La stanza dell’autocostruzione – 25 – Eukù Minnows

Piccolo è bello. Soprattutto se curato. Gli artificiali di questo romagnolo sono dedicati a trote e cavedani pescati con attrezzature leggere, anche leggerissime. Sagome tradizionali e non vengono vestite da colori naturali e più esuberanti. Il suo percorso è stato quello inverso rispetto a tanti autocostruttori, prima è venuta la passione di far lavorare le mani e solo dopo la sua applicazione più nobile per noi pescatori.

Mi chiamo Ermes Maffi, ho 36 anni, vivo a Sogliano al Rubicone un paese di collina in provincia di Forlì Cesena. Sono un ferroviere, ho una grande passione per la musica, suono diversi strumenti, canto, l’altra mia grande passione è la pesca. Ho una compagna e un bellissimo figlio di 10 mesi. Proprio da lui viene il mio pseudonimo EUKÙ MINNOWS. Infatti “eukú” è stata la prima simil-parola che ha pronunciato a 3 mesi.

Da quanto peschi?
Pesco da quando avevo 7 anni.

Quando hai iniziato a costruire? Ti ricordi la tua prima creazione?
Ho iniziato circa 2 anni fa, ma le mie prime creazioni risalgono a 25 anni fa, all’epoca vedevo queste esche simili a pesci sui giornali di pesca che mio babbo mi comprava e, siccome ho sempre avuto la passione di costruire tutto, ho deciso di farne qualcuna. Ovviamente non avevo idea né di come si costruissero né come si utilizzassero. Infatti le ho costruite senza nessunissimo criterio e con materiali improbabili, e poi non le ho mai utilizzate. Ai tempi non c’era YouTube né i tutorial di autocostruzione!!! Le ho ritrovate in una vecchia cassetta da pesca proprio qualche mese fa e ora le conservo gelosamente!!!


Perché hai iniziato ad autocostruire?
Ho iniziato facendo un artificiale da trota con un tappo di una birra, poi mi sono detto, proviamo a fare un minnow!!! Da lì non ho più smesso. In commercio ci sono varie tipologie di artificiali, ma farseli da soli é tutta un altra soddisfazione, puoi scegliere pesi, misure, colori, adattare gli artificiali alle tue esigenze e alla tua attrezzatura. Poi questa passione diventa veramente una droga e, a mio parere, serve a nutrire l’anima.

Quando peschi che tecniche pratichi, dove e rivolte a che pesce?
Fino a 6 anni fa ho sempre pescato a bolognese, carpe, pesci gatti, cavedani e barbi. Poi ho iniziato ad alternare lo spinning al cavedano e al bass alla bolognese. Il mio spinning era molto approssimativo e poco tecnico, utilizzavo rotanti, esche in gomma, e qualche minnow, ma a la gomma non l’ho mai amata quindi non ho mai approfondito più di tanto, poi quando ho iniziato a costruire ho scoperto la pesca alla trota sia in cava che in torrente ed è stato subito amore. Tuttora utilizzo rotanti e ondulanti sia per trote che per cavedani, ma pescare trote con artificiali autocostruiti per me è il massimo!!!

Qual è il tuo più grande vizio?
Sono profondamente pignolo, soprattutto con me stesso!!!

Qual è il materiale che ami di più? E quale tecnica di costruzione?
Io amo profondamente il legno, da sempre. Tant’é che avrei voluto fare il falegname!!!! Non mi piace particolarmente la resina o le gomme varie. Il legno è un materiale vivo con cui mi sento molto in affinità!

Nel corso degli anni, produttori e tecnologie hanno migliorato molto le nostre attrezzature da pesca, per te qual è stata la novità più utile e rilevante?
Beh sicuramente i materiali con cui si costruiscono le nuove canne sono strepitosi e anche i nuovi trecciati sono stati una bellissima innovazione!

Qual è l’elemento che conta di più nel successo di un artificiale? Colore e realismo, equilibrio dei pesi e vibrazioni, forma e sua idrodinamica?
Aaaaaaah!!! Qui si potrebbe parlare per settimane e non si arriverebbe a capo di niente. Comunque per quel che ho potuto capire dalla mia esperienza quello che conta di più è: quanto credi nell artificiale che stai usando! Poi c’è il movimento, la vibrazione che un artificiale produce in acqua infine il colore. Il colore conta poco ma io credo che chiaro scuro, effetto stagnola, argento, oro possano aiutare. Ovvio che branchie, squame e pitture varie non sono necessarie. Io cerco di essere più preciso possibile per un motivo: se l’artificiale è verniciato bene e mi piace, allora credo molto in quell artificiale di conseguenza sarà più catturante! Ovviamente questo è il mio modestissimo parere.

“Anche se non credo sia un elemento importante per i pesci, se l’artificiale è colorato bene, il pescatore lo userà meglio. E quindi sarà più catturante.”

Ci descrivi i principali processi e fasi della costruzione di un tuo artificiale?
Beh, io parto da un progetto: decido che movimento deve avere l’artificiale, che profondità deve raggiungere e che forma si adatta di più a questi punti. Poi faccio una sagoma su un cartoncino e parto con il prototipo. Faccio il taglio per l’armatura passante e l’eventuale paletta. Rastrematura con carta vetrata dalla 60 alla 800, poi incollo l’armatura passante in acciaio, precedentemente sagomata con pinze a becchi tondi, poi con l’aiuto di un dremel faccio la sede per il piombo, una volta fissato il tutto, stucco bicomponente. Poi per rendere tutto ben liscio, levigo ben bene con carta vetrata. 2 o 3 mani di turapori alla nitro, una leggera levigata e poi via di fantasia con colori acrilici. Per il momento utilizzo bombolette, pennelli e chiodini per i punti, gli occhi e le varie decorazioni. Sto per acquistare un aerografo per evolvermi un po’ nelle livree. Una volta asciutta la vernice, posiziono l’eventuale paletta, la incollo e poi si parte con le 2 o 3 mani di finitura con resina epossidica.


Quanto tempo dedichi all’autocostruzione e quanto alla pesca?
Direi mezza giornata a settimana per la pesca e circa 8 ore per l’autocostruzione. Purtroppo, lavorando, il tempo per questa passione non è tanto, però ogni momento è buono per costruire, progettare e fare della segatura!

Cos’è per te la pesca e cosa significa per te costruire esche?
La pesca per me è una cosa importantissima, mi permette di stare da solo con la natura, entrando quasi a farne parte. Questa è la cosa più bella, amo molto le condizioni estreme, soprattutto in inverno, quando le temperature sono polari. In quei giorni la natura ci mostra meraviglie incredibili. Mi piace misurarmi con la natura e con i pesci, tendo sempre a pescare con attrezzatura leggera, fili sottili così che il combattimento con il pesce sia alla pari. Pratico catch & release in ogni posto, anche dove il pesce puoi portartelo a casa. Costruire esche è il massimo della soddisfazione, soprattutto quando peschi pesci selvatici e loro le apprezzano. Non riesco più a pescare con esche commerciali al di fuori di rotanti e ondulanti. La costruzione è mettersi in gioco e cercare sempre cose nuove, movimenti nuovi, forme nuove. Insomma, un grandissimo stimolo e nutrimento per la creatività.

Qual è la tua marca di esche artificiali presente sul mercato preferita?
Non ho una marca preferita, credo che Rapala e Real Winner siano molto valide, ma se dovessi comprare degli artificiali, li comprerei dai numerosi autocostruttori che ci sono in Italia e in tutto il mondo. La cura e la passione che mette un artigiano in un artificiale, non è paragonabile a quella di un’azienda che produce in serie migliaia di pezzi!!!

Qual è il tuo sogno di costruttore di esche?
Mi piacerebbe trovare una forma, un nuoto che non siano mai stati creati prima. Non è facile!!! Ci sono costruttori che dedicano la vita a progettare e creare cose nuove e anche per loro è difficile trovare l’innovazione del secolo!!! Io sono un costruttore amatoriale che costruisce esche per uso personale tant’è che per il momento non mi sento nemmeno di vendere i miei artificiali. Ma non demordo, magari un giorno riuscirò a costruire un minnow pazzesco che mi farà fare il salto!

Se potessi scegliere un altro costruttore a cui affiancarti, presente o passato, il più bravo, chi sarebbe?
Beh così di getto direi Moreno Bartoli, però ci sono decine e decine di costruttori che varrebbe la pena frequentare. Sono iscritto al gruppo Facebook MY MINNOW HOMEMADE dove ci sono artigiani veramente validi e anche loro mi hanno aiutato a crescere e a migliorare. Colgo l’occasione per ringraziarli tutti, sia per le critiche sia per i complimenti.

Quali sono, nell’ordine, i primi materiali e attrezzi che consigli a chi vuole iniziare ad autocostruire? E con quale imitazione partire?
Legno di samba e balsa, carta vetrata, seghetti vari, stucco bicomponente, pinze a becchi tondi, filo d’acciaio, cementite o turapori, bombolette varie, vetrificatore per parquet per la finitura oppure resina epossidica. Comunque su YouTube ci sono tutorial di autocostruzione che spiegano benissimo tutto il procedimento, anche nei vari blog si possono trovare tanti spunti. Io ho iniziato a imitando il classico Countdown 5 cm della Rapala.

Che consigli daresti a chi si avvicina all’autocostruzione?
È una cosa bellissima che dà tanta soddisfazione, il mio consiglio è non smettere mai di fare esperimenti. Specialmente all’inizio è facile cadere nello sconforto perché i minnow non nuotato o perché non vengono belli e perfetti come vorremmo. Ma con un po’ di tenacia si riesce ad arrivare a risultati buoni, l’importante è non demordere!

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Per vedere tutte le sue creazioni o fare due chiacchiere con lui, potete farlo attraverso la sua pagina Facebook.

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