
(liberamente estrapolato da “Il vero pescatore” de “Bar sport” di Stefano Benni).
Grazie al mio compare di pesca Jacopo che me lo ha mandato… io mi ci sono ritrovato in pieno, magari sostituendo minnow a bigattini e pensando al C&R… ma l’anima della storia è la stessa.
Pescare non e’ un hobby, e’ una malattia. Il vero pescatore si riconosce da come racconta. Se mentre descrive un luccio di sei etti si esalta, allarga le braccia e salta per tutta la stanza, non e’ un vero pescatore. Ma se balbetta per la commozione, una lacrima gli scende dall’occhio e un bigattino gli sale lungo la manica, ecco il nostro uomo. I veri pescatori sono soli con la loro malattia, come i cinesi con la pipa d’oppio. Il loro colore e’ un rosso febrile, dovuto all’esposizione al sole d’acqua dolce, e rilucente di squame di cavedano accumulate con gli anni. Tra di loro comunicano con il rituale preciso e silenzioso. odiano il rumore, nemico dei pesci, e se vi avvicinate con passo pesante al bancone del bar si voltano e dicono “piano, che mi fai scappare il cappuccino”. In famiglia sono affettuosi , ma di passaggio. Il loro cuore e’ altrove. Le mogli dei pescatori sono mute eroine che sopportano pazientemente carpe gigantesche nel bidet, invasioni di vermi nel tinello e tonnellate di pesci che nessuno mangia, stipate nei frigoriferi come nelle baleniere norvegesi.
I figli dei pescatori hanno del genitore immagini fuggenti, due stivali verdi e gocciolanti che si allontanano nella notte. Sul tema di classe scrivono “Io sono orfano. Mio papa’ fa il pescatore”. Poi, a dieci anni, l’ereditarieta’ della malattia li colpisce inesorabilmente. La madre, disperata, li vede consultare le prime cartine idrogeografiche mentre tutti i bambini normali leggono “Playboy”. Vanno di nascosto ai giardini pubblici e catturano pesci rossi gonfi come commendatori. Finche’, una notte, la madre li vede salire sulla seicento paterna. Hanno anche loro due stivalini verdi, un berretto alla creatina, una canna e un mulinello. Mentre la madre li saluta sulla soglia con un fazzoletto, nota nel loro sguardo la stessa espressione di distacco dalle cose terrene che e’ del padre. E’ nato un pescatore.