Le Mormodre del Mar di Marmara. Pescare a Istanbul

Pescatori di notte sul ponte di Galata
Pescatori di notte sul ponte di Galata
Pescatori di notte sul ponte di Galata

Pescatori di notte sul ponte di Galata

Potrebbe accadervi un giorno di concedere alla fidanzata, ma in fondo in fondo anche a voi stessi, una breve vacanza dalla pesca. Ops, volevo dire: una breve vacanza dal lavoro… ma senza pesca.
Senza pesca significa senza pescare neanche un minuto.
Ovviamente come meta turistica non sarebbe furbo scegliere la Svezia, l’Islanda o il Canada ma neppure la vicina Slovenia o l’Austria; altrimenti la vacanza rischierebbe di finire in tragedia, con la donna imbavagliata nel baule e voi che pescate come assatanati dopo aver affittato attrezzatura rudimentale ad un contadino in cambio di 500 euro e tutte le sigarette che avevate in tasca.
Io alcune settimane fa avevo promesso alla mia dolce metà quattro giorni in una capitale europea senza pesca. Dopo uno studio accurato mi sono reso conto che Istanbul era sufficientemente lontana dalle principali acque da salmonidi d’Europa, ed è forse per questo che l’Unione Europea fatica tanto ad accettare la Turchia… 

Tramonto sul Bosforo

Tramonto sul Bosforo

Certo i più fanatici tra di voi sapranno che in Turchia si pescano grossissimi lucci. Ma non a Istanbul! A quanto mi risulta servono almeno un paio d’ore di macchina prima di andare nei migliori spot da esocidi ed ore di navigazione per cercare big fish del mare. Questa strepitosa città millenaria si culla nelle acque del Bosforo, lo stretto che unisce il Mar Nero ed il Mar di Marmara. Se qui il mar di Marmara ha acque scure, il mare Nero non ha bisogno di ulteriori presentazioni… Scure e sporche così appaiono le acque nel Bosforo dove millemilionicirca di traghetti e petroliere transitano ogni giorno e dove una città di oltre 14 milioni di abitanti vive… A guardare quelle acque non desiderete mai di bagnarvi, ma forse nemmeno di calare le vostre lenze.

Pescatori dal ponte di Galata istanbul

Pescatori dal ponte di Galata. <Ok!>

No scherzavo, questo è impossibile. Impossibile non desiderare di pescare in presenza di uno specchio d’acqua e dopo giorni di astinenza.

Noi dopo esserci consumati i piedi girando per tutte le meravigliose moschee e tutti i principali monumenti della città, avevamo deciso che per trovare un po’ d’ombra e digerire i quintali di kebab accumulati in corpo, fosse opportuno vedere un altro celebre monumento: la Cisterna. E qui avvenne il primo contatto con “la Pesca in Istanbul”. La prima scintilla pericolosa da cui è scaturito questo report…

La cisterna di Istanbul

La cisterna di Istanbul

 

La cisterna è un edificio di epoca romana (532 d.C.) costruito sotto la città per convogliare acqua dolce che potesse servire come riserva idrica in caso di assedio o siccità… É uno spettacolare antro sotterraneo in grado di accogliere molte tonnellate di acqua dolce.
Quello che non tutti sanno è che fu scoperta nel XIX secolo da un ricercatore che venne a sapere di alcune persone in città che pescavano pesci calando lenze in tombini nelle proprie cantine.

Le carpe oggi nelle acque della Cisterna istanbul

Le carpe oggi nelle acque della Cisterna

Cioè, se non è chiaro, c’era gente che calava lenze da buchi nel pavimento e dall’ignoto sottostante pescava pesci, per lo più carpe! Ebbene cercando le carpe trovarono la Cisterna… uno dei monumenti più importanti della vecchia Bisanzio, che fu poi Costantinopoli ed ora Istanbul.
La cosa strepitosa è che le carpe ce le misero i romani nel VI secolo, in questo modo sapevano che se i pesci erano in salute l’acqua era potabile, se i pesci morivano l’acqua probabilmente era stata avvelenata… interessante, ma ancor più interessante sarebbe sapere quanto diavolo erano grandi ed albine le carpe pescate nel XIX secolo dopo 13 secoli passati nell’oscura Cisterna!

Con questi pensieri avevo iniziato a vagare per l’affascinante città, scortando la mia ragazza tra venditori di gioielli, tappeti, dolciumi, kebab, ciarpame e molto altro; solo che iniziai a vedere segni di rimando ittico in ogni dove: prima un’illustrazione del Corano di Giona inghiottito da un grosso pesce (Yunus ed il grosso pesce, preferibile alla più impescabile balena! N.d.R.)
Poi, tra una bancarella di orecchini e un falegname medievale, un negozietto di pesca… mi divincolai da Marta, la mia ragazza, e supplichevole dissi: <Donna, promisi di non pescare, non di non rivolgermi agli altari degli dei della Pesca!> E così comprai tutto il comprabile, per lo più esche da trota… il più tipico dei souvenir orientali!

Shopping in Istanbul

Una piccola parte dello shopping in Istanbul

Ma quanto raccontato finora è solo la storia di un’ossessione, la pesca vera e propria non si era manifestata… e così fu fino a quando il tram si fermò a Eminonu. Innanzi al celebre Ponte di Galata che unisce le due sponde storiche della città. Il destino sembra scherzarvi se non volete pescare e passate di qui: tutto il ponte per i suoi 490 metri è costellato giorno e notte su entrambi i lati da una fitta raggiera di lunghe canne da pesca… uno spettacolo impressionante! Decine e decine di pescatori con lunghe canne si sporgono oltre i parapetti dell’alto ponte e calano fili di spesso nylon fino a toccare l’acqua, schivando i traghetti di passaggio e creando una bizzarra tenda di lenze ondeggianti per i pedoni che camminano al livello sottostante del ponte… già perchè sopra passano le auto e si sporgono i pescatori, sotto si accalcano ristoranti di pesce e pedoni curiosi. A qualsiasi ora del giorno e della notte i pedoni cercano uno spuntino e a qualsiasi ora del giorno e della notte i pescatori scendono dai taxi con canne da pesca e secchielli di esche e cercano un posto alle balaustre del ponte alto.

Il ponte di Galata al tramonto e i pescatori

Il ponte di Galata al tramonto, pescatori e pedoni

Ho dedicato del tempo allo studio della pesca dal ponte di Galata e l’ho trovata piuttosto rudimentale per quanto praticata anche da uomini di indiscutibile esperienza… Le catture in verità non mancavano, soprattutto di notte e per i pescatori che potevano calare le esche vicino ai piloni del ponte. La pesca si divideva principalemnte in tre tecniche.

Prima: strappo!
Crudele eppure efficace. Decisamente la più diffusa e, ahimé, tradizionale. (Anche dalla barca N.d.R.). Lenza madre spessa, sabiki o direttamente lunghi ami argentati a distanza di un metro l’uno dall’altro, anche 4 o 5, piombo sui 20 o 30 grammi in fondo. Calata e poi su e giù, su e giù a strappetti! Risultato più frequente: bottino di mormore o piccoli predatori tipo sugherelli o sgombretti… mackarel e bluefish… naturalmente 9 su 10 infilzati per la schiena… no comment.

Catture: Mormore del mar di Marmara

Catture: Mormore del mar di Marmara

Esche vive

Esche vive

Seconda: piccolo vivo!
Alcuni “imprenditori” vendono per poche lire turche pesciolini vivi che vengono innescati per la narice o per il dorso con la stessa montatura della pesca a strappo! Solo che la canna resta ferma, appoggiata ad un ingegnoso portacanne artigianale in legno (roba che alla Design week di Milano vincerebbe un paio di premi internazionali! N.d.R.) Così vengono presi sugherelli, sgombretti e piccoli pesci tipo-serra. Speravo di vedere qualcosa di più serio allamarsi… ma non è successo. Di tanto in tanto qualche predatore tipo palamita entra… forse… oppure qualche squaletto di fondo.

Terza: verme a fondo.
Sempre gli stessi “imprenditori”, oltre a pesciolini vivi, a caffé turco, arachidi, succo di melograno, dolcetti e varie cibarie, vendono anche dei vermi simili ai nostri muriddu o ai koreani. Questi ultimi finiscono sull’amo dopo piombo e finale sul fondo del mare. E qui le catture sono nuovamente le mormore, cefali e alcuni piccoli pesci di fondo tipo sciarrani e simili…

Ignoro se lo spinning da riva sia sconosciuto o, più semplicemente, i pesci predatori scarseggino nel Bosforo, a differenza delle mormore che regnano sovrane!

In sintesi, ho scoperto che pescare è uno degli hobby più popolari della città di Istanbul, è veramente una passione molto diffusa ma in città pescano in modi davvero poco Rock’n’Rod, per cui se cercate una città bellissima da visitare senza pescare, Istanbul è la città che fa per voi! Non potrete fare a meno di fermarvi sul Ponte di Galata e stupirvi dei ricchi panieri di mormore ed altri pesci, ma soprattutto non potrete non godervi il singolare spettacolo di folclore umano unito dalla passione della pesca sulle rive del Mar di Marmara… Persino una fidanzata avulsa alla pesca potrebbe chiedervi di affittare una canna per mezz’ora da quei giovani imprenditori di cui sopra. Sì perchè non l’ho detto, ma le canne le affittano anche… Ma in breve, anzi brevissimo, preferirete proseguire la passeggiata e lasciarvi la foresta di canne alle spalle, il vostro onore alieutico si merita di più!
Rock’n’Rod

Report fotografico della pesca sul Ponte di Galata, clicca qui!

Tour di pesca a Istanbul, clicca qui!

Per pescare a Istanbul, altri tre link utili: The Guide Istanbul,    Informazioni in inglese,  articolo interessante.

2 Comments

  • matteo ha detto:

    Bellissimo articolo Pietro, complimenti! Le mormore mi rievocano ricordi d’infanzia, quando al mare sul pontile facevo le prime esperienze pescando i classici pesci da scoglio…se capitava di allamare una di loro era il massimo, uno po come la marmorata oggi 😉

  • mimmus ha detto:

    Io sapevo che si pescavano grossissimi serra.

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