Pesca&Fidanzata – Mai smettere di crederci

Cercando di rimettere a posto i file del mio archivio mi sono imbattuto in questo scritto che, per ragioni inspiegabili, è rimasto inedito. Rispetto a quanto scritto qui sotto da mia moglie molte cose sono cambiate, molte altre sono rimaste uguali. Potrebbe sembrare quindi ormai anacronistico ma non lo è. Mai.
Auguri a Giorgio, forse pescatore, sicuro Anonimo, Veronica e Franco.

Allo scoccare dei due anni della pupa, chiaramente si fanno dei bilanci. Molto spesso la realtà supera la fantasia, in positivo e in negativo.

Un bambino illumina la casa, e anche le notti, dato che spesso non si dorme!
Un bambino sorride al mondo e insegna a noi adulti, genitori, che anche un’ombra sulla parete può far sganasciare dalle risate.
Il mondo cambia perché i tuoi occhi sono cambiati grazie ai suoi occhi, e le scoperte quotidiane sono infinite e impagabili.

La stanchezza è massacrante ma alla fine della giornata non si può non pensare che ne sia valsa totalmente la pena. I momenti di felicità sono innumerevoli, come innumerevoli sono i motivi di ansie e preoccupazione, ma tutto fa parte del gioco.

La coppia cambia forma, cioè si sforma (!) per assumere una nuova silhouette che è contemporaneamente più stabile e più mutevole di qualsiasi altra conosciuta. In tutto questo poi, l’uomo reagisce diversamente dalla donna.

Un figlio ha bisogno della mamma, sempre.
Un figlio ha bisogno del papà, quando ne ha voglia.
Ed è qui il bug di sistema!

Avere un figlio, per un uomo, è già di per sé un’esperienza devastante: cioè noi donne nel bene o nel male, affrontiamo una metamorfosi per nove mesi, che ci abitua al cambiamento fisico, agli sbalzi ormonali ed emotivi, al fatto che non saremo mai più vere padrone del nostro tempo e delle nostre vite. Le priorità cambiano, il modo di pensare si plasma sulla nuova vita e tutto inizia ad assumere toni e forme diverse: e comunque, nel momento in cui questa nuova vita viene alla luce, non si è mai pronte abbastanza. L’uomo diventa padre nel momento in cui suo figlio nasce, e questo amore immenso che sboccia non è scontato, ma va sudato giorno dopo giorno.

Ora, questo cosa c’entra con la pesca?
Nulla, o forse tutto.

Ogni volta che vi ritrovate sul fiume, siate anche nello stesso posto da anni, ogni volta, credo, quel fiume va riconquistato, e riscoperto, e sedotto di nuovo, per avere qualcosa indietro, ammesso e non concesso che arrivi.
Cercare la tecnica giusta è essenziale, ma non sempre funziona.
Avere la giusta compagnia allieta e solleva, ma non è necessaria.
Il rapporto è bilaterale, ma a volte, sembra quasi che sia a senso unico.

La frustrazione è tanta, a volte nello stesso punto, nella stessa ansa, il tuo vicino prende una bestia così e tu torni a casa a mani vuote, inspiegabilmente. Sembra che le condizioni siano perfette, il momento giusto, la preparazione ottimale, l’umore alle stelle, eppure, a volte, semplicemente non va. Non sempre possono esserci delle ragioni spiegabili per dei flop alieutici, e così anche in quelli parentali. Vedere questa situazione ferisce, non solo voi, pescatori tutti alcuni padri, ma anche chi vi sta attorno.

Però una cosa è certa: la stessa pazienza, la stessa perseveranza, la stessa attenzione che vi spingono ad affrontare ogni volta il vostro fiume, i vostri spot, i vostri “mostri”, deve essere quella che vi spinge a baciare vostro figlio la sera quando tornate a casa e non vi vuole, senza motivo. Credo che un padre pescatore non sia migliore di un non pescatore, ma so, per esperienza, che quel silenzio sofferto per un bacio negato è lo stesso di un’abboccata persa.

E quindi, in fondo, non vi siete preparati tutta la vita per questo?

Accusare il colpo, spostarsi di qualche metro e riprovarci.
È questo essere genitori, ed è questo essere veri pescatori.

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