Da dodici mesi aspettavamo questo momento ed il momento è finalmente arrivato. Un tornante dopo l’altro la strada ci porta verso il lago, il fiume corre sotto di noi in fondo all’orrido, le montagne si fanno più vicine e si dispongono infine ordinate, con le loro cime ancora timidamente innevate, intorno allo specchio d’acqua che ci accoglie placido e fresco di primavera.
Un anno fa, Fabio ed io, qui abbiamo pescato trote bellissime, ma siamo andati via con la consapevolezza che si potesse fare meglio… Abbiamo preso e abbiamo perso, ma soprattutto ci è sembrato di aver capito come pescare al meglio dopo un lungo fine settimana di pesca. Adesso siamo tornati pieni di ferocia alieutica, vogliamo partire subito con il piede giusto, mettere in pratica la lezione: fili sottili, canne leggere, esche piccole sia hard che soft, piccole gomme recuperate piano, fatte letteralmente saltellare sul posto. Cerchiamo le grandi trote che in questa stagione lasciano la profondità del lago e cacciano piccolo foraggio sotto riva. Le cerchiamo a spinning e, ovviamente, pratichiamo un rigoroso catch and release.
Non vi leggevo da secoli, avevo rimosso l’esistenza del vostro blog, poi, per caso, mi spunta una vecchia “subscription” del relativo feed RSS e mi torna la luce!
Questo articolo è fantastico: il pezzo sugli dei della pesca rende benissimo lo stato d’animo di chi perde un pesce, superiore, per ceri aspetti, di quello di chi, invece, lo prende
Sul Tide spalettato senza toccare ostacoli, taciamo per carità!
Ho preso pià serra con questa esca che con tutte le altre messe insieme, ma quanti ne ho rotti? Quanti ne ho riparati? Ho anche preso qualche pesce col tide spalettato.
Grande Mimmus!!! Ci mancavi!
Dai non perderci… altri articoli abbiamo scritto 😉
Certo, ormai ne scriviamo meno, circa uno ogni mese o ogni due mesi…
Speriamo continuino a piacerti.
A presto,
ora e sempre… Rock’n’Rod
P.