi piace il pescatore avido di preda che gode solo quando dal cestino escono quelle lame d’argento, cioè le trote iridee, oppure quando fra il verde acceso delle foglie fresche eun poco turgide d’acqua brillano i puntini rossi delle fario. Un pescatore simile è un ingordo e può godere di queste gioie un poco sensuali di abbondante bottino ben poche vote nel tempo di pesca.
Infinitamente più poetico e caro mi è il pescatore che si diverte sempre ogni volta che si reca presso un torrente o un ruscello; egli è un amante del ruscello che scende a valle racontando leggende di purezza e si placa i nervi e lo spirito non pensando unicamente  a prede abbondanti. Ama quelle solitudini montane così eloquenti nel loro silenzio; a contatto con questi meravigliosi pesci così furbi e così belli è a contatto con la natura bella e pura come quando all’aurora dei secoli il mondo uscì alla vita.
E ogni giorno di pesca dona al vero pescatore nuove gioie e nuove esperienze. Bellezze e verità delle cose che ci rendono migliori!
Ci sono tanti pescatori oggi, ma pochi sono i pescatori poeti.

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