Parla Maurizio, l’uomo del record mondiale Igfa di Trota Marmorata

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Maurizio Maule e la trota marmorata record del mondo Igfa sul fiume Soca a Tolmin

Nessun uomo sulla faccia della Terra ha pescato una trota marmorata più grossa della sua. Presa a mosca, per di più. Maurizio Maule, di mestiere fotografo, detiene il record mondiale Igfa: un metro e ventidue centimetri. Ventidue chili e mezzo di pesce. Dopo averlo spiaggiato,  è stato male. «Mi sono sentito cedere le gambe, mi si è annebbiata la vista – racconta con la voce ancora tremante, dopo tre anni – l’emozione è stata troppo grande». Si è dovuto accasciare sui sassi del greto del  Soca per riprendere coscienza e realizzare quello che gli era successo. Una cosa speciale,  al punto da smuovere un cuore e uno stomaco corazzati da decenni in strada. Maurizio – con cui ho avuto il piacere e l’onore di lavorare come cronista a Milano – nella vita le ha viste (e fotografate) tutte: dalla guerra nell’ex Jugoslavia al G8 a Genova, passando per Mani pulite. Eppure, all’emozione della trota record non ha retto.

<Quando ti capita una roba così non è che stai a pensare chissà cosa. Le reazioni sono istintive. Perdi la testa. Vedi quel miracolo di pesce e pensi solo: Oh Madona Benedeta>. Le doppie in Veneto non sono mai andate di moda, e Maurizio viene da quelle parti.

Maurizio, raccontaci tutto dall’inizio.

Parto dalle cose spicce. Domenica 19 Luglio 2009, ore 9,30 di mattina. Fiume Soca, nel tratto di fronte al cimitero di Tolmino. Quel fiume lo conosco bene. E’ entrato nel mio essere pescatore. Me lo sono fatto avanti e indietro mille volte. Lo percorro su e giù, provo a pescare, mi rilassa.

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L’estatto punto del fiume Soca in cui è stata pescata la marmorata record

Domenica 19 luglio, nove e  trenta di mattina, dicevi.

Esatto. Mi avvicino al fiume, stando attento a non fare casino. Ho in mano una canna Sage due pezzi da 8,6 piedi, coda affondante del 6, terminale 0.25 fluorcarbon. Non una roba leggera, ma neanche da mostri. Una trota così non me l’aspettavo. Diciamo pure che nessuno, mai, in nessuna occasione, va a pesca aspettandosi di prendere una trota così.

Acqua?

Agitata, come al solito. Quel tratto è subito a valle di un piccolo affluente, che provoca un giro di corrente bello sostenuto. Mettici anche che qualche giorno prima era piovuto parecchio. Ci sarà stato un metro e mezzo di profondità media. Tanta acqua, quindi. Ma il livello si stava abbassando. Il cielo era limpido, c’era il sole. L’acqua era ancora sporca ma stava schiarendo. Mi sono detto: è una situazione da streamer.

Com’era fatta l’esca più fortunata della storia della pesca alla trota?

Com’è fatta, semmai. Ce l’ho ancora ovviamente. E’ uno streamer costruito da me, con pelo di coniglio bianco su un amo da salmone del 5. Comunque, è andata così. Appena arrivo al fiume penso: sembra l’esca giusta. E infatti è l’esca giusta. Dopo poco tempo che pesco, non saprei dirti quanto, sento la botta. Bam! In quel preciso momento ho capito di avere in canna qualcosa di grosso, ma non avevo idea di cosa ci fosse lì sotto. Un pesce così lo sogni una vita, ma fatichi a immaginarlo in fondo alla tua lenza.

Che sensazioni dà lottare con una trota da un metro e venti?

Non è stata una battaglia epica come la si può immaginare, su questo voglio essere chiaro. La trota ha combattuto pochi minuti all’inizio, facendo lunghe diagonali. Poi è stata più una questione di peso.  Si è trattato di trattenerla senza forzare, di non farla entrare nella corrente veloce e portarla  nell’acqua bassa, sempre più  vicino a me. Il tutto è durato meno di mezz’ora, direi. Quando la ho vista lì, a portata di mano, mi sono aiutato con  il guadino. Avevo un guadino ampio, con profilo di acciaio flessibile.

marble trout world record Igfa (Soca river, fly fishing in Slovenia)

Maurizio Maule mostra la trota marmorata record appena pescata nei pressi di Tolmin (in italiano, Tolmino)

Eri da solo?

Si, purtroppo. Non sai quanto mi piacerebbe avere qualche foto o filmato che documenti le fasi della cattura. Di solito faccio dei filmini durante l’azione di pesca. Soprattutto quando vado a temoli. Li carico su Youtube con lo pseudonimo Ribich54. Ma in quel momento la preoccupazione era portare a riva la trota, non fare filmati. Se ci penso, a volte mi pento. Con un video, anche brutto e di pochi secondi,  avrei messo a tacere subito le  maldicenze.

Quali maldicenze?

L’invidia è una brutta bestia. Appena ho preso la trota, a Tolmino si è diffusa la storiella che la avevo trovata morta in riva. Una storia che poi è girata parecchio. È chiaramente una scemenza, ma a molti non andava giù il fatto che proprio io – forestiero, anche se integrato nella comunità del posto – avessi preso la trota. La avevano avvistata diverso tempo prima. La avevano fotografata, osservata, studiata. Qualcuno aveva anche fatto dei filmati, poco nitidi. Tutto il paese parlava di quella trota. E i racconti generavano altri racconti.

Una leggenda.

Esatto. E io ho avuto la colpa di pescare una leggenda. Di renderla reale, terrena, misurabile. Con tutto ciò che questo comporta. La leggenda era alimentata anche dal fatto che la trota viveva in una sorta di laghetto generato da una diga, poco più a valle dal tratto di fiume in cui la ho presa. Un punto profondo a sufficienza per nascondere anche una bestia come quella. Evidentemente poi, per qualche ragione, il pesce ha deciso di risalire. Ci ho pensato centinaia di volte, e alIa fine mi sono fatto un’idea sul perché la trota abbia deciso di risalire fino al paese, ma non avrò mai la prova.

Quale idea ti sei fatto?

Dopo avere pesato e misurato la trota, per la certificazione del record, la abbiamo portata a Lubiana per l’analisi biologica e genetica. Il pesce al momento della morte era in perfette condizioni di salute e – sorpresa – non era vecchio come poteva sembrare. Aveva dieci anni al massimo. Le marmorate vivono fino a 15. Aveva avuto probabilmente un accrescimento anomalo, e questo forse la penalizzava nella caccia rispetto a trote meno grandi ma più mobili e combattive. Per questo probabilmente aveva deciso di risalire. Riconosco che non è una spiegazione scientifica, ma è la conclusione a cui sono arrivato io. E posso dirti un’altra cosa?

Prego.

Aveva lo stomaco completamente vuoto.

E quindi?

Questo potrebbe provare la mia teoria: aveva  difficoltà a mangiare in quella pozza popolata da concorrenti più agili. Per questo si è spostata  a monte, in un tratto  mosso e comunque sufficientemente fondo, vista la sua mole. Ha mangiato la mia esca per fame.

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Il verdetto della bilancia: la trota marmorata record pesa 22,5 kg

Ti è spiaciuto trattenerla?

Uccidere un pesce è sempre penoso. La ho annoccata con un sasso piatto bagnato, per non guastare la pelle della testa. Nelle foto si vede il punto del colpo. Non penso abbia sofferto molto. Comunque, se dicessi che mi sono pentito di avere trattenuto quella trota direi una bugia. Pesco a mosca da 30 anni, per lo più vado a temoli con la secca. Rilascio oltre il 90 per cento del pescato. Ma di fronte a quel pesce mi pareva evidente da subito che c’era un record da registrare.

La trota aveva solo dieci anni, sarebbe potuta crescere ancora.

Senz’altro, ma come facevo a saperlo? Lì sul fiume non avevo un kit per le rilevazioni genetiche. E poi la caccia in paese era aperta: se non la avessi presa io, sarebbe toccato a qualcun altro pescare la trota prima o poi. Anzi: più prima che poi visto l’interesse che il “mostro” aveva suscitato. E quella meravigliosa marmorata sarebbe comunque finita imbalsamata nella sede della Ribiska Druzina di Tolmino, dove si trova ora.

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Due trofei per un record: la trota imbalsamata e la coppa

Torniamo al racconto. Dopo che hai preso il pesce, è arrivata la gente che si vede nelle foto.

Sì. Li ho chiamati io. Il primo è stato Drago, un mio amico di Kobarid. Gli ho telefonato e gli ho ripetuto più volte le misure del pesce. Ovviamente non erano precise. Gli ho detto che era più di un metro, lui mi ha preso per pazzo. Quando ha visto la trota è rimasto allibito. E come lui, tutti quelli che sono arrivati dopo: il presidente della Ribiska Druzina di Tolmino, Lucijan Rejec. Il guardia pesca Oscar, e ancora altra gente. Sono arrivati i bagnanti, gente in kayak. Facevano tutti la stessa faccia, come avessero visto un ufo o qualcosa del genere. Io invece avevo una espressione di sofferenza. Stavo male, sono quasi collassato.

Sei una sega.

Ma vaffanculo. Vorrei vedere te come reagisci se prendi un pesce così.  Avevo la tachicardia. Non stavo niente bene. L’emozione ti dà delle botte mica da ridere. Mettici anche che la sera prima avevo bevuto un po’.

Un po’ quanto?

Un po’ tanto. Ero stato a un matrimonio. Però anche se fossi astemio penso che il coccolone per una trota così me lo prenderei lo stesso.

Poi ti sei ripreso.

Si, mi sono ripreso. E siamo andati in paese a pesare il pesce. Prima la bilancia misurava 24 chili. Poi a una seconda pesatura, a poche ore di distanza e in presenza di un buon numero di testimoni, ha dato 22,5 kg.  Magari ha perso acqua con il caldo. Succede. Poco male.

Come è cambiata la tua vita dopo il record?

Diciamo che mi ha dato maggior visibilità in Slovenia, in Friuli e nel mondo dei pescatori a mosca in generale. I fiumi sloveni sono frequentati da pescatori di tutta Europa. Poi c’è Internet, che è una finestra incredibile. Ho scoperto di essere conosciuto anche in Francia, Germania e Olanda.

A parte la marmorata, quali altri sono i tuoi record personali?

Qualche iridea fra i 75 e gli 80 centimetri e temoli da 50 centimetri. Tutta roba presa a mosca in Slovenia. Da quando ho scoperto i fiumi sloveni, in Italia pesco poco.

Adesso che hai preso il pesce dei sogni, c’è ancora una cattura che insegui?

Penso che per nuovi record dovrò cambiare pesce. Mi piacerebbe prendere un temolo enorme, quello si. Ovviamente sulla trota non ho più ambizioni.  Poi, non si può mai dire: magari un giorno in Internet scoprirò che qualcuno ha preso una trota più grossa della mia. Magari è già successo, solo che il fortunato pescatore non si è fatto certificare il record dalla Igfa. So che almeno una marmorata grossa come quella che ho preso è stata trovata morta, con due chili di pesce in pancia. Quindi, pesci simili esistono. E questo dà speranza a migliaia di pescatori.  E’ bello e giusto che sia così.  E’ la vita. La ruota gira.

Sai a quale pescatore apparteneva prima di te il record del mondo Igfa di marmorata? Lo hai mai incontrato?

Apparteneva a un pescatore di Udine, anche lui socio della nostra famiglia di pesca di Tolmino. È specializzato esclusivamente nella pesca alla trota marmorata. Più che un pescatore è un  cacciatore di grosse marmorate. Io ho un approccio alla pesca diverso, meno competitivo. Mi piace il fiume, mi piacciono le sensazioni. Poi, è chiaro: la cattura importante fa sempre piacere. Il record del mondo, anche di più.

( Grazie per avere letto questo articolo. Puoi seguire le scorribande alienutiche di Anonima Cucchiaino anche su Facebook cliccando QUI )

12 Comments

  • jacopo savoia ha detto:

    Un pesce veramente che ha poco a che vedere con questo mondo… Questo è IL sogno di squame che spinge ogni pescatore sull’acqua!

    • franco vanni ha detto:

      Jacopo, scusa ma questa volta non sono d’accordo. Se fossi stato Maurizio, avrei subito innescato quella trotella da 120 centimetri e la avrei usata come esca viva per prendere una trota VERAMENTE grossa !!

  • Lino Sala ha detto:

    purtroppo sulla mia adda sara difficile pescare un pesce di queste dimensioni , chi dobbiamo ringraziare —– la f.i.p..s ? comunque grazie dai speranze a noi tutti lino sala brugherio

  • francescoguffanti ha detto:

    Pesce incredibile!
    Già vista e rivista ma ogni volta mi fa una certa impressione…
    Per quanto riguarda la cattura non so se credergli su tutta la linea macertamente VOGLIO farlo…
    Il mio sogno resta una marmo grande la metà di quella, e già sarebbe tantissima roba!

  • fausto scaravaggi ha detto:

    complimenti per la cattura e tristezza per l’annoccamento,molto triste…..

    • pietro invernizzi ha detto:

      Ciao Fausto,
      in effetti hai ragione, vedere un simile splendore annoccato/ucciso è certamente triste. Grazie del tuo commento.
      Io amo da pazzi le marmorate e da un po’ di tempo, dopo aver corretto certi errori che commettevo per ignoranza, cerco di impegnarmi attivamente per la loro difesa, così come i miei compari dell’Anonima Cucchiaino. Se segui questo blog lo saprai di certo. Non mi passa nemmeno per la testa di trattenere le meravigliose e minacciate marmorate e perseguo chi lo fa. Tuttavia, questo caso è un po’ speciale e viene commentato grossolanamente qui e su alcune pagine facebook, senza rendersi conto di quanto sia eccezionale la circostanza capitata a Maurizio.
      Ad esempio alcuni si vantano di come loro, senza esitazione, hanno saputo rilasciare lucci o perca da 10kg, o marmorate da 70/80 centimetri. Bravissimi, giusto! Ma pesci come questi, per quanto invidiabilissimi, ne vengono presi a decine (centinaia) all’anno, marmorate oltre i 20 kg sono veramente veramente eccezionali! Quindi che non ci si permetta nemmeno di paragonarli; si torni a parlarne quando si sarà preso un luccio di 30kg o una marmorata di 20kg e si sarà stati capaci di rilasciarlo! Massimo rispetto, sinceramente, per chi è o sarà capace di farlo! Certamente è auspicabile. Spero, semmai dovessi prendere una cattura tanto mitologica come quella dell’articolo, di essere capace di rilasciarla.
      Ma per favore, prima di accusare sempre (non parlo con te Fausto, ma in generale), valutiamo con attenzione il caso. Ho letto anche che qualcuno ha dato dell’ “assassino” al pescatore in questione. Dare dell’assasino a chi effettua una simile cattura (rilasciando abitualmente tutte le sue catture) è inaccettabile, ancora più inaccettabile prendersela con chi trattiene un pesce trofeo davvero degno di questo nome, quando il vero scandalo sono regolamenti ridicoli che permettono che ogni giorno si trattengano moltissime marmorate dei 35/40 cm in su… (quelle però non fanno notizia e non scaldano il sangue dei commentatori). Rendiamoci conto che sarebbe bello rilasciare tutte le marmorate sempre, ma che non si può criminalizzare chi trattiene il pesce della vita, (marmorate oltre i 90 cm), in questo caso poi una ben oltre il metro. Non farà certo un grande danno al fiume se lo ha sempre rispettato e tutelato. Piuttosto focalizziamo i nostri insulti ed il nostro livore contro istituzioni assurde e colpevoli, centrali idroelettriche, bracconieri, immissioni assurde, misure minime da eco-follia e padellatori scriteriati. In questo caso sono certo siamo tutti d’accordo. Applausi a chi sa pescare senza pensare al “trofeo”, applausi a chi in presenza di un tale record è capace di liberarlo, ma non colpevolizziamo il pescatore che trattiene un record del mondo e scegliamo con più attenzione quando indignarci. Di nuovo Fausto, non ce l’ho con te, chiedo scusa se ho scritto molto, ma è che ho risposto qui per rispondere ai molti commenti in rete…
      Grazie se avete avuto la pazienza di leggermi!

      p.s. Fausto mi permetto di correggere una imprecisione che ho letto su fb e che spesso è ripetuta in rete: le marmorate esistono in tutta l’area balcanica. Non solo “alcune in slovenia”, ma in tutto il Montenegro, la Bosnia e la Serbia. Si dice in Italia che siano presenti in tutti gli affluenti del Po’, ed infatti gli ittiologi la chiamano “ceppo padano”, ma la marmorata, giunta a noi dall’Adriatico, vive anche copiosa ed in dimensioni ragguardevoli nei fiumi dei balcani.

      • gian ha detto:

        Sono stato pescatore per parecchio tempo e amavo il fiume e le sensazioni.
        Partecipavo alla ricerca, alla scoperta, all’agone. Principalmente amavo la somma delle intuizioni che mi portava a domare una forza sconosciuta dall’altro lato della canna. Di 30, 40, 120, 150 cm.
        Una volta a terra, l’emozione si spegneva e il pesce perdeva i suoi colori.
        Ho visto centinaia di pesci piccoli e grossi morire cosi’, per niente, all’estremita’ del filo. Dopo averne guardato davvero uno, ed era una trota fario, ho smesso.
        Sono diventato vecchio? Gian

  • franco vanni ha detto:

    Fausto, anzitutto grazie per il tuo contributo, su un tema che sta a cuore a noi tutti. Sono d’accordo con tutto quello che ha scritto Pietro. E aggiungo: sarebbe bello se Igfa incentivasse in qualche modo il C&R, ad esempio accettando la sola misura in centimetri documentata fotograficamente (ma è solo un’idea, sulle modalità si può discutere). Per il resto, conosco Maurizio e l’approccio “ecologico” che ha nei confronti della pesca e del fiume. Se tutti i pescatori fossero come lui, la pesca sportiva non rientrerebbe fra le mille cause della decimazione delle specie ittiche di pregio.

  • luca ha detto:

    Posso solo dire con sollievo che ho trovato qualcuno che sa realmente di cosa sta parlando! Lei sicuramente sa come portare un problema alla luce e renderlo importante. Altre persone hanno bisogno di leggere questo e capire questo lato della storia.

  • alex ha detto:

    Ciao ragazzi forse voi non mi crederete ma anche io ho avuto un esperienza del genere pero pultroppo pescando con un 0.14 si puo capire che fine ha fatto…
    pero io ho fatto il video e certi pescatori della mia zona hanno detto che poteva arrivare anche ai 17 kg puo essere vera una misura cosi per una marmorata dalle parti del fiume brenta?

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