Fishing in Miami – seconda parte – Barracuda, King Mackarel e bottom-fish

barracuda record pietro invernizzi

King Mackarel big record Pietro InvernizziSole e sale sulla pelle, sole e sale nei pensieri. I giorni passati a Miami mi hanno scaldato il cuore, mi hanno fatto tornare ragazzo, con l’illusione di poter vivere spensierato: quella felicità fatta di stare in costume da bagno tutto il giorno, bere mojito e non pensare più in là del prossimo tuffo in mare. In verità mancano solo tre giorni al rientro a Milano, tre giorni per tornare al lavoro, alle giacche a vento, al freddo e al rito del Natale e delle sue feste; qui gli scarni addobbi natalizi tra palme e piscine sembrano uno scherzo… C’è ancora tempo per tuffarsi, c’è ancora tempo per abbronzarsi e, ovviamente, per pescare! 

Florida Keys, beach

Florida Keys, spiaggia e sole. (photo by Lodoclick)

La mia perenne smania di pescare si è un po’ stinta sotto il sole della Florida, ha cambiato veste, si è rilassata. La caccia al Tarpon ha avuto l’epilogo che meritava e mi sono ripromesso di tornare a cercarli a spinning o a mosca, prima o poi, nella stagione giusta. Ho voglia di pescare, quanta ne ho di respirare… non posso farne a meno ma non ci penso. Il ritmo dei miei lanci sarà rilassato, come le chiacchiere di questa sera con i miei amici qui a Miami: Tommy, Lodo, Giulia e There, tra un cocktail e l’altro la voglia di fare una gita:  <Allora domattina partiamo presto e andiamo a Key West?> .

Il piano è semplice: lasciarsi Miami alle spalle all’alba, guidare verso le Florida Keys, fermarsi a fare il bagno nelle spiagge più belle, tramonto a Key West, ultimo lembo di terra raggiungibile in auto, cena cubana e rientro a Miami in nottata.

Tommy, Pietro, Theresa, Giulia e Lodovico

Tommy, Pietro, Theresa, Giulia e Lodovico … #lavoratoriii

Per principio le canne da pesca vengono con me, non si sa mai che mi scappi di fare due lanci costieri… sono pur sempre le leggendarie Florida Keys. (Lodovico e le ragazze, stretti sui sedili posteriori, avranno modo di essere molestati dalle canne in mezzo a loro per molte ore di viaggioN.d.R.)

Il gruppetto vacanza funziona alla grande, tra tutti noi ci conosciamo da poco, ma c’è chi mette la musica giusta alla radio, chi ci fa ridere con una battuta e così le ore passano veloci ed anche una cosa banale come fare benzina o prendere un caffè ha un che di memorabile ed epico. Quello che ci accomuna di più in questo momento è il piacere della libertà, il sapersi godere il sole, il mare e la compagnia di nuovi amici.

"Seven mile bridge", foto di Lodoclick

“Seven mile bridge”, foto di Lodoclick

Iniziano i primi ponti sul mare, alle spalle la terra ferma, ci spingiamo lungo la lunga lingua di isole e isolette delle Keys, ai lati della strada cataste di rottami e spazzatura sono in netto contrasto con la bellezza delle palme, delle ville sul mare, delle barche di lusso… ferite ancora aperte, angoli di paesaggio che mostrano ancora i segni violentissimi dell’uragano Irma di settembre.

Le spiagge, alcune di esse, sono tornate a splendere e noi a lanciarci in acqua e a sdraiarci sulla sabbia. Mentre mi godo il sole un pensiero attraversa la mia mente e lo condivido: < Ragazzi, sapete che oggi è un Lunedì di Dicembre? Credo di aver avuto lunedì mattina peggiori…> Ci godiamo il nostro angolo di paradiso.

"Spiaggia delle Florida Keys", foto di Lodoclick

“Spiaggia delle Florida Keys”, foto di Lodoclick

L’acqua cristallina e lo scenario tropicale si meritano due lanci. Detto fatto cammino verso una piccola scogliera e tempesto di lanci a spinning leggero la baia: popper, long jerk, metal jig e gomma… sono certo di prendere qualcosa. Infatti non prendo assolutamente nulla. A parte catturare l’attenzione dei miei amici, incuriositi da questo mio bizzarro rito.

Spinning the keys!

Spinning the keys!

Noi pescatori sembriamo sempre strani a tutti gli altri. La pesca in Italia non è così diffusa e nell’immaginario collettivo il pescatore è anziano, sta fermo seduto per ore a guardare un galleggiante da cui pende un filo immobile con legato un amo su cui agonizza un povero verme. La fantasia di Lodovico, “Lodoclick”, abilissimo fotografo, si sbizzarrisce sul tema pesca e, avendo due bellissime ragazze a disposizione, improvvisa un set sul bagnasciuga… la mia canna vive qualche momento di felice protagonismo dopo l’insuccesso in pesca.

Lodo scatta Giulia, nei panni di modella-pescatrice...

Lodo scatta Giulia, nei panni di modella-pescatrice-anonima…

Di spiaggia in spiaggia, di canzone in canzone, di ponte in ponte la giornata passa: follow the sun! Inseguiamo il tramonto fino a Key West, il sole ci sfugge dietro a una palma di una spiaggia favolosa, avidamente lo cerchiamo in fondo all’isola e lo vediamo immergersi dal molo principale di questa pittoresca cittadina turistica. Insieme a noi moltissime persone con il cellulare in mano, non l’epilogo che ci immaginavamo ma comunque un ricordo felice.

Sunset in Key West. (Photo by Lodoclick)

Sunset in Key West. (Photo by Lodoclick)

Cose da fare a Key west? 1- Organizzare uscite di pesca sulle flats in primavera! 2- Andare in pellegrinaggio nei fantastici negozi di pesca  e acquistare cappellini e magliette 3- Bere mojito pensando che si è molto più vicino a Cuba che alla costa americana.

Uno dei negozi di pesca di Key West

Uno dei negozi di pesca di Key West

Guido più di tre ore nella notte per tornare a Miami, ma i miei amici non mi abbandonano, soprattutto Tommy, al mio fianco, ha il compito di tenermi sveglio con selezione musicale di altissimo livello… non delude. Maestro cerimoniere di notti pazze, deejay di grande esperienza, fa partire il mood scemenza con il meglio della dance anni ’90, riportandomi definitivamente indietro nel tempo e facendomi battere il tempo con la testa e con le mani fino a destinazione. Tra poche ore si va a pesca!

Abbiamo dormito pochissimo, temo Tommy non ce la faccia, lui non è un pescatore di razza, non ancora… Invece si alza e si veste puntuale. Le ragazze han già detto che passano la mano, Lodo non pervenuto… andiamo all’appuntamento con il mitico Ryan, la guida di pesca. E’ l’alba di un nuovo giorno a Miami, un giorno di sole e di mare, si esce a pescare in barca!

#gonefishing

#gonefishing

Non ho un pesce obiettivo per questa uscita, nemmeno una tecnica preferita, la richiesta precisa a Ryan è stata: <Facciamo un’uscita come la faresti tu per conto tuo, sono curioso di vedere tecniche diverse e pesci diversi…>. Pesca turismo culturale, pesca rilassata.  Sono passate da poco le prime luci quando lasciamo gli ormeggi, venti minuti di planata veloce verso il largo e raggiungiamo una secca con due o tre metri di fondale sabbioso, abbiamo tre canne leggere con il più classico dei sabiki. 

(A dirla tutta usiamo dei sabiki di ottima fattura, fatti dal proprietario del charter di pesca, Ray Rosher. Si possono acquistare cliccando quiN.d.r )

Appena calate le lenze inizia il balletto, pochi colpi di cimino e abbiamo una o due aringhe in canna! Tommy pesca il primo pesce della sua vita! (Ad eccezione dei famosi “pesci carta” pescati in occasione dell’ultimo, leggendario, Pedrone Trophy 2017. N.d.r). La vasca a bordo si riempie velocemente di pesci vivi, Tommy si laurea professore di pesca con il sabiki prendendo aringhe a palate. Ci spostiamo verso il largo, si spegne il motore e ci apprestiamo a pescare a “kite fishing”; non l’ho mai fatto prima e sono molto curioso!

kite fishing in Miami

kite fishing in Miami

La tecnica consiste nel far filare un aquilone con il vento, al filo dell’aquilone sono appese ad intervalli di decine di metri due o tre clip in cui viene fatto passare il filo di due o tre diverse canne. In pratica: si fa allontanare l’aquilone alto nel vento, si arriva alla prima clip, si aggancia il filo della prima canna che nella clip può scorrere, a questo filo è appeso un terminale robusto con innescato un pesce vivo, l’archetto del mulinello è aperto, allontaniamo con il vento aquilone e quindi anche innesco, chiudiamo l’archetto in modo che il pesce vivo sia sul pelo dell’acqua e la lenza nel vento in leggera tensione. Poi facciamo filare altri metri di aquilone, ovviamente aprendo l’archetto della prima canna quanto serve, afferriamo la seconda clip, ripetiamo l’operazione con la seconda canna e così via fino ad avere tre lenze portate lontane dalla barca da un aquilone al vento, le canne con gli archetti dei mulinelli chiusi e le loro esche sul pelo dell’acqua.

Un trigger fish... preso a bottom fishing

Un trigger fish… preso a bottom fishing… affamato su due ami!

A segnalarci la posizione delle lenze ormai lontane avremo messo dei vistosi galleggianti arancioni. Se qualcosa abbocca la trazione dal basso aprirà a clip sul filo dell’aquilone e ci permetterà un normale recupero! Il “lavoro” da fare in questa pesca è continuare ad aprire archetti o recuperare filo per assecondare il salire e lo scendere dell’aquilone e avere sempre le esche vive a pelo d’acqua. Si può prendere di tutto così: pesci vela, marlin, tonni… Io per un’ora mi muovo come un organista pazzo sui tre mulinelli, apro, chiudo, giro, per essere sempre in pesca, Tommy sdraiato prende il sole e dorme.  Una lenza è calata libera sull’altro lato della barca, vedo il cimino piegarsi, mi ci lancio, apro archetto, aspetto due o tre secondi e inizio a recuperare senza ferrare, avendo un circle hook.   La canna piega bene, la frizione parte, ferro deciso due o tre volte e mi godo il combattimento! Il pesce dall’altra parte sfuria caparbiamente, non è un rostrato o un tonno, questo è chiaro, ma la taglia è ben proporzionata all’attrezzatura e mi fa divertire qualche minuto prima di mostrarsi sotto la barca: è un gran barracuda! Big Barracuda record Pietro Invernizzi

Ryan, la guida, è impegnato a recuperare le altre lenze, Tommy mi passa il raffio: con la destra tengo la canna, con la sinistra uncino dietro la testa il cuda e lo isso in barca! E’ il mio record personale di barracuda.

Il kite fishing non rende e Ryan ci propone di pescare a fondo, in deriva. Inneschiamo piccoli tranci di aringa su una fila di quattro o cinque ami, in fondo alla lenza un piombo da cento grammi viene calato su fondali da 40 a 60 metri.  Le catture non si fanno attendere!

Ryan e un po' di pesciotti di fondo

Ryan e un po’ di pesciotti di fondo

Per lo più piccoli pesci rosati simili ai nostri pagelli e occhioni, ma anche piccoli snapper e un paio di Trigger Fish e cerniotte. Tommy, alla sua prima uscita di pesca, amplia velocemente il suo acquario di specie catturate, fino a quando qualcosa all’altro capo del filo gli piega forte la canna… <Vai Tommy è grosso! Non mollare!> La pesca usa muscoli che normalmente non sono molto sollecitati e la pesca a fondo è tra le più gravose, così l’amico DJ deve faticare non poco per portare sotto barca la sua “catch of the day”, una bella cernia bruna.

Tommy e la cernia!

Tommy e la cernia!

Le ultime ore di pesca di questa lunga e rilassante mattinata  le passiamo pescando a traina. Finalmente esca artificiale! Filiamo dietro la poppa due canne con due polipetti di gomma a galla e una terza canna con un affondatore ed un robusto ondulante argento armato con un grosso monoamo.  I polipetti mietono un tonnetto nero e un tombarello.

black tunaGli ondulanti invece due king mackarel, di cui uno di dimensioni interessanti. A Ryan rivolgo mille domande su correnti, fondali, inneschi… trasformando una giornata di pesca rilassata in una delle tante tappe di crescita personale come pescatore.  Abbiamo fame e l’idea di andare in spiaggia a farci un bagno non ci dispiace affatto, così mentre la barca plana verso la marina, sorridiamo felici! A rendermi ancor più felice il fatto di aver fatto pescare con entusiasmo un “novizio” come Tommy.

King Mackarel a traina con ondulante!

King Mackarel a traina con ondulante!

L’epilogo è di altissima qualità: sfilettiamo in banchina il “black tuna” e lo divoriamo tutto da crudo! Quindi andiamo al ciringuito lì accanto con i filetti della cernia, ordiniamo un mojito-mule e ci facciamo cucinare il nostro pescato in due modi diversi entrambi eccezionali: fritto in pastella leggera e in padella con spezie delicate.

Rientro in banchina, si sfiletta!

Rientro in banchina, si sfiletta! La nostra barca sullo sfondo.

La mia avventura di pesca a Miami finisce qui, con l’ultimo sorso di questo cocktail; ci sarà ancora tempo per godersi la spiaggia fino a domani pomeriggio, fino all’ultimo minuto di sole e sale, per poi correre in macchina con il costume bagnato ancora addosso, infilarsi un paio di jeans al check in e portarsi un paio di maglioni in aereo…

Spesso il bello di pescare, è semplicemente godersi il mare! (photo by Lodoclick)

Spesso il bello di pescare, è semplicemente godersi il mare!  (photo by Lodoclick)

Miami resta un ricordo strepitoso, ora i miei sogni di pesca conoscono nuovi scenari e nuove possibilità; ma il prossimo obiettivo, quello che mi aspetta dopo l’atterraggio, nuota nel grande fiume di pianura, là dove si raccolgono le acque delle mie terre.

Nel gelo delle rive del Po e dell’Adda di fine Dicembre, si scalda e si eccita la mia immaginazione.

E’ pieno inverno a Milano, è tempo di cacciare gli aspi!

See You Spoon.  Rock’n’Rod

 

 

 

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