Una giornata di pioggia. il meteo lo aveva annunciato senza lasciare speranze. E la pioggia cade decisa, fitta e costante. E’ ancora buio e i semafori hanno smesso di lampeggiare da poco. Paolo si è presentato all’appuntamento sotto casa mia con un’ora esatta di anticipo! Alle sei del mattino. Malinteso in chat… Poco male, in cinque minuti mi sono vestito, ho preso canne e stivali e sono corso giù dalle scale.
Si rinnova ancora una volta il miracolo della pesca: prendetemi una qualsiasi mattina della settimana e provate a tirarmi giù dal letto alle sei, o alle sette, ma anche alle otto quando normalmente suona la sveglia… vedrete uno zombie disperato; svegliatemi per andare a pescare e io sarò operativo e scattante a qualsiasi ora!
La luce aumenta pian piano che corriamo in autostrada e la pioggia va a singhiozzo, più forte o più leggera, qualche pausa e poi riprende. Andrà avanti così tutto il giorno.
Scelgo di portare Paolo alla sua prima pescata in Po in un tratto che mi piace molto, c’è da camminare ed esploreremo la riva durante tutto il giorno, per questo abbiamo con noi dei panini e dell’acqua, infilati nei tasconi fradici dei giubbini da pesca; in testa cappellacci impermeabili, addosso cerata e sotto stivaloni.
Fa freddo ma non si gela e camminando sui sabbioni della sponda del grande fiume ci si scalda abbastanza.
Ho una voglia di pescare feroce! La bruma sull’acqua eccita il mio istinto predatore. L’obiettivo oggi sono gli aspi!
E’ la seconda uscita ad aspi di questo autunno; vorrei tanto far vedere a Paolo come possono essere divertenti queste “frecce d’argento” che in un recente passato mi hanno regalato giornate memorabili!
Paolo a pesca è sempre un signore e mi lascia stare davanti. Peschiamo a scendere, battiamo tanta acqua alla ricerca di un pesce in caccia o di segnali sulla superficie che facciano presagire un bel “piede”, o scalino del fondo, dove insistere un po’ di più nei lanci. Spesso in questa pesca da riva è importante lanciare lungo, per battere più acqua o per raggiungere quegli ostacoli o quei salti del fondale che potrebbero far abbrancare i pesci; per questo ho la mia solita e fedelissima super-canna fast, la GLoomis NRX 6’6” da 5/16 di oncia, lo Stella 4000 bobinato raso con 300 metri di sufix 8 capi dello 0,15, finale fluorocarbon 0,30 ed infine esche piuttosto pesanti: ondulanti, magari doppiati, minnow extra pesanti o lipless. Il recupero può essere quasi nullo o lentissimo se si cerca il pesce apatico, o in generale il pesce in prossimità del fondo; può essere veloce, a scatti, e magari in superficie, se si cerca l’aspio attivo o magari se si vuole provare a scatenare un attacco di reazione.
Dopo pochissimi minuti di pesca lentissima, radente al fondo, ho un’abboccata! Ferro deciso ma non è la botta secca dell’aspio e neppure la lotta svogliata del perca, è qualcosa di caparbio e irregolare… nuota verso di me, poi di colpo sorprende con una breve ma potente fuga e, tendenzialmente, non si stacca dal fondo. In breve è a guadino: è un barbo!
Con Paolo lo fotografiamo e misuriamo: 55cm. Un’altra cattura inaspettata nella mia collezione di sorprese sul Grande Fiume. Un bel barbetto abboccato, non grandissimo ma con pinne pazzesche! Sento che sarà una grande giornata e confido negli aspi! Motivo Paolo con una grande verità: <Qui si prendono bei pesci! Taglia minima 45 centimetri, media tra i 50 e i 65 centimetri, molti sopra i 70 o 75! >
Un centinaio di metri più a valle e quindi dopo qualche decina di minuti, una botta secca mi trova con il polso molle e la testa tra le nuvole… perso! Era un aspio. Poco dopo Paolo mi chiama e solleva perplesso una preda: un mini aspio! <Quanto era la taglia minima?> mi chiede sarcastico, ed in effetti quel cucciolo di pesce è lungo quindici centimetri… il suo primo aspio è veramente un record di piccolezza.
Continuiamo a lanciare, la mia esca è in caduta, ma la lenza in leggera tensione. Un tirone mi arriva deciso all’avambraccio e la canna è già in piega, il mulinello sfriziona costante e veloce!
E’ chiaramente un siluro: <Paolo: Siluroooooo!>
Non è piccolissimo, ho già allamato diversi siluri pescando aspi, ho portato a riva un 130, qualche siluretto e un incredibile 183, ma parecchi altri li ho combattuti per mezz’ora o quarantacinque minuti per poi rompere o incagliare nel fondo…
E’ una lotta impari ed è sciocco combattere così i grandi glani, ma sono catture accidentali cercando aspi o perca, e non si possono evitare. Se succede tanto vale godersi il combattimento e fare preziosissima scuola su come si può forzare un pesce e portare al limite l’attrezzatura!
Penso che in acqua dolce raramente avere attrezzatura al top sia indispensabile, in questi casi lo è: serve frizione fluida, carichi di rottura affidabili e una canna che, al di là della grammatura, abbia una schiena potente e possa essere forzata senza paura.
Per come tiene la distanza e per i centocinquanta metri di spiaggia che mi fa correre avanti e indietro penso sia davvero un pescione ed in cuor mio mi chiedo se ne verrò a capo questa volta… Parlo con Paolo che mi segue curioso di vedere la fine di questo tiro alla fune. Dopo molto meno tempo del previsto vedo aggallare la coda: grande ma niente affatto enorme; o meglio enorme per l’attrezzatura in gioco, ma non per la sua specie!
Lo spiaggiamo, lo fotografiamo e lo misuriamo con cura: è lungo 171 centimetri.
Sono davvero felice, una lotta così libera endorfine a profusione… Non sono un fumatore, ma fumerei volentieri una sigaretta come nei film si vede fare dopo del sesso acrobatico! Mi chiedo se anche questa volta qualcuno non ci crederà, se ci sarà chi penserà e dirà male… con il 183 c’erano stati commenti acidi e stupidi, nonostante anche quella volta avessi dei testimoni. A ben vedere lo scetticismo e l’incredulità di fronte a certe catture mi lusingano, vuol dire che sono davvero delle piccole imprese alieutiche, soprattutto questi colossi pescati a “light”.
Paolo ora va avanti e riprende a pescare, mentre io rifaccio il finale lui prende un altro mini-aspio… incredibile. Ottimo foraggio per siluri, penso sorridendo. Non passa molto tempo e Paolo mi chiama. Ha la canna in piega e la frizione che va: siluro!
Anche il suo Rarenium si difende bene e asseconda le fughe del glano in modo fluido, Paolo tiene canna alta e saggiamente non chiude troppo la frizione, ha un 15lbs in bobina!
Fortunamente capiamo subito che questo pesce è più piccolo e quindi speriamo di averne ragione. con calma e determinazione, Paolo pompa con la schiena della sua cannetta quando il pesce esita e lascia correre quando sfuria… aggalla, fuga, aggalla ancora e piano piano arriva al bagnasciuga. Afferro a mani nude la mandibola. Preso!
Questa volta misuriamo 137 centimetri, un altro pesce di mole mediocre per la sua specie ma di taglia enorme per l’attrezzatura che l’ha pescato! Grande onore al pescatore.
Passa forse un’ora senza abboccate o catture, siamo scesi centinaia di metri verso valle, soprattutto Paolo, ma la corrente disegna chiaramente la presenza di una grande buca nel fondale e io mi accanisco a lanciarci sopra per moltissimo; cambio tutte le esche di profondità per sondare la buca, non posso credere che non abbocchi nulla. Alla fine decido di stravolgere l’approccio: top water!
Monto un “walking the dog” (esca che va a zig zag in superficie. N.d.R.), un classico Pro-Q 90 che recupero in modo aggressivo alternando side-to-side strettissimi a “slack” più lunghi; detto come mangio: zig zag stretti e veloci e pause con lenza quasi in bando per far correre l’artificiale con zig zag più lunghi e lenti. Al terzo lancio a “wtd” una scia si alza dietro l’esca, accelero il recupero, un gorgo si apre dietro l’esca, in canna non sento nulla, ma il cuore si strizza e il fiato è sospeso, la scia è sempre dietro, altro gorgo da spavento, sembra un giant trevally tropicale, lo vedo spanciare… è un aspione over 75… accelero troppo, colpa dell’emozione, praticamente strappo via l’esca e il pescione scompare… Insisto a lanciare wtd, popper, slider, tutte esche di superficie… nulla. Qualche lancio dopo, nuovamente pescando radente il fondo, un perca minuscolo si fa beffare dalla mia esca… comincio a pensare allo slam, mi manca solo l’aspio.
Il sole si lascia intravedere, pallido e sofferente, più lontano del solito, dentro un cielo bianco sporco. Mangiamo panini seduti su un tronco, la felicità per me è vivere così. Paolo è un grande amico e il suo pescare è di quelli con pensiero e cuore, è qualcosa di prezioso condividere queste atmosfere e questi momenti con chi li sa apprezzare.
Scendiamo ancora più a valle. Un punto preciso in cui ripongo grandi speranze ci delude; niente aspioni all’orizzonte. In compenso lungo riva ci sono ancora branchi di piccoli cefali che scappano sentendo i nostri passi sulla sponda sabbiosa.
Il pomeriggio non sarà lungo. Iniziamo a risalire la corrente, torniamo sui nostri passi. Adesso entro molto nel fiume, facendo piccoli passi per tastare il terreno e mantenendo sempre il peso sul piede in appoggio prima di staccarlo, lancio lunghissimo un piccolo lipless, attratto da quello che sembra essere una specie di raschio lontano.
Dopo pochi lanci si appesantisce la canna, ferro, un bel tirone lungo, poi nuoto a favore, quando ormai la misteriosa cattura è a circa dieci metri da me, una fuga imperiosa!
Sfrizionamento violento, forza da contrastare e pinne aperte come ali che planano verso il fondo: è un altro barbo! E’ elegantissimo in acqua, uno squaletto missile anche lui abboccato. A occhio è un po’ più grande dell’altro, ma sono in mezzo al fiume e lo rilascio senza una foto degna.
Dopo poco è il turno di Paolo: ferra ed è raggiante, crede di avere in canna un buon aspio… e invece fotografiamo un bel perca preso a rotante!
Cammino veloce verso monte, verso il punto dove ore prima il grande aspio aveva inseguito l’esca in superficie. Da lontano vedo cacciate di pesci rompere la superficie del fiume… ed anche io mi sento in caccia! Arrivo a portata di lancio e scaglio l’esca… mezzo giro di manovella e: sbam! Botta in canna, perso. Rilancio, due giri di manovella e sbam! Poi Sbam! Due botte da aspio… persi… Sono in frenesia, perché non si allamano? Rilancio, recupero e… <C’è!> Un bell’aspietto preso. E’ il turno di Paolo, mi sbraccio e gli faccio cenno di raggiungermi.
Non resisto e pesco ancora: ne prenderò altri due, uno discreto sui 60 e un altro più piccolo che Paolo gentilmente fotograferà.
L’attività adesso è calata… probabilmente abbiamo fatto troppo rumore fuori dall’acqua e dentro l’acqua, per esperienza credo dovremmo aspettare un quarto d’ora o magari venti minuti, senza lanci e senza rumori, quindi riprendere a lanciare con ottime probabilità di abboccata.
Ma sono le cinque, siamo lontani da casa e abbiamo promesso alle mogli di tornare a casa. C’è tempo per un altro ultimissimo aspietto, salutiamo il fiume e camminiamo fino alla macchina stanchi ma felici, sotto la pioggia che è tornata a cadere fitta e veloce e che ci accompagnerà con il ritmo dei tergicristalli fino a casa. A sognare la prossima giornata di pesca!
Rock’n’Rod
- Pietro e un bel siluro a spinning da riva
- Un bel barbo preso a spinning!
- Paolo e il suo siluro
- Pietro porta a guadino il barbo!
- Barbo a spinning!
- Paolo combatte il siluro
- Il perca a rotante di Paolo
- Un aspio di questa giornata piovosa…
- Pietro e un nuovo siluro a spinning da riva in po, pescando aspi!
- Canna GLoomis NRX, mulinello Stella 4000, sufix 20lbs
- barbo a spinning
- Pietro eun bel siluro a spinning da riva
- L’aspio più piccolo di sempre…
- Pietro e Paolo… in pesca sul Po!
- Pallide luci lungo il Po in Autunno
Fantastiche sensazioni d’autunno! Una giornata non sprecata! Bravo Pietro!
Ciao Nico!
Dici bene: una giornata non sprecata. Uno degli aspetti meravigliosi della pesca è proprio questo, il fatto che ci spinge a vedere albe e tramonti, con la pioggia o con il vento, tra mare laghi e montagna, camminando per ore in posti improbabili e, alla fine, sono sempre giornate che meritavano la pena di essere vissute… le catture sono solo un’emozione nell’emozione. A presto!
Fantastico report di una pescata memorabile, complimenti davvero!
Nella settimana di Natale, meteo permettendo, voglio provare un’uscita sul Po dalle parti di Cremona.. Obiettivo aspi e perca ma è la prima volta che provo e spero di non rimediare un sonoro cappotto! In ogni caso visto il freddo un cappotto me lo porto già da casa.. E comunque una giornata di pesca è sempre un piacere! Buone feste a tutti!!!
Grazie mille Daniele! ,-)
Purtroppo per la salute del pianeta il meteo non prevede piogge in questo periodo… il che però potrebbe regalare belle pescate ad aspi nel periodo di Natale!
In bocca all’aspio! Tight lines!
E buone feste anche a te!
Che bello! Come mi piacerebbe pescare in un Fiume con la “F” maiuscola!
Ma in Po i cavedani sono solo un lontano ricordo?