Franco invia a tutti questa foto descrivendola come la Mecca per lui e Francis. Io ho letto qualcosa riguardo questa località qualche tempo fa.
Sembra che tutti gli appartenenti della religione “Serie B” (creatasi dopo lo scisma del 1009 dell’Anonima Cucchiaino) ci si debbano recare almeno una volta nella vita.
Si racconta che i più poveri, che quindi non possono permettersi i soldi del biglietto, ci si facciano portare quando sentono vicino il momento della dipartita. Spesso però accade che non muoiano subito, quindi la cittadina di Pasturo è piena zeppa di seriebiari vecchissimi che vagano per le viuzze in cerca di qualcuno da annoiare con racconti di pesca.
I vaneggiamenti alieutici, spacciati per propri, in realtà si rifanno a storie sentite raccontare dagli amici dell’antica setta “Serie A” o, ancor più tristemente, su Caccia&Pesca.
Molti di loro infatti non hanno mai preso parte a una vera battuta e, dopo aver comprato l’attrezzatura, l’hanno testata per 2 ore in un laghetto stipato di trote eritree. Senza tuttavia riuscire a prenderne nemmeno una, malgrado i mezzi subdoli e scorretti messi in pratica a tal fine.
Fatto sta che comunque abbiano recuperato il materiale per inventarsi la battuta, la storia, in genere, finisce comunque malissimo tipo:
“…eh certo, se avessi avuto la prontezza di girare la manopola del mulinello…”,
“… ma guarda, meglio così, se no avrei smesso di andare a pesca.”,
“ti dirò, credevo che un’ancoretta nell’occhio facesse più male…figurati che in ospedale mi hanno anche dato una caramella!”,
“se solo avessi chiuso l’archetto, non avrei incagliato sul mio scroto…”,
“No no, io preferisco di gran lunga le iridee. Sgargianti come un carro del Gay Pride, belle pinnate e autoctone al 100%”.
La leggenda racconta inoltre che un giorno, un seriearo (esponente di Serie A) si sia perso mentre cercava di raggiungere un torrente imboscatissimo e sia arrivato a Pasturo.
Iniziò a pescare, ignaro del terribile pericolo che stava correndo. Quando decise che la colorazione del suo Rapala Jointed Countdown colorazione fario non si addiceva alla temperatura di 19,4° si girò per tornare verso la sponda e cambiare in sicurezza la sua esca.
Rimase attonito davanti a 100.000 vecchi seriebiari assiepati alle sue spalle che osservavano ogni suo movimento scuotendo la testa e accompagnando il movimento con flebili rumori di disprezzo.
Prima che potesse capire cosa stava succedendo gli furono addosso e di lui non si seppe più niente.
Pare però che, poco dopo, apparve un altro seriebiaro, ancor più suonato di tutti gli altri, che girando in vesti logore e insanguinate per le vie strette di Pasturo gridasse: “Io ero di Serie A!”. In un paese di Serie B, naturalmente nessuno gli credette, e si naturalizzò seriebiaro.
Non so se sia tutto vero o no, riporto solo i documenti pubblicati sul discussissimo testo “Serie B. Storia di un credo a cavallo tra divano e perdentitudine”.