L’ALLARME
Da qualche mese, all’Idroscalo, i pescatori hanno cominciato a portare a riva “pesci gatto americani” più grossi della media. In realtà, altro non sono che piccoli (si fa per dire) pesci siluro. Sono per ora catture sporadiche, ma è segno che qualcuno ha immesso anche qui la più infestante delle specie predatrici d’acqua dolce. Ed è davvero un peccato: nella provincia di Milano il siluro si è ormai imposto quasi ovunque. Minaccia la trota marmorata sull’Adda. E’ la specie dominante sul canale Muzza. Alcuni esemplari sono stati rinvenuti anche nei Navigli e sulla Martesana. All’Idroscalo il siluro non c’era. Un esemplare di taglia – forse frutto di un tentativo maldestro di immissione – era stato catturato dai vigili del fuoco un paio di anni fa, mentre nuotava boccheggiando a pelo d’acqua. Ma si trattava di un caso isolato. Almeno fino a quel momento.
LA STORIA
Il bacino artificiale fu costruito alla fine degli anni Venti nel territorio del Comune di Segrate, a Est di Milano, come scalo per idrovolanti vicino all’aeroporto di Linate. Negli anni, con il declino di questo tipo di velivolo, si è trasformato in parco e si è conquistato il soprannome di “mare dei milanesi”. L’invaso viene alimentato da acqua pulitissima di risorgiva, e negli ultimi due decenni tutti gli scarichi sono stati chiusi. Le analisi di Arpa (agenzia regionale per l’ambiente) dimostrano come l’Idroscalo sia, da un punto di vista microbiologico, un vero gioiello. Anzi, è anche troppo pulito! A causa dell’eccezionale trasparenza dell’acqua, quest’estate si è verificata una ipertrofia delle piante acquatiche, che hanno letteralmente infestato il bacino e che la Provincia ha provveduto a tagliare con imbarcazioni mietitrici.
I RISCHI
E’ ovvio che in un’acqua così pulità nuotino pesci pregiati. Nell’Idroscalo ci sono persici reali, bellissimi lucci, persici sole e boccaloni anche di taglia, che convivono ormai da decenni con le specie autoctone. All’Idroscalo, noi di Anonima Cucchiaino vogliamo bene, visto che proprio lì organizziamo ogni anno il Pedrone Trophy, in occasione del compleanno di Pietro. Per questo, sapere che anche l’Idroscalo è minacciato dal siluro fa male. La domanda è: l’infestazione è irreversibile? E di conseguenza: è possibile per noi pescatori fare qualcosa per impedire la lenta e inesorabile scomparsa delle altre specie di predatori? Forse sì.

Fabio Brusa dello Spinning club Italia e il luccio (subito rilasciato) con cui ha vinto il Pedrone 2013
LE PROSPETTIVE
L’ittiologo Marco Mancini spiega: <Trattandosi di acqua calda e ferma, la crescita del siluro purtroppo può essere avvantaggiata. Per fortuna però l’Idroscalo è un bacino chiuso, senza affluenti, quindi se si controlla che non ci siano nuove immissioni, e se non ce ne sono state troppe in passato, l’ecosistema si può salvare>. Un’altra ipotesi è che il siluro sia entrato nell’Idroscalo per sbaglio. Periodicamente, infatti, all’Idroscalo vengono riversati migliaia di pesci salvati dalle messa in secca dei canali: cavedani (che non attecchiscono), triotti, carpe e tinche. Qualche piccolo siluro potrebbe essere entrato durante una di queste operazioni.
L’IMPEGNO
I responsabili del settore Pesca della Provincia stanno valutando l’ipotesi di una campagna di pesca selettiva del siluro nell’Idroscalo, prima che sia troppo tardi. Al tempo stesso, noi pescatori DOBBIAMO fare il nostro dovere. Come? RILASCIANDO IN SALUTE I PREDATORI CHE ABBOCCANO AI NOSTRI AMI ! E’ molto diffusa purtroppo all’Idroscalo l’abitudine di trattenere i lucci di taglia. E’ delle scorse settimane la cattura di un luccio di quasi un metro documentata da tristi fotografie con il pesce appeso in verticale nel parcheggio, prima di infilarlo in macchina nel portabagagli . Atteggiamenti simili sono sbagliati in generale, e non sono accettabili in una situazione in cui la specie è minacciata.
LA CAMPAGNA
Quello che possiamo fare noi pescatori “consapevoli” è cercare – con garbo e civiltà – di convincere i “vecchi” (non solo anagraficamente) pescatori dell’Idroscalo dell’opportunità di lasciare lucci e persici. E anche i boccaloni, che hanno dimostrato di essersi ritagliati una nicchia nell’ecosistema del fiume al fianco di altre specie. Non sappiamo se questo arresterà la diffusione del siluro a danno di altre specie, ma di sicuro sarà un aiuto!
(LA CURIOSITA’: Nel 1986 nelle acque dell’Idroscalo fu pescato … un piranha! La cattura avvenne nella darsena dell’aeoronautica, nella porzione occidentale del bacino. All’inizio si temette un’infestazione, con rischio per i bagnanti. Invece nessun altro esemplare fu mai più pescato. Evidentemente si trattava di qualcuno che, stanco di tenere il piccolo pesce in acquario, aveva deciso di “liberarlo” nell’Idroscalo).
Rock’n’Rod!
ciao Franco,
mi sai dire qualche notizia in più del siluro che hanno preso? es. esca, tipo di pesca…
a presto
M.
Ciao Manolo! Ho visto un paio di foto. Si trattava di un silurotto preso a fondo col vivo. Poi girano le immagini del siluro preso ormai quasi due anni fa dei vigili del fuoco, ma quello tecnicamente è stato più recuperato che pescato …
Come mai i cavedani non attecchiscono?
Qui da noi, in Sila, nei bacini idroelettrici, è diventato il predatore al vertice 🙂
Ciao! Guarda non saprei dirti. Ce ne sono di cavedani all’Idroscalo (uno, anche bello grosso lo ho preso ieri a cucchiaino), ma non tantissimi come in altri corsi d’acqua e bacini milanesi. Probabilmente subisce da un lato la competizione alimentare della carpa e dall’altro quella di persici e bass. Diciamo che si è ritagliato una sua nicchia ma non è certo dominante!