Lucci in Irlanda. Addio Celibato

Luccio over metro da favola per Francesco!
Luccio over metro da favola per Francesco!

lucci irlanda record INTRO

Jacopo e Pietro si sposano a Giugno. In Italia non è legale, quindi sposano delle donne.

Io sono Pietro e con Jacopo formo la Serie A dell’Anonima Cucchiaino, cioè l’eccellenza dell’eccellenza del meglio della pesca universale.

Franco e Francis sono nostri testimoni di nozze, due di Serie B per due di Serie A. Francesco, mio fratello, pesca e mi è testimone, Lorenzo, amico fraterno di Jacopo, non pesca e gli è testimone.  (Loro quattro scrivono i quattro capitoli di questo report. Un giorno a testa: quattro giorni, quattro autori! N.d.R.)

Ci sono due sole ragioni al mondo per sposarsi: una è pescare all’addio al celibato, l’altra è pescare nel viaggio di nozze.

I nostri testimoni ci organizzano lo “stag party”, l’addio al celibato! Se ci conoscono ci porteranno a pescare… Speriamo… Non sappiamo nulla.

Solo una email ci ha detto di scendere di casa alle 8.30 di mattina e di avere con noi un bagaglio bizzarro: dalla cerata al costume da bagno, passando per waders, giacche blu e camicie bianche… 

Franco Lotta il big pike!

Franco Lotta il big pike!

DAY 1, Thursday- “PARRUCCHE E MURETTI “ – (Lorenzo)

Il nostro aereo per Dublino decolla alle 11:20 da Linate. Ci diamo quindi un comodo appuntamento alle 9:20 davanti alle partenze. Vogliamo mantenere fino all’ultimo il mistero sulla destinazione finale e così decidiamo di trovarci prima coi futuri sposi per poi raggiungere l’aeroporto in un secondo momento: Franco ed io andiamo a prendere Jacopo, mentre Francis va a recuperare Francesco e Pietro. Arriviamo puntuali all’appuntamento, ma Francis – per iniziare il viaggio con lo spirito giusto – dimentica i waders nel bagagliaio dell’auto di Uber con cui è arrivato. Insulti e telefonate fanno a gara per cercare di mettersi in contatto con l’autista e dopo un buon venti minuti riusciamo a recuperarli. Dei waders – spoiler alert – non ce ne faremo nulla, ma adesso siamo davvero pronti per partire.

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La misteriosa destinazione finale diventa meno misteriosa quando facciamo check-in al banco dell’Aer Lingus.
Jacopo pensava saremmo andati in auto a pescare in centro Italia… principiante. Ci attendono due ore e mezza di volo. Cerchiamo di ammazzare il tempo con qualche chiacchera, un romanzo giallo, parole crociate onestamente troppo difficili per il mood di attesa gioiosa e rock’n’rod che stiamo vivendo. Arriviamo in orario all’aeroporto internazionale di Dublino (o Aerfort Bhaile Átha Cliath nella simpatica ma del tutto incomprensibile lingua che va sotto il nome di gaelico irlandese).
Un fish & chips per spezzare il viaggio e poi via in macchina direzione BlackBay Fishing Lodge presso il lago Derg nella Contea di Clare
L’Irlanda ha la guida a sinistra, siamo tutti un po’ restii a prendere in mano il volante e alla fine sarà Jacopo il guidatore designato della Zafira bianca che abbiamo preso a noleggio.
Nonostante i mugugni di Francis che non riesce a trovare nessun pezzo degli U2 alla radio e le traiettorie di Jacopo che ci porta più di una volta ad accarezzare i muretti a sinistra della carreggiata, siamo ormai prossimi a destinazione. Sono quasi le cinque di pomeriggio e ci chiediamo quindi se valga la pena prendere l’attrezzatura e andare a pescare. Non c’è grande discussione: si pesca fino al tramonto! Arrivati al lago Derg, conosciamo subito Nick e Riccardo, due dei ragazzi che gestiscono il Blackbay Lodge e ci faranno da guida in questi giorni. Ci dividiamo in due gruppi: Pietro, Jacopo e Francesco andranno con Nick in barca sul lago, Francis, Franco ed io risaliremo a piedi assieme a Riccardo uno dei tanti canali che scorrono nei dintorni.

Paesaggio Irlanda

Paesaggio Irlanda

Non ho mai pescato in vita mia e la mia conoscenza in materia si ferma allo scontato ma obbligatorio “Sampei, il nostro amico pescatore” e qualche video su Youtube del tipo “best fishing fail compilation“. Spiego la situazione a Riccardo che, paterno ma probabilmente anche un po’ preoccupato, mi porge una canna da casting. Mi spiega come lanciare, il movimento sembra facile, vado col primo lancio, l’esca si ferma molto prima di quanto avessi voluto, il filo si intreccia nel mulinello.
Riccardo sorride: “hai fatto la tua prima parrucca, complimenti!”.
Sbroglia rapidamente la matassa e mi porge nuovamente la canna. Questa scena è destinata a ripetersi diverse volte nel corso del pomeriggio. Nel frattempo camminiamo lungo il canale, il clima è piacevolissimo e il paesaggio attorno delizioso. Continuiamo a lanciare mentre il sole mano a mano tramonta fra le morbide colline irlandesi, nessuno di noi riesce a pescare nulla e verso le otto decidiamo di rientrare alla base.
Ci sdraiamo sul divano, stanchi più per il viaggio che per le tre ore di pesca, apriamo una Guinness e attendiamo il rientro dell’altro gruppo. Neanche loro hanno pescato nulla, ma diciamo che quello di oggi lo consideriamo come un test generale in vista della giornata, assai più importante, di domani. Ceniamo assieme a Nick, Riccardo, Alan e Marco,  gli altri ragazzi del Blackbay lodge. Ci sarebbe anche una mezza idea di andare a bere il nightcap in un pub del paese vicino, ma siamo stanchi e vogliamo preparaci, anche spiritualmente, per domani.

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DAY 2, Friday – ORGIA DI LUCCI – (Francis)

Sveglia alle 8.

Ho dormito benissimo, sono fresco e riposato. Appena apro gli occhi, attraverso la grande finestra della mia stanza, vedo verdi colline riflettersi sulla superficie plumbea del Lough Derg nella luce dolce del mattino.

Il mio compagno di stanza no, non ha dormito benissimo. Non ha dormito proprio.

Pietro, caro Pietro, la nostra è un amicizia antica e profonda : abbiamo condiviso interessi, case, passioni, viaggi, abbiamo pescato torrenti, fiumi, laghi e laghetti, mari ed oceani… tra poco sarò tuo testimone di nozze. Tuttavia ti ho sempre irrimediabilmente rovinato il sonno aggiungendo ogni volta nuove definizioni al concetto di russare e nuove declinazioni dei verbi di bestemmia.

Il fatto che sappiamo entrambi che non lo faccio apposta rende tutto più difficile: non puoi prendertela con me, puoi solo su… subire! (Scusami Pietro, per me resti sempre un grande).

Colazione dei campioni!

Colazione dei campioni!

Facciamo una colazione da campioni, il lodge è bellissimo, i lodgers fantastici, il cibo in generale è strepitoso, eccetera, eccetera… Ma parliamo di cose serie! Due barche super attrezzatissime, due capitani preparatissimi, due equipaggi super Pro, un lago che promette, ovunque volgiamo lo sguardo, l’appuntamento con Mr.Esox!

Pietro, io e Francesco andremo a pescare con Nik.

Franco, Jacopo e Lorenzo sono con Riccardo detto “Spuperz”.

Saliamo in macchina, con traino al seguito, arriviamo dopo circa 10 minuti ad una pittoresca marina dove caliamo le barche e pianifichiamo l’uscita. La giornata è bellissima, sole a manetta, zero vento, colori meravigliosi, clima da stare in maglietta.

Equipaggio e grinta!

Equipaggio e grinta!

Respiro e mi godo l’Irlanda, i suoi profumi, il suo paesaggio e la sensazione di libertà. Tutto bellissimo ma … Nik è un po’ preoccupato e particolarmente sulla difensiva quando lo tempestiamo di domande su quanti lucci enormi pescheremo. Certo le guide di pesca per campare 100 anni devono essere caute, non promettere troppo, ma vedo Nik teso. Il sole che ci bacia è la nuvola che lo rende scuro in volto.

Dopo un po’ di navigazione “a tuono” raggiungiamo lo spot, niente lanci in questa calma piatta, si decide di fare una trainata. Tre esche siliconiche pesanti, canne toste da casting, velocità minima.

Fa un caldo surreale, non tira una bava di vento, siamo in maglietta a maniche corte. Rido e penso a tutte le paranoie che mi ero fatto sul “weather”: guscio, pantavento, felpa, camicia di flanella… inutili a quanto pare. Per ora…

Passano i minuti e non succede niente, solo Nik diventa sempre più cupo e dice: <Se non c’è vento non si muovono>.

Il Lago e la calma

Il Lago e la calma

Effettivamente vediamo diverse marcature sull’ecoscandaglio, inconfondibili pescioni apatici, immobili, sul fondo. Ci passiamo sopra più e più volte. Niente.

Nik tenta la carta disperata: “verticalizzare”! Con esche più pesanti cerchiamo di “staccare” dal fondo qualche luccio. Il risultato è lo stesso: il niente. La differenza è che ora le marcature ogni tanto si muovono, seguono l’esca un po’ , poi tornano sul fondo.

Nik sospira qualche imprecazione laica tipica del Bergamasco. La parabola di credenza è precipitata. A sollevare il morale ci pensa Pietro: <C’è!>

Da uomo impavido di serie A recuperando l’esca allama e porta in barca un baby luccio… il celebre Keychains Pike. Che non è una nuova razza, bensì il temuto luccio formato portachiavi! Almeno ci strappa un sorriso e lacera il manto di cappotto. Dal cappotto lacerato entra uno spiffero…

Nik si concentra. Nik fiuta il vento che si sta alzando…

monster huge beast cocco giga luccio record!

monster huge beast cocco giga luccio record!

Via le canne da traina, spostamento in barca alla velocità supersonica verso uno spot da favola: un erbaio sommerso in una laguna cinta da canneti! Sexyyyy!

Si pesca in drifting spostati dal vento, ora forte, freddo e deciso; il lago si increspa e sbuffa contro il bordo d’alluminio della barca. Tutti i vestiti addosso, canne da casting alla mano, lanciamo jig che recuperiamo dritto per dritto. Action degna del miglior videogioco di pesca.

Nik è radioso, eccitato e frenetico, emette versi, chiama i lucci come fossero cuccioli di cane, improvvisamente ci crede di brutto! Ci raccomanda una cosa: <Gli ultimi istanti di recupero! I lucci seguono fin sotto la barca, rallentate bene l’esca quando è vicina, fermatela senza farla affondare…>

Al terzo lancio mi accorgo all’ultimo istante che, sotto la barca, mimetizzato perfettamente nelle nerissime acque irlandesi, un LUCCIONE stava seguendo la mia esca. Ho sbagliato tutto e il luccio mi ha salutato. Però adesso CI CREDIAMO.

Tensione. Suspence. Lanci a raffica!

Fishing Action

Fishing Action

Poco dopo la canna di Francesco è piegata vertiginosamente,

<Fondo?>, gli chiedo, <No! E’ pesce.> Risponde con calma glaciale.

Qualche spettacolare fugone dell’esox intorno alla barca e finalmente un colosso di 103 centimetri di massicciosità è in barca!

Euforia a mille, raffiche di foto stile red carpet! Nik è diventato una bestia di pura grinta e ci esorta a lanciare e… crederci! Cast and Believe! …e noi CI CREDIAMO.

BOOOM!

BOOOM!

SBAM, ferrata lunga e <Ce l’hoooooo!> Adesso è Pietro che ha allamato un bellissimo luccio! Un paio di fugoni domati e uno spettacolare salto richiamato all’ordine dalla canna bassa, anche lui in barca per qualche foto, creatura oltre i 90 centimetri.

Pietro e over 90

Pietro e over 90

Cambiamo spot, stessa tecnica. Lanciamo con insistenza e … SBAM! Francesco “The pike charmer” Invernizzi, colpisce ancora sotto barca con un bel pesce sui 75 cm, non molto dopo è ancora Pietro con un altro esox sui 70. Tra un luccio e l’altro, innumerevoli toccate, botte e inseguimenti fin sotto barca!

Irlanda più vento più Blackbay Lodge uguale? Un’orgia di esocidi!

Jig

Jig

Però io continuo ad avere il cappotto addosso e un po’ mi sto prendendo male, ma non cado nella facile trappola dell’apatia, no, io sono un Anonimo, io continuo a credere, obbedire e lanciare!

Per rinnovare la fede cambio colori alla mia esca:

un jig-grub lungo con doppio skirt! Il cocktail preferito da Lucius,  Esox Lucius.

Sono nervoso. È quasi buio.

Riflessi sul lago

Riflessi sul lago

Gli Invernizzi’s Brothers sorridono e sono contenti, Nik “the guide” anche, mentre io concentrato continuo a sperare e pescare. Ultimo spot. Abbiamo un quarto d’ora di tempo. Lanciamo. Niente. È il crepuscolo. Un vento teso porta brividi di freddo e voglia di Guinness davanti al camino.

Dichiariamo gli ultimi lanci, dico a Francesco: <Ultimo recupero per me!>.

E poi… la botta! Ed io ferro come se non ci fosse un domani. Botta tremenda, ha attaccato a poca distanza dalla barca, si dimena, è BIG PIKE! In pochi attimi confusi lo porto sotto barca e Nik magistralmente lo guadina. Cappotto strappato e abbracci che neanche quelli dell’Amaro Montenegro! Misuriamo: 110 cm! Sarà il pesce più grosso della vacanza, anche se non il più bello. Infatti è una vecchia nobile signora del lago, con addosso tutti i segni dell’età. La lasciamo libera di tornare al suo regno.

Francis il luccio 110

Francis il luccio 110

I nostri sorrisi han più denti dei lucci, i nostri volti raggianti illuminano la sera e planiamo veloci sull’acqua verso l’approdo, verso il camino e la Guinness, verso i nostri amici e compari!

Franco e un luccione irlandese!

Franco e un luccione irlandese!

L’altro equipaggio ha incontrato meno attività ma Franco è riuscito comunque prendere un maestoso 106 ed un over 90 e anche Jacopo si è tolto il cappotto con un bel pesce!

Jaco e un bel luccetto!

Jaco e un bel luccetto!

Lorenzo, l’unico non pescatore della compagnia, ha imparato a lanciare con destrezza, ma gli dei della pesca non l’hanno premiato : “Not yet Lorenzo, not yet…”

Lorenzo e un ...biiig fish!

Lorenzo e un …biiig fish!

Come vampiri assetati di birra stappiamo lattine godendo il tepore del lodge e la compagnia degli amici. Ceniamo, chiacchieriamo di massimi sistemi e alta filosofia, finiamo un whiskey di qualità (whiskey, siamo in Irlanda! N.d.R.) e via a letto presto perché domani ci aspetta un’altra giornata di pesca.

 

Magnum!

Magnum!

DAY 3, Saturday – DAI LUCCI ALLA JACUZZI – (Francesco)

Al Blackbay fishing lodge lo yoghurt lo fanno in casa, la sveglia per andare a pescare è alle 8 e il caffè è fatto con la moka.

Un’altra cosa da non sottovalutare sono le finestre; ampie finestre che si affacciano sul lago e lasciano spaziare lo sguardo sull’orizzonte così da poter essere romantici, fare delle gran foto, ma soprattutto capire che se da una parte vedi il sole dall’altra può arrivare la bufera e quindi dare un senso a quel capo tecnico che ha riempito il trolley.

Vista dal Lodge

Vista dal Lodge

Durante la colazione, l’unico pasto forse erroneamente non accompagnato dalla Guinness, si fa il brief della giornata e per il nostro sabato si capisce che possono esserci due grosse insidie: l’appagamento, il giorno prima nove pesci in barca di cui tre pesci sopra il metro (103/ 106 / 110) con scappotto generale, e il tempo limitato a nostra disposizione: ore 14.00 le barche dovranno essere fuori dall’acqua, con incognita finestra di attività degli esocidi.

La ricetta per la prima insidia è guardare negli occhi i ragazzi dell’Anonima Cucchiaino, nel loro scrutare le acque increspate del lago c’è la grinta di chi vuole scrivere pagine gloriose di storia alieutica; per la seconda la risposta è la bravura dei ragazzi della Blackbay, che più che guide si sono dimostrate dei rabdomanti del luccio.

Nik guida, tra sereno e pioggia!

Nik guida, tra sereno e pioggia!

Se la mattina di venerdì ci siamo trovati a ripararci dal sole a picco all’ombra dei nostri minnow, il sabato ci regala una classica giornata irlandese.

Vento teso, sole, temporale, grandine, raffiche, sole, vento gelido, pioggia battente, vento e pioggia, sole. Cambiate l’ordine degli addendi, ma il risultato non cambia: divertimento, maggiore se avete con voi una fiaschetta di whiskey.

Quando sarete sulla prua della barca di Nik che drifta veloce, nonostante l’ancora galleggiante, lottando contro l’equilibrio precario dato dalle onde che picchiano selvagge contro il bordo dell’imbarcazione, mentre dal cielo vi colpisce una fitta pioggia gelata, e d’improvviso quello che pensate sia il fondo inizia a dare delle forti testate allora ringrazierete gli dei della pesca.

Fishing action casting

Storm! Fishing action!

Dopo una lunga planata si giunge sul luogo, scelto con cura dal nostro sciamano del luccio irlandese; non siamo per nulla scaramantici, ma abbiamo preferito non cambiare nulla rispetto al giorno prima, posizione in barca, esca, canna.

Quando iniziamo a far filare il trecciato verso il cielo uno strano silenzio ci avvolge; stiamo vivendo un’avventura che ricorderemo per tutta la vita. Stiamo celebrando un rito, che normalmente è un addio a qualcosa che si mette da parte con il matrimonio, per noi no. Non diremo mai addio agli amici, alla pesca, al viaggio, alla natura, alla grinta.

BOOOM!

BOOOM!

Le emozioni durante la mattinata non mancano; il motto “cast&believe” ripetuto come un mantra, accompagna la nostra azione di lancio e di recupero. Tra una grandinata e un temporale, tra una risata e un’esegesi della jerkata, abbiamo il piacere di lottare con stupendi lucci irlandesi.

Lucciotto e Pietro

Lucciotto e Pietro

Dalle acque scure come la torba, livree dorate fanno cantare le frizioni dei nostri mulinelli; alla fine sono sette in totale quelli portati oggi in barca di cui due over metro (103 / 105) per poi essere rilasciati nel puro spirito del C&R AC e innumerevoli quelli visti e toccati.

Nick chiama l’ultimo lancio; ieri ci ha regalato un 110 cm oggi la possibilità di assaporare ad ogni giro di manovella la bellezza del posto, ringraziare gli dei della pesca e dare un arrivederci a questo splendido lago e ai suoi abitanti.

over 90 e Francis

over 90 e Francis

Il 60 cavalli Mercury torna a ruggire, lo scafo a planare, si torna alla base. Destinazione Dublino.

Dublino qualche ora dopo.

 Gli U2, come la Guinness, in Irlanda sono migliori.

 Il Pub davanti al nostro albergo è come un Pub irlandese deve essere. Moquette, bancone di legno, odore di fish&chips, personaggi in tute acriliche dai colori improbabili che sorseggiano birra, megaschermi alle pareti con una partita di Premier League, bottiglie di whiskey di ogni marca e modello. Unica variante dei palloncini rosa su dei tavolini e…

una bambola gonfiabile di genere maschile su un divanetto. Questo è l’allestimento che tre avvenenti ragazze irlandesi hanno scelto per il party che si sarebbe tenuto per l’addio al nubilato di una loro amica.

Facciamo scattare il secondo giro di Guinness con la sensazione che da lì a poco in quelle acque si scatenerà una mangianza e noi dovremo essere pronti con il guadino o a fare delle prese operculari

Pub a Dublino e Guinness

Pub a Dublino e Guinness

Accanto a noi quattro simpatici avventori, forse per un eccesso di grinta, iniziano a intonare canzoni di M. Carey ed Elthon John scrutandoci con fare languido; potendo scegliere tra unirci a loro come Neri per caso, fare a botte o andare alla Spa dell’albergo scegliamo le bollicine.

Le case di Dublino sono basse e il nostro Hilton non si vuole far notare. Solo quattro piani di stile, anzi cinque; al meno uno si cela una splendida Spa con cromo terapia, sauna, bagno turco e una spumeggiante hot tub.

hot tube...

hot tube…

Dopo il rapido check-in e una divisione delle camere che vede “uno dei gloriosi componenti della B” destinato a stare solo, ci dirigiamo con la grinta giusta verso la Spa.

I nostri fisici scolpiti dalla attività piscatoria, coperti solo da una piccolo asciugamano, suscitano l’ammirazione delle signore incontrate.

Il progetto champagnino a bordo idromassaggio è sabotato da delle assurde regole di sicurezza…  allora indomiti, dopo aver comunque fatto una ventina di vasche in vari stili, ma soprattutto in bello stile, ci dirigiamo seminudi e alticci al bar della hall dell’albergo. I nostri fisici scolpiti devono essere troppo scolpiti e, per non far sfigurare gli indigeni, il simpatico barman ci intima di tornare alle nostre camere.

Jaco e la camisa bianca!

Jaco e la camisa bianca!

Il milanese per far serata non può prescindere dalla camicia bianca e quindi Taaaac eccole uscire dai nostri trolley pulite e inamidate.

Torniamo al bar con la grinta giusta per una serata da leoni. <Sparkling wine?> – <Champagne it’s better!>

DAY 4, Sunday – THE DAY AFTER TOMORROW –  (Franco)

Tecnicamente il nuovo giorno comincia a mezzanotte. Questo mi consente di prendere una breve rincorsa nel tempo per raccontare la giornata dublinese, senza esorbitare dal mio periodo di competenza.

Alle ore 00.00 di domenica 12 aprile 2015 ci troviamo all’incrocio fra Temple Lane ed Essex Street, latitudine: 53.344844 longitudine: -6.264269. Siamo reduci da una cena non leggera. Decidiamo di smaltire Guinnes, stufati e salsine guardando la vetrina di un negozio di pesca chiuso. In fondo alla strada, l’insegna del club Alchemy.

Lorenzo e il primo giro di Vodka

Lorenzo e il primo giro di Vodka

Scese le scale ci attendono gruppi di ragazze in trasferta per addii al nubilato,

Vodka Grinta (così Pietro ribattezza la vodka redbull), altra vodka grinta, ancora vodka grinta. Cerchiamo di ballare. Lo scopo non è divertirsi, ma digerire. Ginnastica ritmica a tempo di dance. Acqua gym senza acqua.

<Ragazzi, balliamo un’ora e ce l’abbiamo fatta!>. <Balla, balla – ci incitiamo a vicenda – mezz’ora e poi sei bello fresco!>. Siamo sei e siamo carichi. Di grinta e di cibo. Livello di cameratismo: Classe di Ferro. Livello di digestione: Cenone di Natale a Caserta. Siamo determinati ma costipati. Combattiamo il nemico che si nasconde in noi: gli stracotti dublinesi.

redbull vodka

Vodka e Grinta

Alle 1:32 Francis getta la spugna. Garlic e onion vincono ai punti sull’agile pugile britannico. Pietro e Francesco lo seguono in hotel, dopo gli ultimi coraggiosi quattro salti sotto cassa. Lorenzo e io, in pista, ci cerchiamo con lo sguardo. Temiamo che Jacopo – che nel frattempo è sparito, forse in bagno – voglia seguire gli altri in albergo. Conveniamo che sarebbe un peccato, sapendo che comunque alla fine ci adegueremo alle decisioni del futuro sposo, di cui abbiamo l’onore di essere testimoni. Anzi, come dicono gli anglosassoni con un termine bellissimo: best men.

Ma come a volte accade, giunti ai più decisivi tornanti della Storia, la realtà supera la migliore aspettativa: Jacopo torna in pista dal bar – stava strisciando la carta al bancone, altro che pausa al cesso! – con occhio pazzo, sopracciglio mobile alla Ancelotti, tre vodka grinta in mano e una carica da schiantare l’ultrà serbo Ivan Bogdanov. Il messaggio è chiaro: sboccing like no tomorrow, qui non molla un cazzo di nessuno.

Locos!

Locos!

Questa lunga premessa aiuta a capire come mai, al risveglio domenicale in hotel, il gruppo viaggia a due velocità. Chi è tornato in albergo alle 2 si presenta a colazione per tempo, lavato e stirato. Francesco, Pietro e Francis sorridono di fronte a piatti di salsicce e scrambled eggs.

Per chi la sera prima ha deciso di sfidare la congestione in pista, invece, fare colazione è come per la Cremonese giocare una finale allo Juventus Stadium.

Io provo ad assaggiare il caffè, ma al primo sorso lo stomaco mi dice che può bastare. Lorenzo cerca di arrivare al tavolo entro le 11 – poi la sala ristorante chiude – ma lo scoccare dell’ora limite lo sorprende sulla soglia dell’ascensore. Jacopo dorme sul filo del check out.

La nostra serata è finita alle 7 del mattino dopo una maratona di corse in risciò, ricerca di after hour veri e presunti, taxi pagati in benzina per mancanza di contante, wiskhey sorseggiati fuori tempo massimo al tavolo da black jack di un bar non bello, in compagnia di annoiate spogliarelliste brasiliane a fine turno.

La nostra giornata dublinese comincia così a mezzogiorno. E somiglia al day after dell’unica “serata libera” di un viaggio studio in terza media.

Puro Rock'n'Rod

Puro Rock’n’Rod

Six italians in Dublin. Ci barcameniamo fra panini che sanno di vodka redbull, cocacole che sanno di vodka redbull, e auto che arrivano sempre dal lato sbagliato della strada.

Passiamo quasi tutto il tempo fermi agli incroci, discutendo sul da farsi e a fare battute semplici che ci fanno ridere. Una botta di adolescenza fuori tempo massimo che ci rende felici. Alla fine, fra le mille possibili attività prese in considerazione, scegliamo la più semplice: entriamo al Trinity College, visitiamo una biblioteca, ne usciamo immediatamente. Ci trasciniamo fino al taxi, rientriamo in hotel, recuperiamo valigie e auto a noleggio. Se il viaggio di andata è stato lussuoso – autista, partenza comoda da Linate, noleggio Hertz direttamente al Terminal – quello di ritorno somiglia a un macchinoso rientro intercontinentale, fra code, check in elettronici, navette, pulmini, trenini, bagagli a mano da cacciare in stiva e altri accidenti che ogni viaggiatore impara a detestare.

Tramonto sul lago

Tramonto sul lago

Ci salutiamo a Malpensa con tanti abbracci e poche parole. Sappiamo quello che ci attende: la grandine in barca e tutto il resto ci presenteranno il conto. Ci prepariamo a una ripresa lenta, spalmata nel corso della settimana in ufficio.

Non abbiamo più 14 anni, anche se tutti gli indizi – a partire dai sorrisi che abbiamo stampati in faccia da quattro giorni – dicono il contrario.

ROCK’N’ROD

SEE YOU SPOON

IN ROD WE TRUST

 

 

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