La stanza dell’autocostruzione – 36 – Geppetto Lures

Una forte passione per la meccanica e il funzionamento delle cose, e un padre che per tenerlo buono mentre pescava gli mette in mano una canna da pesca. Gli ingredienti per il patatrac ci sono tutti. E infatti, succede. Le due passioni si nutrono l’una dell’altra e i risultati non tardano ad arrivare.

Mi chiamo Gabriele, romano, sono un appassionato di pesca, escursioni, e tutto ciò che riguarda lo stretto contatto con la natura. Nella vita faccio il meccanico/tornitore, eh si, la meccanica in generale ha sempre fatto parte della mia vita fin dai primi anni, quando smontavo ogni cosa che avevo tra le mani cercando di capire il funzionamento di una macchina radiocomandata o di qualsiasi cosa avesse un motore ecc. A fianco della meccanica c’è sempre stata anche la pesca, che è stata un’ossessione fin da subito e che tutt’ora fa parte della mia vita…

Da quanto peschi?
Avevo 4-5 anni quando con mio padre “pescatore occasionale” andavamo in vacanza in puglia, nello specifico Savelletri, una piccola località di mare, lui si portava una canna da pesca, innescava il verme e in silenzio con la sigaretta in bocca aspettava… Io ero li accanto a lui in silenzio per qualche minuto, dopodiché cominciavo a cercare tra le pozze d’acqua i granchi e le “bavose” camminando su scogli acuminati, e lui per placare la mia curiosità “pericolosa” mi dava un bastone con del classico nylon a cui era attaccata una mollica di pane, o qualunque cosa era possibile “innescare”… beh da quel momento la pesca mi ha avvolto nel suo magico mondo.

Quando hai iniziato a costruire? Ti ricordi la tua prima creazione?
Ho iniziato a costruire circa 4 anni fa, la mia prima costruzione fu un minnow snodato di 6-7 cm destinato alla trota, non nuotava un granché bene perché non avevo considerato che per iniziare non era certo una buona idea fare uno snodato…

Perché hai iniziato ad autocostruire?
Per semplice curiosità. Mi hanno sempre affascinato tutti i tipi di artificiali a tal punto da farmi acquistare esche che non ho mai utilizzato perché destinate a tecniche che non pratico. La passione per il “fai da te” ha fatto il resto.

Quando peschi che tecniche pratichi, dove e rivolte a che pesce?
Pesco prevalentemente in acqua dolce, esclusivamente a spinning, anche se mi piacerebbe un giorno imparare a pescare a mosca visto che non ho mai provato e mi ha sempre affascinato. Adoro pescare in ambienti ristretti dove l’approccio deve essere molto più delicato e studiato, lanche, canali ecc. Amo il luccio, anche se qualche volta una scappata a cavedani o bass non me la toglie nessuno.

Qual è il tuo più grande vizio?
Sono uno spendaccione. E fumo!


Qual è il materiale che ami di più? E quale tecnica di costruzione?
Adoro il legno, lo trovo estremamente versatile, adoro il suo profumo e come molti lo reputo “vivo” poiché parte della natura.

Nel corso degli anni, produttori e tecnologie hanno migliorato molto le nostre attrezzature da pesca, per te qual è stata la novità più utile e rilevante?
Credo che ci siano parecchie cose che hanno rivoluzionato le nostre attrezzature e di conseguenza la pesca, citarne solo una potrebbe togliere importanza a tutte le altre, ma rispondendo alla domanda direi che l’evoluzione dei monofili e dei trecciati abbia decisamente cambiato l’approccio in pesca permettendoci di avere delle lenze molto più fini e molto più resistenti, invisibili, ma soprattutto di avere a disposizione svariati modelli, con caratteristiche differenti, adatti ad ogni uso.

Qual è l’elemento che conta di più nel successo di un artificiale? Colore e realismo, equilibrio dei pesi e vibrazioni, forma e sua idrodinamica?
Senza alcun dubbio credo che ci siano due fattori importanti. Il primo è il nuoto, l’artificiale deve muoversi correttamente, per farlo ha bisogno di un corretto assetto e una forma adeguata. Il secondo ma non di minore importanza è la fiducia che gli viene data, un artificiale in cui non crediamo difficilmente ci darà soddisfazioni e il perché è molto più logico di quanto si possa pensare. Spesso capita di andare a pesca con decine e decine di artificiali che però non verranno usati in quanto nella maggior parte dei casi il pescatore ha nella sua cassetta 5-6 artificiali che reputa vincenti e saranno quelli a essere usati con più costanza, inevitabilmente saranno anche i più catturanti poiché passeranno molto più tempo in acqua.

Ci descrivi i principali processi e fasi della costruzione di un tuo artificiale?
Inizio focalizzando il tipo di artificiale che desidero creare, nella maggior parte dei casi disegno la sagoma a mano sul legno, lo intaglio e rifinisco la sagoma, eseguo i vari fori/sedi per il piombo, l’eventuale taglio per l’armatura. Poi procedo con le varie fasi di protezione del legno. Successivamente calcolo il peso del piombo, stucco, vernicio e passo la protezione finale.

Quanto tempo dedichi all’autocostruzione e quanto alla pesca?
Sicuramente più tempo all’autocostruzione, tra un impegno e un altro è molto più probabile che scenda giù nel mio laboratorio dove ogni giorno passo parecchio tempo.

Cos’è per te la pesca e cosa significa per te costruire esche?
La pesca per me è felicità allo stato puro, mi rende felice sempre e comunque anche in assenza di catture, è un legame profondo fra me e la natura, l’acqua. Costruire artificiali è importantissimo per me perché è una delle cose che riesce a far coincidere la mia passione per i lavori manuali con la pesca. Una “combo” perfetta direi.

Qual è la tua marca di esche artificiali preferita presente sul mercato?
Sinceramente quando compro artificiali non sto attento alla marca, li scelgo in base alle loro caratteristiche, ho parecchi artificiali di cui non la ricordo nemmeno.


Qual è il tuo sogno di costruttore di esche?
Il mio sogno si è già realizzato: costruire esche ed essere apprezzato da chi le usa ma anche dagli amici e dai parenti! Non esiste a mio avviso, cosa più bella!

Se potessi scegliere un altro costruttore a cui affiancarti, presente o passato, il più bravo, chi sarebbe?
Ci sono moltissimi costruttori che apprezzo molto, che a parer mio sono bravissimi e realizzano capolavori. Nonostante ciò non saprei dire chi reputo il più bravo. L’unico che sceglierei non può che essere Lauri Rapala.

Quali sono, nell’ordine, i primi materiali e attrezzi che consigli a chi vuole iniziare ad autocostruire? E con quale imitazione partire?
Io direi: pinze a becchi tondi, carta abrasiva in un paio di misure, una buona lima per legno, filo inox, un taglierino e tanta pazienza! Con quale imitazione partire? Non saprei, il bello è proprio tentare, fare ciò che più ci piace! Sbagliando s’impara!

Che consigli daresti a chi si avvicina all’autocostruzione?
Avere tanta pazienza credo sia la cosa principale, non abbattersi e, se se ne ha la possibilità, ascoltare i consigli degli esperti, spesso molto utili!

Per contattare direttamente Gabriele e chiedergli info sulle sue esche potete scrivere una mail a geppettolures@outlook.it  oppure visitare la sua pagina Facebook Geppetto Lures.

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